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Il russo batte Tsitsipas e centra la terza finale Masters 1000 della stagione. Storico il torneo: con Berrettini e Zverev, la prima volta da Amburgo 1999 che in un Masters 1000 i quattro semifinalisti son tutti under 23.
di Alessandro Mastroluca | 12 ottobre 2019
Chi fermerà Daniil Medvedev? Il russo ha sconfitto 76 75 Stefanos Tsitsipas, primo successo in due set della settimana, e raggiunto la nona finale di un 2019 da record. Il russo ha vinto 28 delle ultime 31 partite giocate. Nessuno ha ottenuto più successi di lui nei Masters 1000 dall'inizio dell'anno. Non si è fatto condizionare nemmeno dal game di servizio peggiore della partita, che gli è costato il break quando serviva per il match sul 5-4 nel secondo. Il pubblico, che voleva vedere ancora tennis, ha esultato. Medvedev ha piazzato il controbreak poi ha chiesto, con il sarcasmo che lo caratterizza e che il pubblico dello Us Open ha avuto modo di conoscere, ha chiesto ai tifosi di alzare il volume, di farsi sentire.E ha chiuso il match con quattro prime nell'ultimo game.
Medvedev arriva in finale in un'edizione storica del torneo di Shanghai, il primo Masters 1000 con quattro semifinalisti under 24 dal torneo di Amburgo del 1999: allora Mariano Zabaleta sconfisse Nicolas Lapentti, Marcelo Rios superò Carlos Moya e vinse il torneo. L'euro era ancora una moneta virtuale, un caffè costava meno di mille lire. Il Papa Giovanni Paolo II aveva appena dichiarato Padre Pio. Poco dopo Carlo Azeglio Ciampi avrebbe giurato come presidente della Repubblica, il Manchester United avrebbe vinto con una storica rimonta sul Bayern Monaco la Champions League e nei cinema sarebbe arrivato Notting Hill. Matteo Berrettini, Alexander Zverev, Medvedev e Tsitsipas segnano l'inizio di una nuova era. È il parere anche di Patrick McEnroe, ma evidentemente non è il solo a pensarla così.
E' il terzo Masters 1000 negli ultimi due anni senza nessuno dei Fab 3 (Novak Djokovic, Roger Federer, Rafa Nadal). Nel 2018 era successo anche a Madrid, ma dei tre giocava solo Nadal, e a Miami, con il serbo e lo svizzero fuori al secondo turno. La combinazione dei due fattori rappresenta più di una coincidenza. Il nuovo che avanza è pronto a prendersi il posto al sole che sente di meritare.
Medvedev ha battuto cinque volte su cinque Tsitsipas. Il russo “non sbaglia da quest'estate” ha detto Fabio Fognini: se non del tutto giusto, quasi niente sbagliato. Il russo si è salvato alla grande dallo 0-40 al servizio sul 4-4 nel primo set e ha dimostrato di sapere come non farsi condizionare dalle piccole paure che l'hanno portato a subire il break quando serviva per la finale. Un break nato da scelte sbagliate, da fretta e confusioni. Medvedev, che di questi tempi un anno fa era fuori dai primi 20 del mondo e a Shanghai perdeva al secondo turno, oggi è un altro giocatore e sa come si vince.
Come ci è riuscito? Il russo ha ricordato la regola d'oro della sua prima maestra che l'ha seguito dai sei ai dieci anni. “Lotta come un matto” gli diceva sempre, “perché alla fine vince chi la manda più volte al di là della rete”. Medvedev non si concentra sulla sua scalata, sui miglioramenti della classifica, sui trofei ancora da vincere. “Voglio migliorare ogni giorno” ha detto, “voglio stare nel presente”. Senza guardare troppo avanti, senza pensare troppo in là per mantenere la concentrazione e non perdere questo livello. A Shanghai, ha completato su Djokovic quella che ha definito “la più bella rimonta della mia carriera”. Così, si aggiunge a Fernando Gonzalez, Ivo Karlovic e Andy Roddick: sono infatti loro quattro gli unici ad avere un bilancio positivo negli scontri diretti tra i 102 tennisti che hanno affrontato il serbo almeno tre volte.
E ha continuato la marcia. Nella semifinale contro Tsitsipas, ha chiuso con due vincenti in più ma quasi la metà degli errori (18 a 31). Il greco, costretto a 2 vincenti e 13 gratuiti di rovescio, ha ottenuto più punti diretti con prima e seconda. Ma nel complesso, Medvedev ha percentuali più alte di punti ottenuti al servizio, sia con la prima sia con la seconda. E ha vinto dieci punti in più, 50 e 40, nei decisivi scambi brevi, che si sono conclusi con meno di cinque colpi.
“Stefanos ha giocato un match di grandissima qualità e ha servito benissimo” ha detto ieri Novak Djokovic del greco che ha scoperto solo nell'intervista a caldo dopo il match di essere sceso in campo con la qualificazione alle ATP Finals già assicurata.
Tsitsipas ha dovuto superare sfide non da poco nel suo percorso a Shanghai. All'esordio, al secondo turno, ha sconfitto Felix Auger-Aliassime con cui aveva sempre perso, da junior e da "pro"; al terzo turno contro il polacco Hubert Hurkacz ha portato a 7 vittorie e 5 sconfitte il suo record nei tiebrak al set decisivo; poi ha centrato la prima vittoria contro un numero 1 del mondo, Novak Djokovic, destinato a perdere lo scettro il 4 novembre se non dovesse aggiungere tornei alla sua programmazione. "Battere Medvedev sarà difficilissimo, mentalmente è un giocatore molto duro" diceva ieri. La quinta sconfitta in cinque confronti diretti lo conferma.
Djokovic e Federer non avevano mai perso un quarto di finale a Shanghai. Nessuno dei due ha raggiunto però la sua 67ma semifinale in un Masters 1000. Federer, che ha incassato anche un inusuale penalty point, si è fermato contro un Alexander Zverev di lotta e di governo che l'ha sconfitto quattro volte in sette incontri. Sono in 64 ad averlo sfidato in almeno sette occasioni. Solo altri due, oltre a Zverev, hanno un bilancio positivo: Djokovic (26-22) e Nadal (24-16).
“Finalmente ho giocato come dovrei” ha ammesso Zverev che quest'anno non aveva ancora vinto contro un top 10. “Sono stato troppo difensivo tutto l'anno e non sentivo abbastanza fiducia”. Probabilmente i rapporti rasserenati con la fidanzata Olga Sharypova hanno aiutato.
Matteo Berrettini, che proprio contro Zverev agli Internazionali BNL d'Italia ha ottenuto la prima vittoria contro un top 5, si troverà a lottare per un doppio obiettivo nella sua prima semifinale in un Masters 1000. Una vittoria, infatti, lo porterebbe in vantaggio sul tedesco nella corsa alle Finals e soprattutto gli garantirebbe l'ingresso tra i primi dieci del mondo la prossima settimana. Il cielo è azzurro a Shanghai sopra Berrettini, che ha vinto 33 delle ultime 42 partite. Rispetto al quarto di finale contro Thiem, troverà di fronte un avversario che in questo torneo ha servito meglio e più forte ma potrebbe soffrire di più le variazioni di ritmo e gli slice stretti sul rovescio. Non fermate Matteo, non ancora. Il futuro, nella settimana della caduta degli dei, è ancora tutto da scrivere.