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Gli organizzatori dello Slam statunitense starebbero pensando anche a questa soluzione per non essere costretti a cancellare lo Slam. La decisione a giugno, mentre il presidente di Tennis Australia parla degli scenari possibili per lo Slam di Melbourne della prossima stagione
di Angelo Mancuso | 26 aprile 2020
Si fanno sempre più insistenti le voci secondo cui gli US Open 2020 potrebbero aver luogo a Indian Wells e non a New York, la città statunitense più martoriata dalla pandemia da coronavirus. Gli organizzatori si sono dati tempo fino a giugno per decidere su un eventuale rinvio o cancellazione del torneo, in programma dal 31 agosto al 13 settembre, ma ora l’USTA, la federazione americana, starebbe riflettendo anche su un possibile cambiamento della sede. Nei giorni scorsi lo stesso sindaco di New York, Bill De Blasio, aveva dichiarato di essere molto pessimista sulla possibilità di far giocare il torneo seppur con l'impianto di Flushing Meadows a porte chiuse.
Indian Wells, che ospita annualmente il Masters 1000 maschile e il Premier Mandatory femminile (si sarebbero dovuti giocare lo scorso marzo e sono stati entrambi cancellati per la pandemia), si trova in California, stato meno colpito dal COVID-19 rispetto a New York, ed ha tutte le strutture necessarie per ospitare un torneo del Grande Slam. Il centrale può ospitare circa 16mila spettatori: è il secondo stadio da tennis più grande al mondo dopo l’Arthur Ashe Stadium che conta circa 23.000 posti. La controindicazione, secondo quanto trapela sempre dall’USTA, sarebbe che il principale sponsor del torneo, la banca JP Morgan con sede a Manhattan, non gradirebbe il trasloco sulla Costa Ovest. Sull'ipotesi si sta comunque lavorando.