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Novak Djokovic ha bisogno di tre ore per battere in rimonta Roberto Bautista Agut che l'aveva sconfitto nelle ultime tre sfide sul duro. "Nole" raggiunge la finale numero 114, insegue l'80mo titolo ATP e il 35mo Masters 1000. Nell'altra semifinale Milos Raonic ferma Stefanos Tsitsipas
di Alessandro Mastroluca | 28 agosto 2020
Sarà Djokovic-Raonic la finale del Western & Southern Open, primo Masters 1000 del 2020, spostato da Cincinnati a New York. Il numero 1 del mondo ha esteso la sua striscia di vittorie consecutive e si è confermato imbattibile quest'anno nei tiebreak. Ha chiuso 46 64 76(0) una partita che dalla fine del secondo set si è giocata con il tetto chiuso, in cui ha chiesto medical time out per i problemi al collo, in cui lo spagnolo ha recuperato da 2-5 a 6-5 ed è andato a servire per il match. Ma è venuto fuori il campione.
Djokovic ha iniziato il tiebreak con due ace di prima e uno di seconda nei primi tre punti al servizio. E non c'è stata storia. Nella sua 114ma finale ATP affronterà Milos Raonic che ha battuto 10 volte su 10, inseguendo l'80mo titolo e il 35mo Masters 1000 come Rafa Nadal.
Raonic ha sconfitto Stefanos Tsitsipas 76(5) 63 raggiungendo così la prima finale in un Masters 1000 da Indian Wells 2016. L'ex numero 3 del mondo ha vinto tutti i cinque set contro il greco in due confronti diretti. A New York ha perso appena quattro punti con la prima per centrare la 23ma finale ATP (8-14), la quarta in un "1000" in un'ora e 37 minuti di gioco.
Due anni fa a Cincinnati, vincendo per la prima volta questo torneo Djokovic è diventato il primo a completare il Career Golden Masters, ovvero a mettere il nome almeno una volta nell'albo d'oro di tutti i Masters 1000 attualmente in calendario. Fermato in semifinale nel 2019 da Daniil Medvedev, quest'anno ha eguagliato il record di semifinali nel torneo di Jimmy Connors, Stefan Edberg, Roger Federer and Bill Talbert.
Quella contro Bautista, per le sue condizioni fisiche non ottimali e per le caratteristiche dell'avversario, non è stata certo la più facile. Ma quando il gioco si fa duro, il "Djoker" alza il livello e, come scrisse Andre Agassi di Roger Federer nel suo libro Open, va in posti che gli altri non conoscono. Ha perso zero punti nel tiebreak decisivo e zero partite nel 2020. Ha vinto sei punti in più negli scambi durati fino a nove colpi. Il tiebreak è stato un manifesto di concentrazione spinta oltre i limiti del corpo. Non è un caso se ne abbia vinti 19 degli ultimi 20 giocati.
Lo spagnolo ha dato tutto nel terzo set, anche lui ha messo il potere della mente davanti al logorio per fisico quando, dal 2-5 è risalito fino a servire per il match. Ha accarezzato l'idea della seconda finale in un Masters 1000 e avvicinato la possibilità di diventare il terzo dopo Andy Roddick e Jo-Wilfried Tsonga a battere Djokovic quattro volte di fila sul duro. Ci è andato molto vicino. Ma vicino non è abbastanza.
Stefanos Tsitsipas ha spiegato che non gli piace particolarmente incontrare avversari che puntano tanto sul servizio, perché le partite diventano monotone. Eppure a New York ha affrontato solo questo tipo di avversari: Kevin Anderson, John Isner, Reilly Opelka che si è ritirato prima della fine del primo set. Si è fermato contro Raonic che all'Australian Open l'ha sconfitto in tre set senza mai dargli una possibilità di rientrare in partita: zero palle break, 19 ace, 88% di punti con la prima, 55 vincenti a 23, 41 discese a rete con il 70% di resa.
"Per me è importante la prima palla. Metto molta pressione col servizio ai miei avversari. Devo farli giocare, devo farli pensare quando vanno a servire" " ha detto Raonic. "Sarebbe incredibile vincere un Masters 1000. Voglio raggiungere risultati che non ho ancora ottenuto, è per questo che ho lavorato negli ultimi sei mesi dandomi obiettivi specifici".
Sul 5-6 30-40, ha salvato un set point, che è anche l'unica palla break del primo set, girando intorno al rovescio per iniziare a martellare con una serie di dritti anomali pesantissimo. "E' stato un punto duro, lungo. Ho dovuto giocare lo scambio, ma l'ho fatto nella maniera giusta e ha pagato. Non ho cambiato piano e ha funzionato".
Raonic ha iniziato il suo torneo a New York con la 350ma vittoria ATP in carriera contro Sam Querrey. Ha poi battuto in due set il numero 1 di Gran Bretagna Daniel Evans e l'unico britannico nell'albo d'oro, Andy Murray, prima di rimontare salvando un match point contro Filip Krajinovic. "Serve forte, gioca aggressivo, se prende vantaggio poi diventa difficile mettergli pressione" ha commentato Murray.
L'ex numero 3 del mondo ha giocato 22 finali ATP (8-14), tre in un Masters 1000 perdendole tutte. La prima a Montreal contro Nadal,dopo aver battuto Vasek Pospisil in uno storico derby canadese in semifinale: è diventato il primo giocatore di casa in finale alla Rogers Cup dopo Robert Bédard nel 1958. Si è ripetuto a Parigi-Bercy nel 2014 e a India Wells nel 2016. A Parigi superò nei quarti Federer per la prima volta in carriera e Berdych in semifinale, negli USA superò di nuovo il ceco, Monfils e Goffin. In entrambi i casi, in finale perse contro Djokovic. Non raggiunge una finale sul duro a livello ATP dal torneo di Delray Beach del 2017. Avrebbe dovuto sfidare Jack Sock, ma si ritirò un'ora prima di scendere in campo per le conseguenze di un infortunio alla gamba destra sofferto durante la semifinale vinta su Juan Martin Del Potro.