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Il serbo trova la 27esima vittoria consecutiva all'Australian Open battendo in tre set Tommy Paul e si garantisce l'accesso in finale contro Tsitsipas dove, oltre al titolo dello Slam ''Down Under'', c'è in palio il primo posto del ranking
di Tommaso Mangiapane | 27 gennaio 2023
Quanto è difficile fermare Novak Djokovic quando niente e nessuno sembrano poterci riuscire? Una risposta potrebbe fornirla Tommy Paul, avendo provato sulla propria pelle la sensazione di trovarsi dall'altra parte della rete un avversario ai limiti dell'onnipotenza sportiva, capace di dominare la seconda semifinale dell'Australian Open 2023 chiudendola 75 61 62 in due ore e 20 minuti.
Con l'ennesima prestazione dominante in questa edizione del torneo "Down Under", il serbo attuale n.5 del mondo mette a referto l'ennesima vittoria per aggiornare i suoi numeri da record: 27esimo successo consecutivo all'Australian Open, 40esima vittoria di fila in tornei australiani (compresa l'ATP Cup) ma soprattutto decima semifinale vinta in altrettanti tentativi a Melbourne Park. Come se non bastasse, si tratta della 16esima partita vinta in serie dal classe 1987 di Belgrado, che nelle ultime 30 ha perso solo da Rune nella finale del Masters 1000 di Parigi a novembre: numeri da Djoker. Domenica, nell'atto conclusivo del primo grande appuntamento della stagione, Nole avrà un'occasione unica: battere il greco Stefanos Tsitsipas per tornare sulla vetta del ranking maschile e contestualmente agganciare Rafael Nadal a quota 22 Slam in bacheca.
Paul, dal canto suo, può comunque consolarsi nonostante il primo scontro con il 35enne di Belgrado sia stato in discussione solo nel primo set. Il miglior torneo della propria vita, culminato con la prima semifinale Slam in carriera, lo porterà in un colpo solo dalla posizione n.35 ATP alla n.19 garantendogli per la prima volta l'accesso fra i migliori 20 giocatori del mondo.
Il match parte con quello che potrebbe sembrare un primo colpo di scena nel copione apparentemente già scritto dell'incontro: nel turno di servizio di apertura, Djokovic concede una prima palla break dopo un doppio fallo e una seconda con un errore di rovescio. Niente paura, ci pensa in entrambi i casi la prima palla del serbo testa di serie n.4 a riportare la trama del match sui binari previsti. Paul è molto falloso, commette diversi errori in lunghezza con il diritto e per vincere il punto viene spinto oltre i proprio limiti, fisici ma soprattutto tencici, dal ritmo imposto dall'aversario. D'altronde è questo ciò che capita a chi affronta (soprattutto per la prima volta) il 21 volte campione Slam, che prende immeditamente il largo nel primo turno in risposta ripetendosi nel sesto gioco.
Proprio quando Djokovic, al servizio sul 5-1, sembrava avviato verso la chiusura dell'ennesimo set vinto in scioltezza, si materializza improvvisamente il coup de théâtre che aveva fatto solo capolino ad inizio partita. Un po' di nervosismo inizia a sopraggiungere nel campione di Belgrado, una diatriba sullo “shot clock” con il giudice di sedia lo scalda ancor di più, e da quel momento in poi il set cambia padrone. Dopo aver visto sfumare anche un set point, sotto gli occhi di Bill Gates ma non di suo padre Srdjan, il nove volte campione del torneo assiste al rientro in partita di Paul. Il classe 1997 di Voorhees (New Jersey) sfrutta l'abbassamento di ritmo e il conseguente aumento di errori del serbo, che chiuderà il set con ben 24 “gratuiti” (contro i 19 dell'avversario), per recuperare entrambi i break di svantaggio.
Ma il grande campione si vede più che mai in questi momenti. Djokovic, da fine lettore delle partite qual è, comprende il momento del match e torna a insistere forsennatamente sul diritto del 25enne statunitense, che si vede così nuovamente tradito da questo fondamentale finendo per cedere il servizio in maniera definitiva nel dodicesimo game. Da lì, la strada verso la 33esima finale Slam è tutta in discesa.
La prima parte del secondo parziale è la copia in serie del precedente. Djokovic cerca di limitare il più possibile gli scambi prolungati e il n.35 del ranking, perdendo la precisione che lo aveva contraddistinto nei momenti per lui meno asfissianti, si ritrova in un attimo in ritardo di due break. L'unico sussulto dato ai 36 minuti di gioco del secondo set dal 25enne del New Jersey è il terzo gioco. Lì, in quasi un terzo dell'intera durata del parziale, Paul vede sfumare tre irripetibili palle del contro-break. Di nuovo al servizio sul 5-1 il 21 volte campione Slam evita di farsi sorprendere nuovamente e rende utopico un altro tentativo di rimonta di Paul.
Non c'è due senza tre: la conferma che il match sia stato in bilico solo nel primo set arriva come un macigno per lo statunitense. Altri due break, nel primo e nel terzo gioco, condannano definitivamente alla sconfitta l'allievo di coach Brad Stine, che finisce per non contenere la prima al centro scagliata da Djokovic sul match point dopo due ore e 20 minuti di partita. Il campione di Belgrado ha così chiuso la quinta partita su sei in questo Australian Open senza cedere nemmeno un set: gli è capitato solamente al secondo turno contro il qualificato francese Couacaud quando il problema al tendine del ginocchio sinistro sembrava affliggerlo maggiormente.
"A questo punto della mia carriera ho bisogno dell'energia del pubblico come motore per andare avanti - ha dichiarato sul campo il serbo a fine match -. Sono pronto per la partita contro Stefanos. Ovviamente non sono fresco come ad inizio torneo ma lavoro costantemente per questo tipo di partite così intense. Ne ho giocate tante così nella mia carriera e l'esperienza sicuramente aiuta". Eh sì perchè, grazie alla vittoria su Paul, Djokovic ha raggiunto la 33esima finale Slam della propria carriera: tra uomini e donne solo Chris Evert ne ha centrate di più (34).
É tutto pronto dunque, per il gran finale dell'Australian Open 2023 di domenica. Dall'altra parte della rete Nole troverà Tstisipas, l'altro giocatore che più degli altri ha dimostrato lungo tutto il torneo di meritarsi l'accesso all'atto conclusivo confermandosi anche in semifinale contro il russo Karen Khachanov. I due si sono già affrontati 12 volte. In 10 occasioni è arrivato un successo per il serbo, che probabilmente più di tutte le vittorie avrà in mente quella nella finale del Roland Garros 2021 quando riuscì a rimontare da due set di svantaggio.
In palio, come detto, non ci sarà solo il titolo di campione 2023 dell'Happy Slam. Sia Tsitsipas, giunto alla seconda finale Major, che Djokovic, con il successo raggiungerebbero il primo posto del ranking mondiale scalzando Carlos Alcaraz. Nole, che non è n.1 dal giugno dello scorso anno, ha però già centrato questo obiettivo: nel 2020, battendo in finale Thiem, conquistò l'ottavo dei suoi nove trofei a Melbourne salendo nuovamente sul trono della classifica. Il greco è dunque avvisato.