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Matteo, il tennis su erba non ha più segreti

Berrettini è tornato in semifinale al Queen's grazie al netto successo su Tommy Paul. Se dovesse battere l'olandese Van de Zandschulp resterà ancora numero 1 d'Italia. Al Queen's insegue il secondo titolo in due partecipazioni. Prima di lui, Tieleman arrivò in finale nel 1998

di | 17 giugno 2022

Ha completato due break per set e vinto undici degli ultimi tredici game dall'1-4 nel primo parziale. Ha estratto dal repertorio un passante da applausi di rovescio a una mano e chiuso con un ace. Così Matteo Berrettini ha allungato la striscia di successi consecutivi al Queen's. Primo italiano a vincere il titolo l'anno scorso alla sua prima partecipazione nel torneo, quest'anno è di nuovo in semifinale grazie al 6-4 6-2 sullo statunitense Tommy Paul che prima di questo torneo non aveva mai passato un turno nel circuito ATP sull'erba.

Se dovesse battere in semifinale l'olandese Botic Van de Zandschulp, Berrettini rimarrà fino a dopo Wimbledon il numero 1 d'Italia. Altrimenti il suo posto verrà preso, a 20 anni 10 mesi e 4 giorni, dall'altoatesino Jannik Sinner. Non sarebbe un record di precocità. Il più giovane tra gli azzurri a poter vantare questo primato a livello nazionale rimane Diego Nargiso che fu il miglior italiano in classifica per un paio di settimane dal 3 ottobre 1988. Era numero 81 del mondo allora, aveva dietro Cancellotti (n.83) e Paolo Canè (n.97). Uno scenario decisamente diverso rispetto a quello attuale con un Top 10 come Matteo, per quanto destinato a scivolare fuori dalla Top 20 dopo Wimbledon visto che non darà punti, e Jannik lì ai margini dei primi dieci a metà di una stagione fatta di promesse, di ottimi presentimenti ma con qualche infortunio di troppo.

Berrettini, che è numero 1 d'Italia da ottobre 2019, per restarlo deve tornare in finale al Queen's dove l'anno scorso ha scritto la storia. Il torneo di scena in uno dei club più storici di Gran Bretagna, che porta ancora nel nome la traccia dell'intitolazione alla Regina Vittoria, non era mai stato vinto da un italiano. E anche i piazzamenti non sono stati poi così numerosi o di prestigio.

Restava perciò a suo modo eccezionale la finale raggiunta nel 1998 da Henri August Laurence Tieleman, mamma romana e padre olandese. Biondo con gli occhi azzurri, una volée facile e suadente come la sua erre un po' alla francese, partì addirittura dalle qualificazioni. I successi su Suzuki, Osorio, e Nainkin gli hanno aperto le porte del main draw. 

E non si è fermato. Ha superato al primo turno  l'australiano Stoltenberg e al secondo il canadese Lareau. Negli ottavi ha approfittato del ritiro di Greg Rudesdski, allora numero 4 del mondo, sul 2-2 nel primo set. Nei quarti ha battuto Tim Henman, che avrebbe di lì a poco raggiunto la sua prima semifinale a Wimbledon. In semifinale ha piegato Byron Black, specialista di doppio dello Zimbabwe. Tolto il match con Rusedski, negli altri ha sempre perso il primo set.

Tieleman è arrivato così in finale da numero 253 del mondo. Ma si è arreso all'australiano Scott Draper, “Comeback Kid” come l’ABC ha scelto di intitolare un documentario sulla sua vita e sulla sua carriera, certo non a caso.

Nel 1992, dopo il titolo in doppio junior a Wimbledon, la pressione e le aspettative lo avevano mandato in tilt. Per nove mesi, ha combattuto una forma di disordine ossessivo-compulsivo.

Poi, durante un torneo satellite a Sydney, ha capito come tenerla a bada e tre anni dopo, praticamente da zero, è entrato in top-100. Draper, numero 108 del mondo, aveva rivelato solo a pochissimi amici fidati che sua moglie, Kellie, aveva la fibrosi cistica. Sarebbe morta un anno dopo. E al povero Scott ci sarebbero voluti un paio d'anni perché arrivasse alla consapevolezza che andare avanti con la sua vita non era sbagliato. 

In quel torneo al Queen's, Draper festeggiò così il suo primo, resterà anche l’unico, titolo ATP in carriera. E l'Italia è rimasta ad aspettare un exploit sembrato improvvisamente e sorprendentemente vicino due anni dopo quando Davide Sanguinetti e Gianluca Pozzi arrivarono in semifinale.

Pozzi aveva eliminato negli ottavi Andre Agassi, che si era ritirato quando era avanti 6-4 2-3. A due giorni dal 35mo compleanno, Pozzi divenne il più anziano a battere un numero 1 del mondo in carica degli ultimi vent'anni. Non sarebbe stato felice, comunque, il 35mo compleanno di Pozzi, sconfitto da Lleyton Hewitt mentre Sanguinetti avrebbe perso con Pete Sampras. 

Sono rimasti per ventun anni gli ultimi quasi-re azzurri nella Perfida Albione. Poi un anno fa nel club della regina è comparso Matteo Berrettini. E ha cambiato la storia. Con quel suo stile consapevole quanto divertito, che non si prende troppo sul serio ma fa tutto maledettamente sul serio.

Chi vincerà tra Berrettini e Van de Zandschulp incontrerà Marin Cilic o Filip Krajinovic. Il croato, due volte campione al Queen's, ha sconfitto il finlandese Emil Ruusuvuori 7-6(2) 6-4 e ha così raggiunto la sesta semifinale in carriera nel torneo.

Il serbo, che sull'erba non aveva mai passato un turno in un torneo ATP prima di questa settimana, ha fermato la corsa della wildcard di casa Ryan Peniston, numero 180 del mondo, battuto 4-6 6-3 6-3. Peniston, capace di sorprendere il finalista del Roland Garros Casper Ruud e il numero 46 ATP Francisco Cerundolo, sarà in campo a Eastbourne la prossima settimana e poi a Wimbledon grazie a una wild card. 

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