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Eventi internazionali

Bolelli/Vavassori e Paolini/Errani, coppie da medaglia

Secondo le classifiche Race ATP e WTA di doppio, le due coppie italiane sono le migliori al mondo fra quelle composte da connazionali. Una situazione che giustifica ambizioni importanti in vista dei Giochi Olimpici di Parigi, per restituire all’Italia una medaglia che nel tennis manca da cent’anni

24 maggio 2024

Il torneo Olimpico di tennis scatterà fra oltre due mesi, allo Stade Roland Garros nella settimana a cavallo fra luglio e agosto, ma le opportunità per accaparrarsi i posti per Parigi 2024 sono agli sgoccioli. Il Roland Garros al via domenica rappresenterà infatti l’ultima chance per raccogliere punti per l’Olympic Race, che si chiuderà domenica 10 giugno. In Italia, con Sinner certo del posto e Musetti sicuro al 99%, c’è attesa per conoscere i nomi degli altri due singolaristi azzurri ai Giochi: a oggi sarebbero Luciano Darderi (terzo) e Matteo Arnaldi (quarto), più avanti rispetto a Cobolli e Sonego. Ma non è ancora detta l’ultima parola.

Per quanto riguarda il doppio, invece, sembra certa la partecipazione come prima coppia azzurra di Simone Bolelli e Andrea Vavassori, mentre la seconda andrebbe individuata fra i qualificati del singolare. Uno scenario che, Italia a parte, proporrà formazioni particolarmente competitive costruite ad hoc per i Giochi, come alcune di quelle capaci in passato di conquistare l’Oro (vedi Federer-Wawrinka a Pechino 2008, ma non solo). Ma, per il vincolo della nazionalità, ne taglierà fuori tante altre.

Una situazione che accresce le ambizioni di medaglia del duo Bolelli/Vavassori, giustificate da un brillante avvio di stagione e da un’intesa che funziona sempre meglio. I due, finalisti all’Australian Open, occupano attualmente il terzo posto della Race, ma sono – e con un certo vantaggio – la prima coppia al mondo fra quelle composte da connazionali, visto che praticamente tutti gli altri big giocano con compagni di altri paesi. Un dettaglio che a livello ATP conta zero ma in chiave Olimpica può fare una differenza enorme.

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Infatti, a Parigi lo spagnolo Marcel Granollers non potrà giocare con l’argentino Horacio Zeballos (tanto che quest’ultimo è stato addirittura escluso dalla sua Federazione, malgrado sia numero 1 del mondo), l’indiano Bopanna non potrà fare coppia con l’australiano Ebden e via dicendo, mentre i due azzurri si presenteranno fianco e fianco. Detto che mancheranno alcune delle coppie più pericolose del Tour, a Parigi se ne formeranno alcune potenzialmente molto pericolose di singolaristi prestati al doppio per una settimana, come – per citarne alcune – le possibili Nadal/Alcaraz, Medvedev/Rublev (o Khachanov) e Fritz/Paul.

Tuttavia, la maggiore attitudine al doppio, unita all’abitudine a giocare insieme e alla possibilità di concentrarsi solo sul torneo di coppia, potrebbe dare una bella mano a Bolelli e Vavassori, che sognano di portare una seconda medaglia Olimpica all’Italia esattamente cent’anni dopo Uberto De Morpurgo. Il conte conquistò un bronzo in singolare nel 1924, sempre a Parigi, prima che il tennis venisse rimosso dal programma Olimpico per sessant’anni fino al ritorno a Los Angeles 1984 come sport dimostrativo (bronzi per Paolo Canè e Raffaella Reggi, ma non contano per il medagliere storico del nostro paese).

Un discorso molto molto simile a quello fatto per Bolelli e Vavassori vale anche per Sara Errani e Jasmine Paolini, che nella seconda parte del 2023 hanno deciso di iniziare giocare il doppio insieme proprio in chiave Olimpiadi e da allora hanno già raccolto tre titoli, ultimo gli Internazionali BNL d’Italia di nuovo vinti da una coppia azzurra a una dozzina d’anni dall’ultima volta. Sara e Jasmine occupano attualmente la quinta posizione della Race, ma proprio come Bolelli/Vavassori sono la prima coppia di giocatrici della stessa nazionalità. Ergo, per una medaglia ci saranno pure le azzurre, fra le favorite per conquistare l’unico traguardo che la Errani non riuscì a prendersi nell’epoca d’oro della fruttuosa partnership con Roberta Vinci.

Anche nel loro caso, le coppie più pericolose saranno quelle che nasceranno alla vigilia. O rinasceranno, come potrebbe essere per il caso di Jessica Pegula e Coco Gauff, già capaci di dimostrarsi fortissime insieme. Oppure di Caroline Garcia e Kristina Mladenovic, che negli ultimi tempi non stanno più giocando insieme ma sanno come vincere i grandi tornei l’una a fianco all’altra.

Da valutare anche l’opzione del doppio misto, con un tabellone a 16 coppie che vedrà in gara una formazione per ciascun Comitato Olimpico, composta da giocatori già qualificati fra singolare e doppio. Farà fede la classifica combinata dei partner, ma comunque soggetta alla disponibilità dei singoli. È dunque presto per fare previsioni sulla coppia azzurra, ma l’opportunità di medaglia andrebbe osservata con uguale considerazione rispetto alle altre due. È vero che generalmente il misto è la disciplina meno nobile (tanto che si gioca solo nei tornei del Grande Slam, quasi con lo spirito dell’esibizione), ma una medaglia olimpica è sempre una medaglia olimpica, indipendentemente dalla provenienza. E nel misto conquistarla potrebbe essere più semplice, visto che per salire sul podio basterà vincere 3 partite, contro le 4 dei doppi (maschile e femminile) e le 5 dei singolari.

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