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Cerundolo smentisce l'aggressione al tassista: "Non è successo niente"

Un tassista ha denunciato l'argentino per aggressione. La polizia francese l'ha interrogato in commissariato. Ma la versione dei fatti raccontata da Cerundolo è decisamente diversa

di | 27 maggio 2022

Non è stata una serata tranquilla per Francisco Cerundolo. Nella notte tra mercoledì e giovedì l'argentino, eliminato contro Daniel Evans al primo turno al Roland Garros, si è visto piombare la polizia in albergo.

Un tassista di 61 anni, ha riportato per prima la testata locale France Bleu, aveva presentato una denuncia al commissariato di polizia del 15° arrondissement di Parigi dopo un alterco con il giocatore e quattro persone che erano con lui: l'accusa era di "aggressione volontaria aggravata dallo stato di ebbrezza". 

Dalla sua testimonianza, scriveva France Blueu, risultava che Cerundolo lo avesse schiaffeggiato perché si era rifiutato di trasportare tutte le cinque persone all'interno della sua auto, da massimo quattro posti.

Il tassista raccontava che, dopo lo schiaffo di Cerundolo, una delle altre quattro persone sarebbe intervenuto a dividerli, e accidentalmente lo avrebbe nuovamente colpito. L'uomo ha visto passare una pattuglia della polizia e ha fermato gli agenti per raccontare l'accaduto. Intanto Cerundolo e le altre quattro persone sono entrati in un hotel lì vicino, dove la polizia li ha interrogati. 

L'argentino è stato anche portato in commissariato ma la polizia ha annunciato di aver archiviato la denuncia senza conseguenze per assenza di prove. Non c'erano infatti immagini di video-sorveglianza né testimoni che potessero provare il racconto del tassista.

Cerundolo, nella mattinata italiana di venerdì, ha pubblicato sui suoi profili social la sua versione dei fatti per smentire alcune delle distorsioni a suo dire emerse nelle ultime ore. 

"Era notte, stavo prendendo un taxi con i miei familiari e gli ho chiesto se avrebbe potuto farci un favore trasportandoci tutti e cinque - esordisce Cerundolo -. Mi ha detto che, se aspettavo qualche minuto, sarebbe andato ad accompagnare loro e poi sarebbe tornato. Ma quando si è girato e ci ha sentiti parlare in una lingua straniera, ha iniziato a innervosirsi, a trattarci male. Ci ha detto che in cinque non ci avrebbe portati, che avrebbe chiamato la polizia.

"Siamo entrati all'hotel per farci chiamare un altro taxi ma dopo qualche minuto è arrivata la polizia. Hanno interrogato me e uno dei miei familiari nella hall perché il tassista aveva detto che lo avevamo aggredito" ha detto. Ma una volta in commissariato, vista l'assenza di prove o immagini a sostegno dell'accusa, "si sono accorti che non era successo niente. Ci hanno chiesto scusa perché non potevano credere di averci fermato per questo. E' stato solo un brutto momento".

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