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Coppa Davis, Ferrer in esclusiva: "L'Italia è tra le prime favorite" (VIDEO)

Intervista all'ex numero 3 del mondo, direttore delle Finals di Coppa Davis. A SuperTennis, lo spagnolo ha elogiato Jannik Sinner e la squadra azzurra in vista dell'edizione 2022.

25 luglio 2022

“Penso che l’Italia abbia in questo momento la migliore generazione degli ultimi trent’anni”. Parola di David Ferrer, ex numero 3 del mondo, nuovo direttore delle Davis Cup by Rakuten Finals. “Entrambi mirano a diventare degli assoluti dominatori” ha detto in un’intervista concessa al canale tv SuperTennis, realizzata da Lucrezia Marziale. “Alcaraz ha già vinto un Masters 1000 e ha solo diciannove anni. Jannik ha fatto finale in un 1000 e non è andato lontano da arrivare in finale anche in uno Slam. Sono entrambi una realtà del tennis mondiale e probabilmente dei futuri campioni Slam.

Nel nuovo ruolo di direttore, per cui confessa “una grande emozione”, promette di sfruttare la sua esperienza di giocatore. “Essere stato un tennista professionista mi può aiutare nel comprendere meglio le necessità dei giocatori che oggi competono in Davis, soprattutto riguardo alla programmazione e al formato. È importante che le date della Coppa Davis permettano la partecipazione dei migliori giocatori del mondo. E il nuovo formato ha proprio questo scopo”.

In Coppa Davis, la principale competizione a squadre nel tennis maschile, per vincere “è fondamentale che la squadra sia unita” spiega Ferrer. 

“Basandomi sulla mia esperienza di giocatore, al di là del fatto che avevamo Nadal e questo ci rendeva tutto più facile, avere un ambiente sereno è molto importante. Il punto del doppio poi conta tantissimo in Coppa Davis, tanto quanto il singolare. Perciò se c’è un bel clima e hai in squadra che prendono molto seriamente la nazionale, hai la possibilità di conquistare la Coppa Davis. Da questo punto di vista, credo che l’Italia sia tra le tre principali favorite per la vittoria finale”.

La consegna del Davis Cup Award of Excellence a David Ferrer per il suo contributo alla nazionale spagnola

La Spagna dovrà provare a dimenticare la delusione dell’anno scorso quando si fermò dopo il girone in casa a Madrid. Giocare la Davis davanti al proprio pubblico, come accadrà anche quest’anno con il girone a Valencia e la fase finale a Malaga, “ti mette più pressione addosso ma al tempo stesso sei più motivato. Io sceglierei sempre di giocare in casa perché c’è la tua gente e quindi il pubblico è per la maggior parte in tuo favore” ha detto Ferrer.

Dipende tutto dalle caratteristiche dei giocatori, spiega l’attuale direttore delle Finals che in Coppa Davis vanta un bilancio di xx vittorie e xx sconfitte. “Alcuni sembrano nati per la Davis ma abbiamo anche visto grandi campioni non riuscire ad esprimersi al meglio proprio perché non sono riusciti a metabolizzare questa pressione. Ma se giochi bene in Davis, per me la soddisfazione che ne deriva non ha eguali con gli altri tornei perché giochi in squadra e per il tuo paese. Quando partecipi ad un torneo giochi per te stesso, non hai alle spalle un popolo che soffre e gioisce insieme a te. Quando ho rappresentato il mio paese, ho avvertito l’affetto di tantissima gente, tifosi che magari normalmente non seguivano il tennis ma la Coppa Davis sì. Ed è soprattutto per questo che vincerla, e condividerla, è stato incredibile”.

Lo spirito di squadra ha sempre caratterizzato anche l’Italia, sottolinea Ferrer. “Il vostro Paese è stato teatro di moltissime partite, i vostri tennisti sono cresciuti moltissimo. In passato avete avuto giocatori con ranking magari più bassi rispetto a oggi ma in Coppa Davis hanno sempre fatto bene. Gli italiani sono sempre molto competitivi quando si tratta di giocare per la Nazionale, in tutti gli sport”.

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