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Paire senza filtri: "Le palline del Roland Garros? Spazzatura"

Benoit Paire si arrende al quinto contro Cameron Norrie. Ma l'attenzione del francese, in conferenza stampa, è andata alle palline del Roland Garros. Con parole non proprio tenere. “Diventano grandi già dopo pochi scambi – ha spiegato il transalpino – e questo condiziona il gioco, porta tutto a essere più lento"

29 maggio 2023

Ha sfiorato l'impresa, Benoit Paire, arrendendosi al quinto, dopo aver sprecato un break di vantaggio, contro Cameron Norrie. Ma l'attenzione del francese, in conferenza stampa, non è andata solo alla sua sconfitta, bensì anche (o soprattutto) alle palline del Roland Garros. Con parole non proprio tenere.

“Diventano grandi già dopo pochi scambi – ha spiegato il transalpino – e questo condiziona il gioco, porta tutto a essere più lento. Queste palline sono spazzatura (letterale, ndr)”. E ancora: “Non è la ragione per cui non ho vinto, sia chiaro, ma il fatto è che non si può giocare a tennis. Non si può attaccare, non si può tirare un ace, siamo costretti a giocare un altro tipo di tennis. In sostanza, vince chi tiene in campo la palla più a lungo. Siamo al Roland Garros, uno dei tornei più importanti al mondo, e ci fanno giocare con queste palline ridicole. Sono una vergogna”.

Tutto facile, invece, per Novak Djokovic, a segno in tre set su un avversario che ha origini serbe e che, da Nole, ha ricevuto parecchi complimenti.

“Kovacevic è un bravissimo ragazzo, ci siamo conosciuti tempo fa e ci siamo allenati diverse volte insieme agli Us Open. Parliamo la stessa lingua, perché lui ha origini serbe, e ho pure conosciuto la sua famiglia, davvero persone gentili. Sono rimasto sorpreso dal livello che ha raggiunto, ha ormai trovato il tennis per arrivare in alto, anche se quanto in alto non saprei dire. Per quanto mi riguarda, voglio vincere e dominare sempre a prescindere da chi c'è dall'altra parte. Ma non sempre ti riesce. Stavolta ho tenuto il match sotto controllo per due set e mezzo, poi sono stato bravo a gestire la tensione e ho giocato un ottimo tie-break. Considerate anche le condizioni, con parecchio vento, sono contento così”.

Una domanda, invece, porta indietro Nole agli anni in cui era un teen-ager. Chiunque di noi ha giocato qualche torneo junior, chi più, chi meno. Ed è importante tenere accesi i riflettori su di loro per dare ai ragazzi la motivazione giusta per crescere e migliorare. Giocai il Roland Garros Under 18 nel 2003, perdendo al terzo turno se non ricordo male (ricorda bene, ndr) dallo spagnolo Daniel Gimeno Traver, che oggi fa il coach di Bautista Agut. È interessante questo ciclo della vita che poi ti riporta alle persone che hai già incontrato nel tuo percorso”.

“Per gli junior, gli Slam sono tornei importanti perché ti puoi presentare al mondo, dunque magari avere delle chance di trovare degli sponsor che ti aiutino. Quando li giochi, hai sempre la speranza che qualcuno ti noti e ti offra qualcosa che ti possa aiutare a gestire la tua carriera, perché quello è un periodo non semplice”.

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