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Ex numero 1 junior nel 2010, l'australiano ha subito sei operazioni alle ginocchia. Nel 2018 riuscì a entrare in top-100 guadagnando 841 posizioni in 12 mesi.
di Alessandro Mastroluca | 01 febbraio 2021
Ventisette anni, numero 265 del mondo. Sono i due elementi di base del profilo di Jason Kubler, che ha sconfitto Lorenzo Sonego. Ma qualunque giudizio sommario che si basi su questi due dati risulta affrettato e fuorviante. Perché è raro trovare un giocatore per cui la combinazione di età e posizione in classifica dica così poco sul suo effettivo valore.
Come per Thanasi Kokkinakis, anche sulla carriera di Kubler resta la domanda delle domande, che risposte non avrà: "Cosa sarebbe successo se...?". Il "se", nel suo caso, è legato a una condizione ereditaria a entrambe le ginocchia che lo porta ad avere i legamenti più deboli del normale.
Avviato al tennis dal padre, morto di cancro quando Kubler aveva otto anni, ha mostrato presto predisposizione per il gioco, spirito competitivo e un carattere impulsivo. Numero 1 junior nel maggio 2010, l'anno in cui ha esordito in uno Slam all'Australian open e conquistato il primo punto ATP, ha iniziato a fare i conti con le ginocchia troppo deboli per le sue ambizioni.
Ha subito sei operazioni chirurgiche: cinque al ginocchio sinistro, una al destro. Tra marzo 2012 e maggio 2015 ha giocato solo sulla terra battuta, per non sollecitare troppo le articolazioni. Ed è arrivato comunque tra i primi 150 del mondo. Poi si è fermato di nuovo, non ha giocato per un anno intero tra marzo 2016 e marzo 2017. Era praticamente al verde. Per vivere, si è messo a fare il maestro. Conservava i soldi che guadagnava in una scatola, invece di metterli in banca, come motivazione.
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Ha pensato più volte di smettere, ma si è sempre rialzato. Quando riprende, nella primavera del 2017, non ha classifica. Vince un Future a Frascati in doppio con Alex Bolt, che avrebbe poi battuto nella finale di Traralgon, conquistando il primo Challenger in singolare dal 2014. Chiude il 2017 da numero 341 del mondo, poi nel 2018 succede qualcosa di incredibile.
Kubler, che per anni non ha potuto nemmeno mettere piede su un campo in cemento senza che il ginocchio si gonfiasse, vince 17 delle prime 18 partite in stagione. Al Challenger di Playford, diventa il primo qualificato in nove anni a vincere un titolo senza perdere un set. La sua ricerca della felicità raggiunge il traguardo a lungo sognato in Canada. Kubler trionfa nel Challenger di Winnipeg, poi centra la semifinale a Gatineau e la finale a Vancouver (sempre nella stessa categoria di tornei). In mezzo, da lucky loser al posto della testa di serie Kyrgios, si regala anche un ingresso al secondo turno dell'ATP 500 di Washington.
If anyone deserves it, it's @JasonKubler ??
— ATP Tour (@atptour) August 27, 2018
A first grand slam victory for Australian @JasonKubler at the #USOpen ?? pic.twitter.com/kQhs1MP3nB