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Il dilemma del misto, che ogni 4 anni vale Oro

Dal 1924 (Parigi) al 2012 (Londra), del doppio con maschi e femmine a condividere gioie e dolori non si è più avuta traccia. Salvo poi ricomparire nella Wimbledon olimpica. L'Italia vanta due Slam (Reggi e Pietrangeli) ma nessuna medaglia ai Giochi

di | 31 luglio 2024

Quando si parla del doppio che attraversa (da tempo) un momento di crisi, al punto da provare a mettere i microfoni ai giocatori – idea interessante – per coinvolgere il pubblico, non si intende il doppio misto. Perché il misto, semplicemente, è fuori da ogni schema, da ogni idea di progetto o di popolarizzazione. Eppure il misto esiste. Non solo nei club dove uomini e donne si spartiscono il campo la domenica mattina – accade da sempre e continuerà ad accadere – ma pure nel circuito. Seppur confinato a pochissime occasioni. Gli Slam, le competizioni a squadre vecchie e nuove (Hopman Cup, United Cup), le Olimpiadi.

Ecco, le Olimpiadi. Dal 1924 (Parigi) al 2012 (Londra), del doppio con maschi e femmine a condividere gioie e dolori non si è più avuta traccia. Salvo poi ricomparire nella Wimbledon olimpica dove l'eroe fu Andy Murray e dove si ritrovò in via definitiva la bellezza del tennis ai Giochi dopo anni di dubbi e rinunce. Vinsero Victoria Azarenka (oggi ancora attiva...) e Max Mirnyi dalla Bielorussia, davanti a Laura Robson e al solito Andy Murray, cui sfuggì d'un soffio la doppietta del metallo più prezioso. Nel 2016 a Rio fu vicenda tutta americana, con Mattek Sands e Sock a segno su Venus Williams e Ram. Nel 2021 a Tokyo fu questione tutta russa, con Pavlyuchenkova e Rublev a sfilare l'Oro dal collo di Karatsev e Vesnina. 

Per l'Italia, nessuna medaglia, nemmeno nei tempi antichi di 100 e passa anni fa. Periodo storico nel quale spiccano nomi pesanti, su tutti quello della Divina Lenglen, vincitrice ad Anversa nel 1920 insieme a Max Decugis. Curiosità: il misto fu inserito nel programma a cinque cerchi fin dalla seconda edizione del 1900 (sempre a Parigi), ma in quel caso – visto il numero scarso di partecipanti – si consentì di mantenere squadre 'miste' con giocatori di diverse nazionalità. 

Il misto, più che in chiave olimpica, ha saputo trarre la sua consacrazione dagli Slam, con alcuni grandi che ne hanno fatto terreno di conquista. Martina Navratilova, per esempio, nella specialità vanta 10 Major, conquistati – attenzione – in un periodo che va dal 1974 al 2006, 32 anni. Qualcosa di poco comprensibile per noi umani. Nel 1974 trionfò al Roland Garros con il colombiano Ivan Molina, nel 2006 agli Us Open con Bob Bryan.

Un'altra che nel misto ha lasciato un segno è Martina Hingis, vincitrice di 7 Slam, 4 dei quali con l'indiano Leander Paes, a sua volta capace di arrivare a quota 10 nella specialità. C'è pure una traccia di SuperMac: 1977, Roland Garros, la coppia McEnroe/Carillo si prende il trofeo, l'unico dell'americano nella disciplina. Così come un unico titolo se lo prende la leggenda Drobny, sempre a Parigi ma nel 1948. Altri campioni negli albi d'oro? Eccoli. Tre trofei per Rod Laver, uno per Ken Rosewall, quattro per Don Budge, cinque per Bill Tilden. Nulla, in confronto ai 21 di Margaret Smith Court.

Big 3? Praticamente non pervenuti: tra Federer, Nadal e Djokovic, l'unico a vantare una presenza (un secondo turno a Melbourne nel 2006, in coppia con Ana Ivanovic) è il buon Nole.

E l'Italia? In tempi (relativamente) recenti c'è stata Raffaella Reggi a portare in alto il tricolore, se parliamo di misto nei Major. Siamo nel 1986, Us Open: l'azzurra si schiera a fianco dello specialista spagnolo Sergio Casal e riesce a fare filotto, battendo in finale Martina Navratilova – sempre lei – e Peter Fleming. Più indietro nel tempo, Nicola Pietrangeli conquista il trofeo a Parigi nel 1958 accanto all'inglese Shirley Bloomer.

Difficile formare una tradizione, quando in definitiva le occasioni per giocare insieme sono poche. Il doppio, per affrontare il dilemma misto, bisogna averlo nel sangue. E in fondo è per questo che Andrea Vavassori e Sara Errani si sono ritrovati insieme, in quel di Parigi 2024.

A proposito di Olimpiadi attuali. C'erano alcuni big, al via del tabellone in questione: Zverev, Medvedev, Tsitsipas, Fritz, oltre a Caroline Garcia, Mirra Andreeva e Maria Sakkari. Solo Fritz – con Coco Gauff – si è salvato al primo turno. Per gli altri, il doppio rimane alternativamente qualcosa di sconosciuto o di difficilmente digeribile. Al di là del fatto che si giochi con accanto un uomo o una donna.

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