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Eventi internazionali

Musetti show ha la racchetta a fior di pelle

Il tennis spettacolare che Lorenzo Musetti ha espresso contro Schwartzman ha attirato l'attenzione del mondo. Il carrarese è diventato il secondo italiano più giovane a battere uno dei primi 10 giocatori del mondo dopo Jannik Sinner. "In ogni partita, hai il 50% di possibilità di vincere" ha detto. Stanotte in diretta su SuperTennis la sfida con Tiafoe

di | 17 marzo 2021

Il tatuaggio sul braccio sinistro di Lorenzo Musetti: un battito cardiaco che comincia e finisce nella racchetta

Il tatuaggio sul braccio sinistro di Lorenzo Musetti: un battito cardiaco che comincia e finisce nella racchetta

"Abbiamo tutti una racchetta, e in mezzo c'è la rete. In ogni partita, hai il 50% di possibilità di vincere: questo è il tennis". Parole e musica di Lorenzo Musetti. Parole profetiche, pronunciate dopo la qualificazione per il main draw di Acapulco, il suo secondo ATP 500 in carriera. Parole che anticipavano l'esibizione di eleganza e completezza con cui, al primo match in carriera contro un top-10, ha sconfitto Diego Schwartzman 6-3, 2-6, 6-4. Il suo percorso continua contro Frances Tiafoe: appuntamento all'una di stanotte, in diretta su SuperTennis.

Sul braccio sinistro, appena sopra il gomito, Musetti sfoggia un tatuaggio-manifesto. Una linea, come quella di un elettrocardiogramma, che comincia e finisce con una racchetta da tennis. Con quella racchetta, in effetti, può fare quel che vuole. Con quella racchetta, ha disegnato un tennis spettacolare.  Ha squadernato volée, palle corte, passanti e rovesci lungolinea fulminanti. "Ho giocato una delle mie partite migliori di sempre" ha ammesso dopo il match.

Nel corso della partita, ha esaltato il pubblico presente ad Acapulco. Ha anche chiesto gli applausi dopo uno dei punti più belli della partita, nel sesto game del terzo set. Un punto che sintetizza tutte le dimensioni del gioco offensivo. Musetti sa come verticalizzare, come stare a rete e lo dimostra con una prima volée in allungo prima di chiudere il punto.

Ma sa anche come ricamare con la racchetta per accorciare, rallentare, per costringere in avanti un avversario che in quelle zone di campo si trova come in una terra straniera.

Lorenzo Musetti al servizio (foto Getty Images)

Musetti ha mancato i primi match point sul 5-1 0-40, ha incassato la rimonta fino al 4-5 di uno Schwartzman tutt'altro che arrendevole o disposto a cedere. L'argentino gli ha annullato un quinto match point dopo uno scambio di trenta colpi. Poi, finalmente, Musetti si è disteso sul cemento blu come un mare in cui è dolcissimo naufragare.

In questa vittoria, ha detto dopo la partita nell'intervista in campo, "c'è molto lavoro, tanto sacrificio e qualche lacrima ancora negli occhi".

Si è messo alle spalle mesi non semplici. Lo scorso ottobre, durante la sua prima semifinale ATP al “Sardegna Open”, si è dovuto ritirare per un edema da stress al gomito destro. 

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"E’ stato fermo una dozzina di giorni per questo problema fisico - ricordava coach Simone Tartarini al nostro Gianluca Strocchi -, poi però non si è potuto allenare con me perché al rientro dalla Sardegna sono risultato positivo al Covid, per cui non ho potuto seguirlo né a Parma né ad Ortisei, challenger sul veloce a cui Lorenzo è arrivato ormai a corto di energie". Si spiegano così le due sconfitte consecutive contro Roberto Marcora.

E' andato a vivere da solo, come ha raccontato a Max Giusti nella nostra intervista andata in onda durante la pausa natalizia.

Quest'anno, dopo lo stop al primo turno di qualificazioni per l'Australian Open contro Botic van de Zandschulp, ha giocato e perso due finali Challenger, ad Antalya sulla terra contro lo spagnolo Jaume Munar e a Biella sul duro contro il coreano Soon Woo-Kwon.

Passaggi di tempo e step di crescita che hanno preparato il terreno per il suo primo successo sul duro nel circuito ATP, il primo nel main draw di un ATP 500. 

Prima di lui, solo un altro italiano aveva battuto un top-10 prima di compiere vent'anni: Jannik Sinner aveva 18 anni e 177 giorni quando superò il belga David Goffin a Rotterdam nel 2020.

Musetti, a 19 anni e 14 giorni, lo segue e lascia pregustare l'inizio di un possibile dualismo destinato ad appassionare e dividere. Quel suo tatuaggio potrebbe presto diventare un sentimento condiviso.

"L'Italia possiede talenti incredibili" ha scritto il grande giornalista francese Eric Salliot. "Sinner è solido e compatto. Musetti è l'ispirazione e la grazia. La fusione dei due sarebbe un capolavoro".

Fino all'esplosione di Sinner e Musetti, il più giovane italiano a battere un top-10 nell'era del ranking computerizzato era Cristiano Caratti che a 20 anni e 2 mesi superò l'allora numero 6 del mondo Brad Gilbert a New Haven nel 1990. 

Lorenzo Musetti esulta dopo il successo su Schwartzman nel primo turno di Acapulco 2021 (foto Getty Images)

Brad Gilbert, ex allenatore di Andre Agassi, è diventato uno dei coach più rinomati, e non solo per la sua filosofia del "Winning ugly", "Vincere sporco". Non vuol dire farlo in maniera scorretta, ma trovando soluzioni tecniche e mentali anche quando non si esprime il proprio tennis migliore.

Gilbert è una star di Twitter, famoso per i soprannomi che dà ai giocatori di maggiore appeal. 

"Musetti ha decisamente bisogno di un soprannome il più presto possibile" ha scritto durante la partita contro Schwarzman. Ha apposto il suo marchio, come un certificato di qualità.

Il più convincente, tra i suggerimenti di giornalisti e fan che hanno risposto all'invito, è "Muserati". Un evidente gioco di parole in associazione con un brand simbolo del made in Italy nel mondo, un'icona di eleganza e potenza nel mondo delle auto sportive di lusso. Preziosa e di carattere, come il tennis di Musetti.

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Al prossimo turno (all'1,00 di stanotte ora italiana), affronterà per la terza volta lo statunitense Tiafoe.

Si sono già incontrati a livello Challenger, l'anno scorso sulla terra battuta, e hanno vinto una volta a testa. Ma questa è un'altra storia. Comunque vada a finire, la strada di Musetti è tracciata. Come scrive l'ATP sul suo profilo Twitter, "il ragazzo è qui per restarci".

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