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Presentiamo la traduzione integrale di un lungo articolo con cui il New York Times celebra il grande momento del tennis italiano. Grande attenzione a Berrettini, Sinner e Musetti
05 giugno 2021
Presentiamo la traduzione integrale di un lungo articolo del 5 giugno 2021 con cui il New York Times celebra il grande momento del tennis italiano
La misteriosa ascesa dei tennisti italiani
La generazione d'oro di una nazione che non ha mai espresso un numero 1 del mondo
di Matthew Futterman
Il torneo dello Slam attualmente in corso si potrebbe chiamare Open di Francia. Il principale favorito per il titolo in singolare maschile arriva dalla Spagna. Ma questo torneo - e forse il futuro del tennis maschile - appare molto italiano. Può sembrare strano, soprattutto agli italiani che non hanno mai espresso un numero 1 del mondo.
Ma due diciannovenni Jannik Sinner, che a sorpresa ha raggiunto i quarti al Roland Garros l'anno scorso, e Lorenzo Musetti, che sta giocando il suo primo torneo dello Slam, sono arrivati al terzo turno.
Ha fatto lo stesso Matteo Berrettini, 25 anni, nona testa di serie. Si sono aggiunti al terzo turno al veterano 34enne Fabio Fognini, testa di serie numero 27, che ha dominato i primi due avversari nel torneo ed è una sorta di leader spirituale per i giovani che guidano questa carica italiana senza precedenti.
"E' qualcosa a cui non siamo abituati, nessuno lo è" ha commentato Matteo Berrettini dopo il successo sull'argentino Federico Coria 6-3 6-3 6-2.
Il tennis sarà anche lo sport individuale per eccellenza, ma a volte si producono ondate di giocatori in una nazione. I tedeschi (Boris Becker, Steffi Graf) hanno vissuto il loro momento di gloria negli anni Ottanta, Gli statunitensi (Pete Sampras, Andre Agassi, Jim Courier, Michael Chang) erano presenza fissa in Top 10 nei Novanta. Un decennio fa, la Spagna era la nazione regina, ha trionfato quattro volte in otto anni in Coppa Davis, la principale competizione per nazioni, guidata da Rafa Nadal.
Se una nazione produce una stella per una generazione, è ragionevole che altre ne seguiranno. Ma a volte le nazioni producono un campione, e allora il vivaio del tennis rimane quasi vuoto. Non ci sono giovani svizzeri in Top 100 pronti a prendere il posto di Roger Federer. Il più giovane spagnolo in Top 40, Pablo Carreño Busta, ha 29 anni. "Pensi che avere più giocatori validi in una nazione possa alimentare la generazione successiva, ma a un certo punto la catena si spezza" ha detto Andrea Gaudenzi, un Top 20 negli anni Novanta, ora presidente dell'ATP Tour.
Perciò cosa ha reso l'Italia così forte in questo momento della storia del tennis maschile? Cercare la risposta a questa domanda è come chiedere indicazioni stradali a Roma: molte possibili opzioni, nessuna apparentemente migliore delle altre. Anche le menti tennistiche più brillanti non sanno effettivamente come sviluppare un giocatore fenomenale, ancor meno diversi giocatori così nello stesso tempo.
Al livello più alto, il gioco richiede il coraggio del pugilato, l'atletismo del basket e il tocco del biliardo. Provate a mettere tutto questo insieme. L'Italia ha cominciato a organizzare molti più tornei di livello più basso [Challenger e ITF, NdT] nello scorso decennio.
Questo ha permesso a Sinner e Musetti un più facile accesso ai tornei professionistici per fare esperienza. Eppure, ci sono anche altre nazioni che presentano un'abbondanza di tornei minori in calendario, ma non hanno un gruppo di giocatori paragonabili agli italiani. Ad esempio gli Stati Uniti, estesi oltre cinque volte più dell'Italia e organizzano tanti tornei di livello più basso, non hanno un giocatore nei primi 30 del mondo.
Andreas Seppi, il 37enne veterano che ha sorpreso Felix Auger-Aliassime al primo turno al Roland Garros, ha attribuito la proliferazione di top player italiani agli allenatori, più esperti di com'erano durante i suoi primi anni di carriera. Seppi ha detto che il suo coach, Massimo Sartori, ha essenzialmente imparato il mestiere con lui. "Sono stato il suo primo giocatore" ha detto Seppi, "ora tutti i coach sanno cosa devono fare, conoscono come funziona il circuito".
Al contraio il coach di Sinner, Riccardo Piatti, ha lavorato in precedenza con un giovane Novak Djokovic, e con top player come il francese Richard Gasquet o il canadese Milos Raonic. Ancora Simone Tartarini, allenatore di Lorenzo Musetti che lo segue da quando aveva sette anni, ha seguito in passato soprattutto junior italiani. I due a volte condividono la stessa camera in hotel durante i tornei.
La diversità nei percorsi di crescita di Sinner e Musetti non offrono indizi su come si arriva al successo. Sinner, figlio di un cuoco e di una cameriera in un rifugio alpino, era un campione junior di sci e si è specializzato nel tennis solo nella prima adolescenza quando ha iniziato a frequentare un'accademia. All'inizio, ha detto quest'anno, è stato difficile abituarsi alle tante ore in campo dal punto di vista fisico ed emotivo. Musetti ha iniziato a giocare a tennis a quattro anni. A parte le occasionali partitelle di calcio con gli amici, non ha mai praticato alcun altro sport. A 12 anni, era fra i migliori junior italiani. Perciò se questa generazione d'oro del tennis italiano dimostra qualcosa, forse è la natura casuale dello sviluppo e la varietà dei modi in cui si può giocare.
"Qualcuno potrebbe dire che ci lamentiamo tanto in campo" ha scherzato l'altro giorno Musetti. "Io lo facevo, ma ora sono un po' più maturo". Vedere Fognini per credere. Fognini, che in primavera ha giocato in doppio con Musetti, offre regolarmente consigli su scelte tattiche e avversari ai suoi connazionali più giovani. Non esiterà a protestare per una chiamata, a lamentarsi con un arbitro o con un avversario. ***
Stava battendo facilmente l'ungherese Marton Fucsovics mercoledì, quando un tifoso in mezzo a un gruppo rumoroso ha urlato dopo uno dei suoi servizi, interrompendo il gioco. Non gli è piaciuto, e si è assicurato che l'arbitro lo sapesse. Anche in vantaggio di due set e di due break, continuava a lanciare lunghe occhiate al segno lasciato dalla pallina. Tuttavia, al terzo turno Fognini è rimasto a corto di energie, perdendo 6-4, 6-1, 6-2 contro l'argentino Federico Delbonis.
Dall'altro lato Musetti, Sinner, Berrettini e il 26enne Lorenzo Sonego, testa di serie numero 26 ma sconfitto in tre set al primo turno, in campo sono più concentrati sul gioco. E nemmeno giocano come Fognini, che è un classico contrattaccante. Taglia, picchia, tocca con il diritto in attesa della più piccola apertura e poi spinge.
Giovedì Sinner ha giocato come fa sempre. Per tutto il match, ha attaccato un altro italiano, il numero 87 del mondo Gianluca Mager, con frecce dalla linea di fondo verso le righe laterali. Berrettini, alto 196 centimetri, guida con il suo potente servizio misurato anche a 235 kmh. Si apre il campo di forza e chiude tanti punti a rete. Ha anche una palla corta di rovescio molto efficace.
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Musetti è solido quasi in tutte le zone del campo, con un rovescio a una mano di qualità da museo, un colpo bello giocato dal basso verso l'alto che fa volare la pallina dalla sua racchetta. I suoi avversari si illudono di aver vinto il punto avendolo chiuso nell'angolo dal lato del rovescio, ma si vedono infilati da un vincente fulminante nell'angolo.
"Ha tanti colpi" ha detto di Musetti il greco Stefanos Tsitsipas, numero 5 del mondo, dopo averlo sconfitto in Messico a marzo. "Deve solo lavorare un po' sul servizio". Musetti ha raccontato di aver passato buona parte della primavera proprio su questo, cercando di renderlo meno prevedibile. E il lavoro sembra pagare.
Ha superato i primi due turni senza perdere nemmeno un set. Giovedì verso la fine del terzo parziale, il suo avversario, il giapponese Yoshihito Nishioka, di sei anni più grande di lui, calciava la racchetta e gettava il cappello. "Non cercherò di dare spiegazioni" ha detto Musetti dopo la vittoria.
Al terzo turno sfida un altro italiano, il numero 83 del mondo Marco Cecchinato. Musetti ha un record vittorie-sconfitte di 20-11 nell?ATP Tour. Secondo Greg Sharko, lo statistico cell'ATP, è un rendimento all'altezza di quelli dei giocatori in attività che hanno concluso una stagione in Top 10. Il teenager toscano sta cercando di affrontare questi incontri negli Slam come ogni altro, anche se sa bene che non è possibile. "Pensi: racchetta, pallina, avversario" ha detto Musetti, "ma ogni torneo è diverso soprattutto negli Slam".