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Opelka studia da campione: prima finale in un "1000"

Lo statunitense, il più alto fra i Top 100 con i suoi 211 centimetri, ha sconfitto Stefanos Tsitsipas senza perdere mai il servizio. A Toronto, si giocherà il titolo contro Daniil Medvedev che ha "fatto fuori" John Isner in soli 55 minuti

di | 15 agosto 2021

Sarà anche alto 211 centimetri, ma Reilly Opelka sta stretto nei panni di "lungagnone" con un tennis di soli servizi potenti. Altrimenti, non sarebbe arrivato alla sua prima finale in un Masters 1000 a Toronto, per di più grazie alla prima vittoria in carriera contro un Top 5. In semifinale, ha infatti sconfitto 6-7(2) 7-6(4) 6-4 che ha vinto un punto più di lui ma non gli ha mai tolto il servizio.

Il successo sul greco è maturato dopo le vittorie su Nick Kyrgios, Grigor Dimitrov, Lloyd Harris e Roberto Bautista Agut: quattro partite in cui ha perso solo due volte la battuta e concesso appena undici palle break.

Il Masters 1000 canadese si conferma torneo per "grattacieli".

Opelka, il più alto dei quattro semifinalisti con i suoi 211 centimetri, ha sconfitto il più "basso" (193 cm).

Nell'altra semifinale invece John Isner, 208 cm, è crollato contro la grande efficacia al servizio e risposta di Daniil Medvedev, 198. Comunque vada, è un torneo da record per il circuito ATP: il primo dal 1990 in cui l'altezza media dei semifinalisti supera i due metri (202,5 cm).

Opelka è il simbolo più visibile, per via dei centimetri certo, ma anche per le magliette orgogliosamente sgargianti, della nuova morfologia dei tennisti di vertice. La sua carriera ha cambiato passo quest'anno grazie alla prima semifinale in un Masters 1000, anche se in pochi avrebbero immaginato che sarebbe maturata sulla terra rossa agli Internazionali BNL d'Italia di Roma.

"Ricordo che ero arrivato a Roma in anticipo, per allenarmi prima del torneo anche fuori dal Foro Italico. In albergo avevamo una bella palestra e due campi in terra battuta - ha detto lo statunitense, come riporta l'ATP -. Ricordo nitidamente un paio di allenamenti in cui ho sentito scattare qualcosa".

Visti dai social: filosofo Tsitsipas e la moda (?) di Opelka

Da allora, non smette di migliorare. E' quello che ha fatto, in fondo, da quando aveva otto anni e iniziava a giocare con Tom Gullikson, campione in doppio con il gemello Tim e capitano degli USA in Coppa Davis, che gli ha cambiato il movimento del servizio e l'impugnatura dei colpi. Gli ha fatto osservare il diritto e le strategie di Nadal, per assecondare la sua indole di studente.

Opelka è infatti collezionista d'arte contemporanea, esploratore di ristoranti di lusso, appassionato di moda e lettore di riviste di design. Sogna anche di avviare un suo brand a fine carriera. “Ma sto ancora imparando” confessava qualche tempo fa. 

Intanto, studia da top player. Sa che la stagione è lunga, mette in conto gli alti e i bassi, ma ha fissato l'obiettivo: vuole finire la stagione tra i primi venti del mondo. "E' lì che voglio arrivare - ha detto -. Sogno di essere uno dei migliori del mondo. Significa arrivare lontano negli Slam e nei Masters 1000. Significa essere testa di serie. Significa che sarei una minaccia per tutti, ed è questo che voglio".

Oggi in finale dovrà affrontare una prova durissima. Il suo avversario, Daniil Medvedev ha dato dimostrazione di non temere i grandi battitori e di essere in una forma strepitosa. Ha avuto la meglio di una super-bomber come John Isner in soli 55 minuti, chiudendo 6-2 6-2 un match in cui si è aggiudicato il 50% del punti alla risposta. Contro Isner una percentuale pazzesca.

Nel primo set il russo ha addirittura messo in campo l’86 % delle risposte. Alla fine Isner, che aveva perso il servizio solo 3 volte nelle 4 partite precedenti, se lo è visto strappare quattro volte in un solo match.

Medvedev non è stato strepitoso solo alla risposta: ha anche servito 11 aces (contro solo 4 di Isner) quattro dei quali consecutivi per chiudere il primo set.

La finale si preannuncia ad alto tasso di potenza balistica e per Reilly Opelka la sfida contro il n.2 del mondo sarà… in salita. I precedenti tra i due parlano di 3 vittorie del russo contro una sola dello statunitense, lo scorso anno a San Pietroburgo. L’ultimo faccia a faccia risale al Roland Garros ( ed è l’unico sulla terra battuta) dove Opelka venne travolto, mentre sul duro americano di Washington nel 2017 e di Miami nel 2019 Medvedev si impose ma lottando, in entrambi i casi, fino al tie-break del terzo set.

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