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Francesca e Federico raccontano il loro Slam rosso: i sogni, la famiglia, Formia, la musica spagnola e la playstation con Jannik
di Francesca Paoletti, da Parigi | 06 giugno 2023
Dopo le sconfitte nei rispettivi match di singolare, per Francesca Pace e Federico Bondioli quella odierna al Roland Garros è stata la giornata del riscatto... riscatto doppio, grazie al doppio: “Oggi molto bene – spiega Bondioli, classe 2005 di Ravenna – nel singolo invece un po’ colpa del sorteggio un po’ dell’atteggiamento non sono riuscito a far bene. Devo imparare a capire che posso giocarmela con chiunque e nei momenti importanti devo essere più consapevole. Nei momenti clou non ho saputo sfruttare le mie chances… tutta esperienza”.
Per Francesca Pace, romana, classe 2005, si tratta della seconda esperienza Slam dopo l’Australian Open dello scorso gennaio: “La tensione nel singolo mi ha fatto un brutto scherzo – racconta - , ma si impara anche da questo. Oggi invece in doppio è andata benissimo, con Alessandra (Teodosescu, ndr) avevamo già giocato insieme al Bonfiglio, ci stiamo trovando bene e ci divertiamo. Il doppio è utilissimo anche per migliorare la risposta e il servizio”.
Francesca e Federico fanno parte di un nutrito gruppo di junior azzurri che stanno diventando degli habituée anche a livello Slam: “Il nostro è un bel gruppo – spiega Federico – ci aiutiamo e ci stimoliamo l’un l’altro a far bene. Con Federica poi (la Urgesi, ndr) siamo migliori amici, ci conosciamo da sempre e giochiamo insieme da quando avevamo 8 anni. Abbiamo un rapporto speciale”.
La Pace ha il tennis nel sangue, mamma Irina Spirlea è stata numero 7 del mondo nel 1997 e papà Massimiliano è un noto coach: “La prima volta che ho preso la racchetta in mano avrò avuto due anni, ero nel salone di casa… mio padre mi tirava le palline, mia madre faceva i video… ho rotto un bel po’ di lampade! - racconta sorridendo - Ho visto qualche match di mia madre alla tv, ne ricordo uno giocato proprio al Roland Garros in cui faceva un vincente con palla corta su una seconda di servizio. ‘Ma cosa hai fatto mamma?!?’ le ho detto…. Ma lei dice che lo faceva spesso. E’ tranquilla, mi lascia i miei spazi ma se chiedo è sempre pronta ad aiutarmi”.
Federico ha fatto la prima conoscenza con il tennis al Foro Italico: “Mio padre giocava a beach tennis – racconta - e un anno giocò il torneo al Foro. Io provai a prendere la racchetta in mano in uno dei campetti dedicati ai bambini e da allora non ho più cambiato. Ho provato anche a giocare a calcio ma ero un disastro totale”.
Da Ravenna a Sassuolo, passando per i tre anni importantissimi nell’Accademia di Piatti e Bordighera: “In quegli anni – racconta Federico - ho conosciuto bene Jannik… certe partite alla playstation! Fino ai 13 o 14 anni il mio tennista di riferimento era Nadal poi ho conosciuto Sinner e Fognini e ho iniziato a seguire loro”.
La passione di Francesca si chiama, invece, Novak Djokovic: “Lo adoro. Per me è un grandissimo esempio, magari fare come lui… Cerco di guardare quello che fa e come lo fa e cerco di apprendere il più possibile. Partecipare ad uno Slam, essere a contatto con questi grandi campioni è una esperienza fondamentale… e si impara moltissimo anche guardando. In questi giorni, ad esempio, ci siamo scaldati accanto a Sabalenka e Khachanov, esperienza elettrizzante”.
Tra musica spagnola e la nuova vita a Formia Francesca Pace coltiva sogni importanti: “Mi piacerebbe molto giocare il torneo della mia città, il torneo di Roma. A livello Slam, invece, il mio sogno è lo Us Open. Mi alleno con Tathiana Garbin, Vittorio Magnelli e tutto lo staff della Federazione e mi stanno aiutando molto. Conoscono il tennis, capiscono le situazioni e sanno sempre cosa dirmi”.
Dopo il Roland Garros Federico è atteso dagli esami di scuola, poi challenger e ITF in Italia, prima di tornare a respirare aria di Slam con l’impegno sull’erba di Wimbledon. Dove ci sarà anche Francesca, e tutto il resto della 'new age' azzurra.