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Il russo batte Holger Rune al super tie-break del quinto set dopo essere stato a un passo dal successo già nel quarto e due volte a un passo dalla sconfitta nel quinto. Affronterà nei quarti il vincente tra Djokovic e De Minaur
di Enzo Anderloni | 23 gennaio 2023
“Peggio dell’ montagne russe: non credo di aver mai vinto una partita in questo modo. Quando ho colpito l’ultima palla ho capito subito che avrebbe centrato il nastro. Ho pensato: rimarrà di qua, dalla mia parte. Poi quando ho visto che è ricaduta di là…” . Stravolto e felice ha commentato così Andrey Rublev pochi istanti dopo che quella beffarda sfera gialla felpata aveva deciso una volta tanto di regalare a lui un colpo di fortuna, nell’ultimo punto della sua pazza partita degli ottavi di finale contro Holger Rune.
Una partita che il russo sembrava fosse in grado di chiudere al quarto set, prima di farsi breakkare sul 4-5, nel momento più impensato. Una partita che sembrava aver perso tre volte nel quinto set: prima sul 2-5; poi quando ha dovuto salvare due match point sul 5-6 (cancellati con formidabili servizi) e infine quando si è trovato sotto 0-5 nel super tie-break decisivo. Una partita che si è conclusa 6-3 3-6 6-3 4-6 7-6(11-9) dopo tre ore e 37 minuti con quel rovescio sul 10-9 che sbatte sul nastro e ricade nella metà campo del giovane danese.
Il finale rocambolesco è la fotografia di una partita che Rune, n.10 del mondo a 19 anni, aveva gestito con più maturità tattica del 25enne di Mosca, n.6 del mondo.
UN RUBLEV IN GIORNATA
Verificato con il medico in campo che una sorta di calo di pressione nel secondo set non era nulla di serio, e chiuso quel parziale a suo favore, Rune aveva tenuto testa al solito forcing di Rublev, capace di sparare palle da entrambi i lati del fondocampo per ore, apparentemente senza pensare.
Era in giornata, l’allievo di Fernando Vicente e Rune ha dovuto lavorare molto variando velocità, rotazioni, angolazioni e parabole per non farsi travolgere. Il ragazzino ha tanta qualità che, unita alla velocità, gli ha permesso di tenere quei ritmi forsennati e di approfittare del clamoroso passaggio avuto di Rublev, quando è andato a servire sul 4-5 nel quarto set.
Sembrava in controllo della partita Rublev e invece, al termine di un game disastroso di cui Rune ha subito approfittato, si è ritrovato al quinto set.
Improvvisamente il solito furore agonistico e balistico sembrava abbandonarlo. Le ficcanti geometrie di Rune prendevano il comando delle operazioni e il danese volava 5-2. Rublev si aggrappava al servizio e poi, sul 5-3, arrivava il momento “no” di Rune, che buttava al vento il suo turno di battuta con una serie di errori, magari millimetrici, ma errori.
MONTAGNE RUSSE
Come dicevamo Rublev rientrava in gioco per rischiare di uscire subito di nuovo quando sul 5-6 si trovava sotto 15-40. Il servizio, efficacissimo oggi (tranne in quei momenti di vuoto…), lo salvava. Ma si inceppava all’inizio del super tie-break, quando Rune, che pareva aver assorbito lo shock delle occasioni sfuggitegli, volava 5-0.
Tutto finito? Niente affatto: risalito 2-5, ancora grazie alla battuta, Rublev giocava punto a punto. Da 3-7 ne faceva sei di fila fino al 9-7, che gli concedeva due match point, che il moscovita non riusciva a concretizzare. Ci voleva una nuova rischiosa accelerazione sul rovescio di Rune per ottenerne un altro. E poi quella sua risposta di rovescio diventava vincente, con l’aiuto del nastro fatale.
Andrey Rublev si qualifica così per l’ottava volta in carriera per gli ottavi di finale di un torneo del Grande Slam. Un livello oltre il quale non è mai riuscito ad andare. Per farlo dovrà superare il vincitore dell’ottavo tra Novak Djokovic e Alex De Minaur: non sarà facile.
Ma anche il principino moscovita sta maturando: dietro il suo forcing a volte monocorde si comincia a leggere una maggiore attenzione tattica. Oggi ha dato prova di grande resilienza quando tutto sembrava perduto.
Alla fine ha avuto anche la lucidità di mandare l’ennesimo messaggio per la pace tra Russia e Ucraina, nonostante in questi giorni sia stato preso di mira da supporter ucraini a Melbourne Park. Prima o poi arriverà anche il suo pazzo, pazzo, pazzo momento.