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Rybakina “on fire” a Melbourne: è in finale!

Nella semifinale della parte alta la kazaka, 22esima testa di serie, ha battuto i due set la bielorussa Vika Azarenka, 24esima testa di serie, trionfatrice agli Australian Open del 2012 e nel 2013. Per Elena, che si è comunque già assicurata l’ingresso in top ten per la prima volta, è l'undicesima finale in carriera, la seconda in un Major

di | 26 gennaio 2023

Il saluto a fine match tra Victoria Azarenka ed Elena Rybakina (foto Getty Images)

Evidentemente ci ha preso gusto e le piacciono i palcoscenici importanti. E non soffre di timori reverenziali nei confronti di nessuna. La calma olimpica - almeno apparente - sembra essere l’arma vincente di Elena Ribakina, la prima finalista degli Australian Open, primo Slam del 2023 dotato di un montepremi record (76,5 milioni di dollari australiani) che si sta avviando alla conclusione sui campi in cemento di Melbourne Park. Intanto un obiettivo la kazaka lo ha già raggiunto: l’ingresso per la prima volta nella top-ten mondiale.

Nella sfida tra regine Slam - e tra la giocatrice più anziana e quella più giovane ancora in corsa - la kazaka, n.25 WTA e 22esima testa di serie, campionessa a Wimbledon 2022, alla sua prima “semi” Down Under”, ha battuto 76(4) 63, in un’ora e 41 minuti di partita, la bielorussa Victoria Azarenka, n.24 del ranking e del seeding, che giocava la sua terza semifinale a Melbourne, dove nel 2012 e nel 2013 ha conquistato i suoi due trofei Slam. Vika è stata la terza campionessa Major eliminata da Rybakina dopo la regina del tennis mondiale Swiatek negli ottavi ed Ostapenko nei quarti.

“Sono davvero super contenta di essere in finale e devo ringraziare il mio team per essere di nuovo arrivata all’ultimo atto di uno Slam - commenta a caldo Rybakina -. All’inizio la palla non andava tanto forse perché abbiamo giocato di sera però ho cercato comunque di dare il massimo. La finale? Cercherò di godermi la partita ma anche di vincere anche perché qui c’è tutta la mia famiglia. Giocare davanti alle ‘Original 9’ (le giocatrici che hanno reso il tennis femminile una realtà, festeggiate sul campo prima delle semifinali; ndr)? E’ stato un onore farlo, mi sono emozionata. E’ stato incredibile quello che avete fatto per il tennis femminile”.  

Il movimento di chiusura del diritto di Elena Rybakina (foto Getty Images)

A parte la calma, messa ancora più in evidenza dall’evidente nervosismo di Azarenka, l’arma in più di Rybakina è stata come sempre il servizio: 9 ace - che portano il totale nel torneo a 44 - contro 3 doppi falli, il 58% di prime in campo con il quale ha vinto il 76% dei punti anche se solo il 41% dei punti conquistati con la seconda. A referto per la kazaka 30 vincenti a fronte di 21 gratuiti (26 contro 27 il bilancio della kazaka).

La 23enne kazaka di origini russe (è nata a Mosca) si era aggiudicata in due set l’unico precedente con la 33enne di Minsk (arrivata in vetta al ranking a fine gennaio 2012, proprio dopo il suo primo trionfo agli Australian Open), disputato al terzo turno del WTA 1000 di Indian Wells lo scorso anno. Il match. Sostenuta dal suo poderoso servizio Elena parte subito forte cedendo solo un punto nei primi due turni di battuta del primo set: un po’ più laborioso invece l’approccio con la partita di Vika.

Eppure è proprio la bielorussa, con due vincenti di diritto, a centrare un po’ inaspettatamente il break nel quinto gioco (3-2): la kazaka continua a sbagliare con il rovescio però con un diritto che prende un pizzico di riga si procura la chance per il contro-break e con un altro diritto, in risposta, rimette le cose a posto (3-3). Rybakina riprende a servire come un treno (4-3), Azarenka accusa il colpo e subisce un altro break (5-3). Con un diritto vincente la 33enne di Minsk annulla un set-point con un diritto vincente nel nono game e poi un errore di rovescio della kazaka le permette di riaprire il set (5-4).

Il rovescio di Elena Rybakina (foto Getty Images)

Azarenka completa la rimonta (5-5) complice un altro errore di rovescio della sua avversaria che però non perde la testa e rimonta da 0-40 tornando in vantaggio 6-5. E’ il tie-break che decide: Elena prova ad allungare (2-0) ma viene ripresa (2-2), ci riprova (5-2) ma Vika non molla (5-4), alla fine però chiude per 7 punti a 4 su un diritto incrociato largo della bielorussa.

Con un diritto vincente Vika annulla una palla-break in avvio di seconda frazione (1-0). Nel terzo game le palle-break da difendere per Azarenka, però, sono tre e consecutive, ed a Rybakina basta la prima (2-1). La kazaka conferma il vantaggio (3-1). Nel quinto game la bielorussa si salva da 15-40 (3-2) ma nel settimo, complici anche due doppi falli, concede un secondo break a Rybakina che sale 5-2.

Il suo braccio però trema per un attimo e restituisce uno dei due break (5-3) ma Vika non ha nemmeno il tempo di tirare il fiato che ancora per colpa di un servizio che non va concede tre match-point e sul secondo caccia il rovescio in rete consegnandosi a Rybakina (6-3).

Per Elena è l’undicesima finale raggiunta in carriera, la seconda a livello Slam: tre i trofei messi in bacheca, l’ultimo proprio a Wimbledon lo scorso anno.  

Sabato Rybakina si giocherà il titolo con la bielorussa Aryna Sabalenka, n.5 del ranking e del seeding, che ha sconfitto 76(1) 62, in poco più di un’ora e mezza di gioco, la polacca che non ti aspetti, Magda Linette, n.45 WTA, vera rivelazione di un torneo davvero ricco di sorprese. La 24enne di Minsk, alla sua prima finale Slam, ha vinto tutte e tre le sfide precedenti con la kazaka ma le due non si affrontano da oltre un anno e mezzo.

Elena Rybakina (foto Getty Images)

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