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Matteo, primo favorito del seeding del ricco "Arizona Tennis Classic" (inserito nella nuova categoria dei Challenger 175: in Italia se ne giocheranno due, Cagliari e Torino) che si sta disputando sul cemento dell'Arizona, cede in tre set al qualificato russo Shevchenko
di Tiziana Tricarico | 18 marzo 2023
Una brutta versione, davvero troppo lontana dall’originale. Nei primi due match era stata sufficiente, stavolta no. E così nella serata italiana Matteo Berrettini è uscito di scena nei quarti di finale dell'"Arizona Tennis Classic", ricchissimo torneo Challenger 175 (nuova categoria introdotta per il 2023) dotato di un montepremi di 220mila dollari che si sta disputando sui campi in cemento del Phoenix Country Club della capitale dell'Arizona.
Il 26enne romano, n.23 ATP e prima testa di serie del torneo (wild card), dopo il successo nel derby d’esordio contro Mattia Bellucci, n.150 ATP, ripescato in tabellone come lucky loser, e quello sempre in due set sull’australiano Vukic, n.186 del ranking, promosso dalle qualificazioni, ha ceduto 64 36 63, dopo due ore di lotta, al russo Alexander Shevchenko, n.132 ATP, anche lui qualificato.
Matteo si è tenuto in corsa con il servizio: 7 ace (ma 4 doppi falli) ed il 61% di prime in campo con il quale ha ottenuto l’83% dei punti. Maluccio con la seconda di servizio (solo il 39% dei punti vinti) e proprio male con la risposta, sulla prima ma anche sulla seconda di servizio dell’avversario.
Nel loro primo confronto il primo offrire una palla-break è proprio Matteo che nel terzo gioco del set d’apertura sotterra in rete lo smash su un recupero disperato del suo avversario: l’azzurro però rimedia con una prima robusta e poi sale 2-1. Nel settimo game, però, Berettini combina un mezzo disastro: la prima non entra e Matteo ci aggiunge un errore di diritto, una volée di rovescio non impossibile in rete, un doppio fallo ed un altro diritto lungo e largo.
Ed il break è servito (4-3). Shevchenko conferma il vantaggio (5-3), il romano resta in scia (5-4). Nel decimo gioco il 22enne di Rostov-On-Don manca un set-point, con un doppio fallo offre la chance del contro-break a Berrettini che non ne approfitta, e poi alla seconda opportunità di chiudere il set sigla il 6-4 con una prima robusta.
Nel quarto game del secondo parziale Matteo non sfrutta una palla-break spedendo in rete il rovescio al termine di uno scambio estenuante con Shevchenko che lo costringe a fare il tergicristallo (2-2). E in quello successivo è lui a rischiare tantissimo, costretto ad annullare tre palle-break (le prime due consecutive) ritrovando servizio e diritto proprio al momento giusto (3-2).
Nell’ottavo gioco con un diritto sulla linea Berrettini si procura una palla-break e stavolta, al termine di una sfida tra rovesci tagliati, riesce finalmente a togliere per la prima volta nel match la battuta al suo avversario (5-3). E poco dopo a pareggiare il conto.
Nella frazione decisiva il russo prova l’allungo sfruttando il break nel terzo game e volando sul 4-1. L’azzurro cerca di non perdere contatto (4-2), nella speranza di un passaggio a vuoto dell’avversario che non arriva: Shevchenko chiude 6-3 al primo match-point con una prima efficace.
Con il Master 1000 di Miami alle porte urge correre ai ripari. E capire cosa fare per ritrovare quanto prima una condizione fisica almeno accettabile. Perché orgoglio e coraggio da soli non bastano.