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Gioia Trevisan: "Mi godo il momento". E' già Top 50

L'azzurra torna negli ottavi al Roland Garros grazie al successo in due set su Daria Saville, nata Gavrilova. E' il suo ottavo successo consecutivo. Battendo Sasnovich potrebbe tornare nei quarti a Parigi come nel 2020: è già sicura di migliorare il suo best ranking a fine otrneo. Oggi sarebbe n. 44

di | 27 maggio 2022

Trovare un posto nel mondo può non essere facile. Costruire un mondo in cui valga la pena trovare un posto, o anche solo provarci, regala certo soddisfazioni maggiori. Scoprire che quel posto non è lontano, non è altrove, ma dentro di te cambia tutto. Quel posto l'ha (ri)scoperto Martina Trevisan. Il campo da tennis, suo grande amore prima e suo nemico poi, è tornato ad essere il suo posto. Lo era a Parigi due anni fa, quando arrivò nei quarti di finale e giocava con il sorriso stampato sul volto. Lo è oggi che a Parigi torna forte del primo titolo WTA e di un tennis che la riporta dritta negli ottavi di finale. E poi chissà.

Ha di nuovo il sorriso delle grandi occasioni, Martina, quando dipinge un tennis vario e intelligente, brillante e d'attacco, moderno e classico insieme. Un tennis da maggio francese con cui mette l'immaginazione al potere, un tennis realista che chiede l'impossibile e trasforma i desideri in realtà. "Oggi è stato un giorno molto speciale. Non ho mai avuto un pubblico del genere. In questo momento non sento alcun tipo di pressione, mi sto godendo il momento e sto giocando bene"  ha detto dopo il successo 6-4 6-3 su Daria Saville, nata Gavrilova, numero 127 del mondo.

Ha lo stesso sorriso durante e dopo le partite dell'autunno 2020, che è stata la sua primavera, quella del volo della farfalla Martina fino ai quarti di finale al Roland Garros.

Il successo sull'australiana la riporta a una sola vittoria dal ripetere quel risultato. Oggi mostra una consapevolezza diversa, che nasce dalla striscia di otto partite vinte di fila e dal primo titolo WTA conquistato a Rabat. E' la prima italiana a firmare una striscia così lunga dalle nove di Francesca Schiavone tra Bogotà e Rabat nel 2017.

Virtualmente numero 44 del mondo, Trevisan ha dentro la stessa gioia di chi sentiva di aver perso un treno e invece l'ha visto passare di nuovo, di chi si sente al suo posto dopo tanto tempo e adesso questa sensazione vuole gustarla piano, fino in fondo. Così, dopo la partita, la toscana si è fermata a regalare asciugamani agli spettatori delle prime file, si è fermata con tutti quelli che glielo chiedevano a scattare selfie, sempre col sorriso di chi prova a rubare un secondo in più di felicità come un riscatto, come un dovere.

Un anno e mezzo fa, nell'autunnale edizione a porte chiuse, la fermò solo Iga Swiatek, apparizione inattesa e dominante che allora era ancora incerta se continuare a giocare o tornare a studiare. Si era data due anni di tempo per decidere: il dubbio, oggi che ha vinto 30 partite di fila e non cede un set dalla semifinale di Stoccarda, il dubbio non ha più senso di esistere.

Trevisan, stavolta, potrà eventualmente incontrarla solo in finale, è dall'altra parte del tabellone. Per eguagliare l'exploit del 2020 dovrà superare la bielorussa Aliaksandra Sasnovich, in campo come atleta neutrale.

Amante della Nutella e del bello, nel suo ricco profilo Instagram si mostra a Roma sul cofano di una Cinquecento rossa e a Parigi a passeggio con un cono gelato in mano.

Quando c'è da fare sul serio non si tira indietro. Al Roland Garros ha eliminato la campionessa dello US Open in carica Emma Raducanu e l'ex numero 1 del mondo Angelique Kerber. E' tornata così negli ottavi per la seconda volta in carriera su 28 major giocati. Ci era arrivata solo a Wimbledon 2018, perse contro Jelena Ostapenko.

Numero 47 del mondo questa settimana, 103 un anno fa quando al Roland Garros si fermò al secondo turno, Sasnovich ha una palla veloce, colpisce forte da entrambi i lati e non difende così male. Non è però rapidissima negli spostamenti, e questo può offrire delle opportunità a Trevisan, se riuscirà a prendere in mano il gioco.

La superficie più lenta è sua alleata, le dà più tempo per manovrare e poi attaccare, ma allo stesso tempo consente più tempo anche all'avversaria per arrivare sulla palla. Sarà una partita aperta, incerta, ma di sicuro non una missione impossibile. All'orizzonte, volendo guardare ancora avanti, ci sarebbe un quarto di finale contro Leylah Fernandez, teenager canadese finalista allo US Open leggera quanto veloce e tenace, o Amanda Anisimova, già semifinalista al Roland Garros a 17 anni nel 2019. Si può fare, si può osare. La felicità è un'idea sempre nuova. 

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