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Il quotidiano sportivo L’Equipe sottolineava la prestazione negativa dei giocatori di casa eliminati in massa dopo le sei sconfitte su sei di mercoledì, cui si è aggiunta la rinuncia di Monfils. Battuti anche gli ultimi tre superstiti
di Vincenzo Martucci | 02 giugno 2023
Lo squadrone francese ha perso gli ultimi soldatini rimasti al secondo turno. Arthur Rinderknech, che all’esordio aveva vinto il derby con lo spelacchiato Gasquet, ha ceduto 26 64 64 64 a Taylor Fritz. La sorprendente wild card Diane Parry, dal rovescio a una mano, si è arresa 61 62 contrro la quindicenne Mirra Andreeva che ha detto di voler vincere più Slam di Novak Djokovic, e l’ex promessa Oceane Dodin ha raccolto cinque game contro Ons Jabeur, che si è imposta 62 63. Per la seconda volta negli ultimi tre anni, non c'è nessun francese al terzo turno, maschile e femminile, al Roland Garros. Questo l'articolo pubblicato dopo il mercoledì nero di quest'anno, con le sei sconfitte su sei dei "Bleus" impegnati a Parigi e l'annuncio del forfait di Gael Monfils.
“Mercoledì nero”. L’Equipe, eco giornalistica più autorevole e veritiera che mai della pancia dello sport mondiale, riassume con una prima pagina ad effetto la delusione del Roland Garros, del tennis di casa e della famosa grandeur. Sì, una prima pagina, non per pompare un evento, o per salire da un giorno all’altro sul carro del vincitore dopo averlo appena affossato, non per rilanciare il teatrino del calcio o qualche polemica social.
Una prima pagina cronistica: cruda, amara, eloquente, inequivocabile e inattaccabile. Rafforzata all’interno da due pagine sulla numero 1 delle racchette dei “bleus” che saluta Parigi già al secondo turno, schiacciata dal titolo: “Sei zero”. E quindi la titolazione: "Giornata nera per i sei francesi in circostanze che lasceranno dei rimpianti per alcuni e delle prospettive interessanti per altri”. Puntando quindi il dito sull’ennesima delusione delle eredi, improprie, della mitica Suzanne Lenglen: “Garcia in crisi di identità”. Con la sua sofferta spiegazione: “Sono diventata passiva, l’ho lasciata condurre ili gioco e non sono riuscita a uscire da quella situazione. La cosa peggiore è che non sono riuscita ad andare a fondo del mio gioco offensivo, di rischi, e quindi di vincenti ed errori”.
Il giovane Luca Van Assche eliminato al Roland Garros (Getty Images)
Storicamente, le regine del tennis francese sono in egual modo molto dotate tanto di tecnica e di fisico, quanto flebili mentalmente. E Caroline, che aveva rilanciato la carriera aggiudicandosi il Masters di novembre, entra ed esce da un tunnel che nessuno in realtà comprende perché nasce solo nella mente della protagonista. La numero 5 del mondo, senza risultati, senza fiducia, al quinto torneo stagionale senza superare due turni di fila - da marzo a Indian Wells -, avendo battuto come avversaria di maggior classifica, e solo agli Australian Open di gennaio, la numero 40 del mondo, Leylah Fernandez, perdendo in media contro avversarie 49 WTA era destinata a crollare davanti all’ostacolo psicologicamente più delicato a Porte D’Auteuil.
Infatti, soffocata dalla straordinaria ed enorme pressione nello Slam di casa - decima volta su 13 che non supera il 2° turno -, crolla inevitabilmente contro l’ennesima russa, Anna Blinkova, fresca finalista a Strasburgo, peraltro allieva della scuola francese dell’ex pro francese, Jean-René Lisnard a Cannes.
Il risultato, 6-4 3-6 7-5, dice già molto sui su e giù della partita. Che, avanti Garcia un set e un break sembrava segnata: “Invece all’improvviso ho accusato terribilmente la tensione, ho smesso di spingere, non facevo più male, ho esitato, non ho più tentato la soluzione in 2-3 colpi”. Sommersa da 50 errori gratuiti, il destino di Caroline è apparso segnato, a dispetto dei 9 match point di cui l’avversaria ha avuto bisogno per sovrastare più che altro le proprie tensioni e il feroce pubblico giacobino.
Caroline Garcia eliminata al Roland Garros (Getty Images)
Lucas Pouille, ripreso - ci auguriamo tutti - per i capelli e tirato fuori dalla depressione, a 29 anni, non poteva essere competitivo contro il solido e, al secondo turno, s’è arreso legittimamente per 6-1 6-3 6-3 contro Cameron Norrie. Dopo Parigi, risalirà dal numero 675 della classifica al 400 circa: avrà la forza e l’umiltà per ricostruirei nei tornei Challenger? Lui giura: “Sono pronto a dare il 400% per guadagnarmi un posto in tabellone agli Australian Open di gennaio”. Con qualche aiutino (preziose wild card) della potente federtennis francese.
Lucas Pouille sconfitto al Roland Garros (Getty Images)
Malgrado la sconfitta per 6-4 6-3 7-6 con Davidovich Fokina, c’è un “galletto” che lascia il Roland Garros ancor più ottimista: è il 19enne Luca Van Assche (mamma italiana, papà belga, bandiera francese) che, dopo aver dominato il semifinalista 2018, Marco Cecchinato, firmando la prima affermazione Slam, ha mancato due set point al terzo set contro il 34 del mondo targato Spagna che avrebbero potuto aprirgli altri orizzonti. L’ex campione juniores di Parigi ha incantato per il rovescio e la tenuta del campo, evidenziando dei limiti d’altezza e di difesa sui quali deve molto lavorare.
Anche l’altro giocatore di qualità, il 23enne mancino Ugo Humbert, può trovare spunti validi dall’esperienza parigina. Ha perso 6-4 6-3 7-6 contro un Lorenzo Sonego troppo solido e lucido che l’ha spinto a commettere ben 45 errori, a dispetto del deficit in classifica (40 lui, 48 il torinese) che già a Montecarlo gli aveva annullato 4 mate point. “Non la considero una battuta d’arresto: la terra non sarà mai la mia miglior superficie, tatticamente non ho trovato soluzioni, ma se ripenso che ancora 10 mesi fa ero 160 del mondo e al Challenger di Granville dormivo in un seminterrato, e poi ho vinto i tornei di Cagliari e Bordeaux segnando dei punti importanti, sono molto fiero della stagione”.
Non sorride invece Leolia Jeanjean, 27enne 124 del mondo, che ha perso un’occasione contro la rivelazione russa/armena Elina Avanesyan (20 anni, 134), gasatissima dal colpo contro Belinda Bencic.
Poteva aspettarsi di più di una sconfitta per 6-4 6-2 3-6 6-3 Corentin Moutet contro Andrey Rublev, 7 del mondo accreditato del titolo a Montecarlo battendo il bambino prodigio Holger Rune? Il 61 ATP ci ha provato, chiamando il più possibile a rete con le smorzate il potente russo per uscire dalla morsa da fondocampo. Ma anche il vigoroso e cieco sostegno del pubblico non hanno prodotto il miracolo.
Ai 6 ko sul campo se ne aggiunge un altro, quello di Gael Monfils che, dopo la miracolosa rimonta di martedì notte sullo Chatrier contro il povero Baez, si ritira dal torneo lasciando via libera a Rune senza colpo ferire. Anche se, dopo quell’impresa - da 0-4 palla dello 0-5 a 7-5 al quinto set - è chiaro che, a dispetto di acciacchi e cali di motivazioni, lo rivedremo ancora in campo al Roland Garros. A dispetto dell’ennesimo incidente di percorso di "Monsieur Svitolina", come l’hanno soprannominato i maligni sottolineando che il tennista più forte della famiglia è la moglie, l’ucraina Elina.
Che ha gettato la spugna per un problema al polso destro certificato dai medici. L’ennesimo problema fisico di un campione che Rafa chiama “La pantera”, che tutti riconoscono come estremamente pericoloso, che può battere tutti i più forti, ma che non si è mai espresso con continuità e non è mai esploso compiutamente. E oggi, a 36 ani suonati, dice: “La vera domanda è: quanti altri Roland Garros mi restano?”.
Gael Monfils annuncoa il forfait al Roland Garros in conferenza stampa (Getty Images)