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Il giapponese Yoshihito Nishioka, cresciuto nell'accademia di Nick Bollettieri come Kei Nishikori, festeggia il primo ottavo Slam e le 100 vittorie in carriera. Ripercorriamo la sua storia
di Alessandro Mastroluca | 20 gennaio 2023
Yoshi, dinosauro amico e alleato di Super Mario nella celebre serie di videogame, è versatile e veloce. Yoshihito Nishioka, grande appassionato della saga, ha giocato più volte sull'assonanza e sulle affinità. Il suo canale YouTube, ad esempio, è "il canale di Yoshi". Il suo tennis una sintesi di pensiero veloce e volontà di precisione. Strumenti di lavoro per costruire la sua prima volta storica a Melbourne Park.
Al terzo turno dell'Australian Open 2023, infatti, Nishioka ha centrato il successo numero 100 in carriera e il primo ottavo di finale in uno Slam. Ha eliminato in tre set Mackenzie McDonald, che aveva sconfitto il campione in carica Rafa Nadal, menomato da un infortunio all'anca nella seconda parte del match.
Nishioka, numero 33 del mondo, è il terzo giapponese con almeno 100 partite vince e un ottavo Slam nell'era Open dopo Shuzo Matsuoka (148 successi e un quarto turno a Wimbledon 1995) e Kei Nishikori (431 vittorie e 22 ottavi Slam).
L'accostamento con Nishikori, finalista allo US Open 2014 e giapponese con la miglior classifica di sempre, ha accompagnato l'intera carriera di Nishioka. Anche lui ha un tennis fatto di schemi lineari e senso dell'anticipo, armi necessarie se sei alto 170 centimetri e pesi 64 chili.
Anche lui, come Nishikori, ha frequentato l'accademia di Nick Bollettieri grazie all'aiuto dell'ex presidente della Sony, Masaaki Morita, che ogni anno sovvenzionava un giovane giapponese pagando tutti i costi. “Ci dava un obiettivo da raggiungere entro l'anno – ha raccontato Nishioka -, se l'avessimo raggiunto saremmo rimasti anche l'anno successivo, altrimenti saremmo dovuti tornare a casa”.
Contrariamente a Nishikori, timido compagno di camera del figlio di Brad Gilbert a Bradenton, Nishioka prova a parlare con chiunque anche se non conosce così bene l'inglese.
L'incontro con Bollettieri imprime il secondo, cruciale, cambio di direzione alla sua storia. Il coach che ha cresto il successo di un modello, quello delle Academies private, che ha "svezzato" dodici numeri 1 del mondo tra ATP e WTA e imposto il rovescio a due mani ad Andre Agassi, lo convince ad abbandonare un'illusione. Da piccolo, infatti, Nishioka guardava come modelli a Rafa Nadal e a Fernando Verdasco. Benché mancini come lui, però, per un ragazzo con la sua struttura fisica non sono i riferimenti giusti.
Bollettieri lo guida verso Marcelo Rios. "Dovresti usare la tua tecnica e la tua velocità, imparare a giocare come lui” gli dice. Nishioka obbedisce e si mette a guardare su YouTube le partite del cileno, numero 1 ATP per una sola settimana. "Ho imparato molto su come costruire i punti - ha detto nel 2019 -. Marcelo sapeva fare tutto. Da quando ho iniziato a studiarlo, volevo giocare come lui".
I risultati dicono quanto fosse buono il consiglio, peraltro di semplice buon senso, di Bollettieri. Oro ai Giochi Asiatici del 2014, il primo per il Giappone nel singolare maschile di tennis dal 1974, Nishioka entra in Top 100 nel 2016 prima di raggiungere ad Atlanta la prima semifinale ATP in carriera. A Miami nel 2017, in piena ascesa, si rompe il legamento crociato anteriore sinistro a Miami e salta tutto il resto della stagione. Ricomincia dai Challenger nel 2018, per poi riaffacciarsi sul circuito e conquistare il primo titolo ATP a Shenzhen, da numero 171 del mondo, dopo essere passato dalle qualificazioni.
Nel torneo, salva due match point a Denis Shapovalov, capace l'anno prima di battere Rafa Nadal a Montreal, supera in semifinale il suo idolo Verdasco e in finale Pierre-Hugues Herbert. "Ricordate, sono Nishioka, non Nishikori” ha detto dopo la finale.
La progressione riparte. Nel 2019 batte Nishikori e centra i quarti a Cincinnati, nel 2020 a Delray Beach rimonta tre volte un set di svantaggio, arriva in finale ed entra in Top 50. A giugno del 2021, per la prima volta, è numero 1 del Giappone. Nel 2022 vince il secondo titolo ATP, a Seoul. Lungo il percorso firma la prima vittoria in carriera contro un Top 2, il norvegese Casper Ruud, e in finale supera Shapovalov.
"Yoshi", già semifinalista quest'anno ad Adelaide 1, continua ad andare veloce. E a dimostrare che l'altezza è solo mezza bellezza.