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Due set chiusi con l'identico punteggio - 75 75 - eliminano il campione in carica olimpico Zverev. L'italiano gioca un match impeccabile per tattica e tenuta mentale. Cento anni dopo De Morpurgo l'Italòia ha un giocatore in una finale olimpica. La finale per l'ora passa ora dal serbo
di Ronald Giammò | 01 agosto 2024
La linea d'ombra è infine superata. E Lorenzo Musetti, grazie alla vittoria ai quarti di finale dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 contro Alexander Zverev, può adesso spalancare le vele e far loro prendere tutto il vento necessario per solcare qualsiasi mare vorrà esplorare. Giunta al termine di due mesi di tennis d'alto rendimento, la vittoria contro il campione in carica delle Olimpiadi è il sigillo definitivo, l'anello che mancava nella costruzione di un giocatore che finalmente ha imparato ad abbracciare spigoli e avversità, a domare insicurezze e paure, consapevole che non di solo scintillio è fatta una carriera, e che solo passando dalle difficoltà poteva compiersi quel percorso di consolidamento su cui si fonda questo sport. Acquisire, consolidare, portare con sé.
Zverev era rivale scomodo, sconosciuto se si pensa all'unico precedente in cui l'aveva affrontato due anni fa e conclusosi con un ritiro dopo aver giocato un solo set. Il tedesco, dopo due anni di rincorsa, è riuscito in questo 2024 a riconquistare un posto in top5, a vincere un Masters1000 a Roma e a giocare la finale del Roland Garros. Pronostico e ranking pendevano in suo favore, ma alla fine a vincere è stato il giocatore più forte. Quello che meglio ha saputo leggere l'incontro e ad affrontarlo con il piano di gioco migliore. Ispirandosi, quando si è trattato di andare a segno e non scoraggiandosi quando invece centimetri e sfortuna sembravano congiurare contro di lui.
Lorenzo Musetti has been ON FIRE ??#Paris2024 #Olympics #tennis pic.twitter.com/dicWoLEeeR
— Tennis TV (@TennisTV) August 1, 2024
Un atteggiamento impeccabile, il suo. Ancor più del tennis esibito. Postura, body language, assenza totale di commenti: uno specchio impassibile e freddo, concentrato sul compito che lo attendeva cui non è bastata nemmeno la decisione repentina di chiudere il tetto a gioco in corso per distrarlo o farlo cadere in tentazione da alibi o scuse. E' questa la vittoria più importante, il risultato più prezioso da tenere stretto e su cui continuare a costruire. Per il 2024 che ancora resta da giocare, per le stagioni a venire e per tutto il tempo che vorrà.