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La scalata di Jiri Lehecka, tesoro di Boemia

Il ventenne ceco, cresciuto nel mito di Federer, segue il quartetto che si era già assicurato un posto a Milano: Lorenzo Musetti, Holger Rune, Jack Draper e Brandon Nakashima. Restano dunque solo tre posti utili per la qualificazione alle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals

26 ottobre 2022

La sua stagione è cominciata subito alla grande: qualificazione agli Australian Open e semifinale nel 500 di Rotterdam, persa non prima di aver strappato un set a Stefanos Tsitsipas. Poi Jiri Lehecka si è mantenuto su ottimi livelli per tutto il 2022, tanto da aver raggiunto con un certo anticipo la certezza della qualificazione alle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals di Milano. Il suo tennis si adatta un po' a ogni superficie, come da tradizione della scuola ceca: nasce sulla terra ma poi cresce (anche) sul veloce, e per questo adesso risulta un ottimo mix di consistenza e variazioni. La continuità non è ancora il punto forte del ventenne boemo, che tuttavia ha un carattere niente male.

Se ne sono accorti in tanti, quest'anno, anche al livello più alto. Contro i big, Jiri non ha affatto demeritato, mettendo spesso alle corde giocatori più esperti di lui. Detto del match di Rotterdam contro Tsitsipas, il ceco ha tolto un set anche a Grigor Dimitrov (primo turno dello Slam di Melbourne), ha battuto Denis Shapovalov e Lorenzo Musetti nella sua corsa olandese – ancora più clamorosa se pensiamo che fin lì non aveva mai vinto un match a livello di circuito maggiore – e ha sfiorato il successo contro due personaggi del calibro di Andrey Rublev (ottavi a Belgrado) e Roberto Bautista Agut (nei quarti a Kitzbuhel). Alla prova della Davis, infine, ha risposto presente anche per i colori della propria Nazionale, contribuendo alla vittoria su Israele e rendendo la vita difficile all'argentino Sebastian Baez.

Fin dalla semifinale di Rotterdam, dunque, Lehecka aveva messo nel mirino le Finals milanesi dei giovani. Che puntualmente ha raggiunto, grazie a un bottino consistente: 630 punti. Buoni anche, durante la stagione, per avvicinare i top 50 Atp, mentre attualmente il ceco si trova al numero 78. Figlio di due ex atleti professionisti – mamma nell’atletica, papà nel nuoto –, Lehecka è cresciuto in un ambiente che l’ha spinto a fare sul serio col tennis fin da piccolo, anche se la svolta è arrivata quando ha deciso di affidarsi a Michal Navratil, figlio di Jaroslav, da anni tecnico ceco di Coppa Davis. Dopo aver seguito altri due talenti come Berdych e Vesely, gli ultimi due cechi capaci di ottenere risultati di un certo spessore, adesso Navratil segue Lehecka per portarlo in alto, dopo che già da juniores aveva lanciato segnali importanti. Come quando nel 2019 vinse il doppio al torneo a Wimbledon, in coppia con Jonas Forejtek, altro ragazzo promettente di una generazione decisamente interessante.

Lehecka ci aveva già provato nel 2021, ad approdare a Milano, ma la sua corsa si era fermata a pochi passi dall'approdo nei primi otto, pur dopo un'ottima stagione. Alto 1.85 per un peso forma di circa 80 chilogrammi, Lehy (questo il suo soprannome) è cresciuto nel mito di Roger Federer e con gli Slam sul duro – Australian Open e Us Open – come sogno da realizzare. Un po' come Jannik Sinner, pare nato per fare sport. Tanto che tra le sue passioni ci sono pure lo sci e in generale la montagna. Adesso però si dovrà concentrare sul tennis, la disciplina che gli ha cambiato la vita e che lo sta portando a toccare vette mai raggiunte dai genitori, pur sportivi di ottimo livello.

Lehecka segue il quartetto che si era già assicurato un posto a Milano: Lorenzo Musetti, Holger Rune, Jack Draper e Brandon Nakashima. Restano dunque solo tre posti utili per la qualificazione alle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals, con diversi italiani ancora in lizza per occuparli. Mentre chi ha staccato il biglietto per giocare all'Allianz Cloud sogna già un futuro come quello di Carlos Alcaraz, il campione del 2021 che oggi è sul tetto del mondo. Non saranno tutti come lui, ma il suo esempio non può che stuzzicare la fantasia di tanti altri ventenni con abbastanza talento da poter provare l'assalto (almeno) ai top 10.

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