Chiudi
Vincere un torneo pro il 25 dicembre, regalando virtualmente il trofeo alla famiglia rimasta a qualche migliaio di chilometri di distanza. È la piccola impresa di Samuel Vincent Ruggeri, ventenne di Albino (Bergamo) che ha centrato a Sharm El Sheikh, in Egitto, il suo terzo titolo in singolare
27 dicembre 2022
Vincere un torneo il giorno di Natale, regalando virtualmente il trofeo alla famiglia rimasta a qualche migliaio di chilometri di distanza. È la piccola impresa di Samuel Vincent Ruggeri, ventenne di Albino (provincia di Bergamo) che ha centrato a Sharm El Sheikh, in Egitto, il suo terzo titolo da professionista in singolare. Samuel ha vinto la finale contro il coetaneo francese Timo Legout proprio nella mattinata del 25 dicembre, quando a casa sua mamma Aline (origini belghe) e papà Roberto (bergamasco doc) stavano preparandosi per il pranzo più importante dell'anno.
“Ci tenevo – spiega il Next Gen orobico – a fare loro questo regalo. Essere tanto lontani per una festa così sentita dispiace, ma sono soddisfatto perché ho disputato un bel torneo. Non mi sentivo al cento per cento della condizine, ma per contro sono rimasto concentrato in ogni momento, a dimostrazione che sotto l'aspetto mentale sono cresciuto parecchio. Contro Legout ci avevo perso due volte in passato: lui è un buon giocatore, solido e continuo. All'inizio sono andato sotto per 5-2 sbagliando totalmente tattica, poi ho ripreso coraggio e ho fatto girare il match. E quando lui ha alzato il livello, l'ho fatto anche io. Alla fine è uscito un ottimo incontro”.
Il problema, fin qui, nel 2022 era stato un infortunio piuttosto serio, che aveva costretto l'azzurro a spezzare la stagione a metà. “Si tratta di una lacerazione di primo grado al muscolo psoas: per due o tre settimane non ho davvero potuto fare niente, poi ho cominciato piano piano la riabilitazione. Ma il vero rientro è avvenuto nel Campionato di Serie A1: con Crema (poi salvo, ndr) ho giocato tutte le partite, dunque ho potuto riprendere il ritmo”.
La terza gioia in carriera è arrivata nello stesso luogo – Sharm El Sheikh – che lo scorso marzo aveva consegnato a Vincent Ruggeri il primo titolo da professionista. “Sono felice per la stagione, anche se mi aspettavo qualcosa in più dal mio passaggio nei challenger. Lì però è tutto più difficile, soprattutto mentalmente. Quando ci sono arrivato, al di là dell'infortunio che poi ho subìto, probabilmente non ero ancora pronto per quel livello. Adesso ricominciamo a vincere e ricominciamo con i Challenger, sono iscritto a due tornei in Portogallo nelle prossime settimane”.
Samuel è l'ennesimo prodotto di una scuola italiana che produce Next Gen di alto livello a getto continuo. “Per gli altri azzurri della mia generazione è stato un anno spettacolare: ragazzi che sono entrati nelle qualificazioni degli Slam, altri che si sono avvicinati ai top 100. Tutto questo mi dà una carica importante: i risultati dei miei connazionali – molti dei quali hanno fatto il percorso insieme a me – mi spingono a dare ancora di più nel lavoro quotidiano”.
Uno di loro è Mattia Bellucci, 21enne di Busto Arsizio che nel 2022 è passato con successo dagli Itf ai Challenger. “Ero sicuro – sottolinea Vincent Ruggeri – che sarebbe arrivato in alto. Da un po' di mesi lo vedevo bene, Mattia è un ragazzo sempre attento al lavoro, pronto a fare sacrifici e con qualità tecniche importanti. Vederlo a ridosso dei primi 100 al mondo per me non è una sorpresa”.
Ma lui, Samuel, quanto si sente lontano da quei risultati? “Adesso ho un servizio efficace, più continuo rispetto al passato. E sono più ordinato in campo. Sono migliorato tanto negli ultimi mesi, ma per arrivare ai risultati di Bellucci e degli altri mi serve maggiore continuità. La cercherò giocando più sul cemento, dove mi trovo a mio agio, prima di passare alla terra e ai tanti Challenger italiani che saranno il fulcro della mia stagione”.