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È la più giovane di sempre ad essere arrivata al numero uno del mondo, eppure Marta non ha mai rinunciato agli studi di medicina. Dopo la laurea, ha deciso di dedicare più tempo alla pala e sogna di tornare in altissimo con Bea Gonzalez. Da veterana della coppia
di Marco Caldara | 06 gennaio 2022
Giocatori e giocatrici del World Padel Tour si dividono in due categorie: da una parte i big, che riescono a vivere di montepremi e sponsorizzazioni; dall’altra tutti gli altri, che invece si trovano costretti ad affiancare ai tornei altre fonti d’entrata, in particolare lavorando come insegnanti di padel. Ma c’è anche un’eccezione. È quella di Marta Ortega, madrilena classe 1997 e ormai da anni fra le migliori giocatrici del circuito, che malgrado i grandi risultati ottenuti nelle “gabbie” non ha voluto rinunciare al suo percorso di studi in medicina, combinando lavoro, vita universitaria e sport professionistico.
“Serve organizzazione – ha detto – e per anni mi sono allenata sicuramente meno rispetto alle mie colleghe. Ma quel tipo di vita mi piaceva, anche se le mie giornate erano davvero intense, fra lezioni, ospedale, allenamenti e studio. Spesso c’era un sacco di fatica accumulata, l’aspetto più difficile da gestire. Ma il periodo più complicato è superato”. L’allusione è a quando stava in ospedale dalle 8 del mattino fino alle 15, si cambiava in auto mentre i genitori la accompagnavano ad allenarsi, rientrava a casa alle 20 e, in barba alla stanchezza, si metteva a studiare per preparare gli esami.
Una vita frenetica che l’ha obbligata a tante rinunce, ma non le ha impedito di diventare una delle più forti giocatrici contemporanee, nonché la più popolare a giudicare dai social, visto che è di gran lunga la più seguita di tutte, anche rispetto a colleghe capaci di vincere molto di più.
Oggi, dopo aver conseguito la laurea, Marta ha deciso di non intraprendere subito la specialistica, perché le avrebbe richiesto troppo tempo, ma si è comunque iscritta a un Master in medicina estetica, così da proseguire la formazione.
“Ho deciso – continua – di provare a prendere il padel ancora più seriamente, inserendo nelle mie giornate una doppia sessione di allenamento, qualcosa un tempo impensabile. Da qui la scelta di rimandare di almeno un anno l’inizio degli studi per specializzarmi. In fondo non ho fretta. L’importante è continuare a formarmi professionalmente e godermi il padel. Per il resto ci sarà tempo”.
Malgrado per anni si sia dovuta dividere fra corsia, libri e pala, la spagnola è stata sia la giocatrice più giovane a vincere un torneo del World Padel Tour (nel 2017 con Ari Sanchez: record battuto da Bea Gonzalez) sia a diventare numero uno del mondo, due anni più tardi al termine di una stagione d’oro con l’esperta Marta Marrero. In un anno le “Martas” vinsero la bellezza di sette titoli, dominando il circuito e meritandosi un posto lassù in cima, salvo poi decidere di separarsi al termine della stagione.
Una scelta ridiscussa qualche mese più tardi, quando a sorpresa decisero di tornare sui propri passi, riprendendo a giocare insieme con l’obiettivo di ritrovare il feeling vincente del 2019. “Sono cresciuta a livello mentale, di padel e di gioco – diceva la Ortega –, quindi mi auguro di poter replicare certi risultati”. Puntavano ad essere fra le prime 4 coppie, invece nel 2021 sono state fra le delusioni della stagione. L’alchimia di un tempo non si è più creata, da aprile a settembre sono riuscite a giocare solamente due finali (entrambe perse) e tre semifinali, e così – con quattro tornei ancora da giocare – hanno deciso di separarsi un’altra volta, probabilmente in maniera definitiva.
Una soluzione che ha fatto meglio alla Marrero, che insieme a Lucia Sainz ha giocato un paio di finali, mentre “Martita” – in coppia con Bea Gonzalez – si è dovuta accontentare di una sola semifinale. Ma nel suo 2021 ci sono state comunque due enormi soddisfazioni, entrambe con la Spagna: prima il titolo europeo a Marbella, quindi il Mondiale a Doha, il primo della sua carriera.
Nel World Padel Tour, invece, la sua annata è stata molto al di sotto delle aspettative, ma il ritorno a fianco di Bea Gonzalez (con la quale aveva vinto un titolo nel 2020, prima di tornare con Marta Marrero) è una notizia positiva, perché – sportivamente parlando – le due sembrano fatte l’una per l’altra. In campo si divertono, ridono, scherzano, a testimonianza di un’alchimia rara. A onor del vero non ha prodotto chissà quali risultati, ma il tempo è dalla loro parte visto che fra le coppie di alto livello sono la più giovane. E la responsabilità di essere la veterana delle due sembra far bene a Marta, che per tutta la prima parte della sua carriera è stata “perseguitata” dalla precocità, mentre ora può giocare con meno pressioni.
“Servirà ancora del tempo – ha detto Marta – ma io e Bea stiamo iniziando a trovarci sempre meglio. Stiamo individuando gli schemi giusti, le soluzioni che funzionano meglio per il nostro gioco e un buon ordine tattico. Per adesso siamo ancora due buone giocatrici che dividono il campo, ma l’obiettivo è quello di diventare un tutt’uno, di lottare e soffrire insieme, e di mostrarci sempre più forti agli occhi delle nostre avversarie”. Se ce la faranno, il 2022 può diventare anche il loro anno.