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Dopo l’enorme espansione vissuta nella scorsa stagione, il 2021 può diventare un anno importantissimo per il padel tricolore. Si giocheranno sia i Mondiali sia gli Europei, ci sono più tornei internazionali e tante coppie italiane partono con grandi ambizioni. Eccone quattro da tenere d’occhio, due maschili e due femminili
di Marco Caldara | 05 marzo 2021
I campionati Europei a giugno e il Mondiale a novembre, ma anche un World Padel Tour tornato sugli standard pre-pandemia, un Cupra Fip Tour sempre più ricco e presente sul suolo tricolore, e tanti altri eventi. Il 2021 del padel italiano si annuncia una stagione importantissima: per le due maxi competizioni che vedranno coinvolta anche la nostra nazionale, ma anche per le tante possibilità che i nostri giocatori avranno a livello internazionale, ora che si è capito che è il momento di provarci sul serio anche nei tornei WPT.
Un discorso che vale in particolar modo per Chiara Pappacena e Giulia Sussarello, le quali si sono convinte di poter essere competitive anche ai massimi livelli, ma che tocca pure tante altre coppie, capaci di mostrare una maturità tale da porsi obiettivi sempre più importanti. Eccone quattro che varrà la pena tenere d’occhio nell’anno nuovo, con l’identikit per conoscere meglio protagoniste e protagonisti.
CHIARA PAPPACENA E GIULIA SUSSARELLO
Doveroso partire dalle “sorelle d’Italia”, la coppia che ha vinto tutto nel panorama nazionale e ha portato il padel tricolore in una nuova dimensione, grazie allo storico ottavo di finale nell’Open di Las Rozas del World Padel Tour, lo scorso novembre. Hanno chiuso il 2020 con la semifinale alle Cupra Fip Finals di Cagliari, hanno aperto l’anno nuovo vincendo i primi Open e attendono il via al calendario WPT (dal 7 all’11 aprile a Madrid) con ambizioni enormi. L’obiettivo è di competere con continuità nel circuito mondiale, per agguantare la top-50. E diventare un’arma fondamentale per la nazionale in vista di Mondiali ed Europei.
CHIARA PAPPACENA, classe ‘94
In pieno lockdown si è laureata in giurisprudenza, ma la pratica forense e l’esame da avvocato possono aspettare. La sola priorità della 26enne laziale si chiama padel, e non potrebbe essere altrimenti visto che è numero 68 del mondo, con davanti una carriera migliore rispetto a quella che le si prospettava nel tennis. Non è mai entrata fra le prime 1.000 Wta, ma nel 2015 ha capito che era meglio cimentarsi nel padel e da allora non ha più toccato la racchetta, togliendosi ripetute soddisfazioni con la “pala”. La svolta è arrivata dopo gli Europei del 2017: lei e Giulia hanno scelto di provare a far coppia fissa, e ci hanno visto giusto.
GIULIA SUSSARELLO, classe ‘92
Comasca, numero 71 del ranking WPT, prima di scoprire il padel ha tentato la carriera nel tennis, arrivando al numero 488 Wta e vincendo anche un titolo Itf, nel 2013 a San Severo. Poi, a 21 anni ha deciso di lasciare il tennis e ha ultimato gli studi in Scienze Motorie, prima di imbattersi nel padel nel 2015. Da allora ha collezionato dieci scudetti. Allenata da Mauricio Lopez Algarra, è figlia di un insegnante di tennis e oggi si divide fra le due racchette: dà sia lezioni di tennis sia di padel, da qualche mese allo Starpadel di Legnano. Anche la sorella minore Sara è stata nel ranking WTA, ma non ha seguito le sue orme sui campi da padel.
CARLOTTA CASALI E CAROLINA ORSI
Erano da tempo fra le primissime interpreti del padel tricolore, e appena hanno unito le forze le due giocatrici romane hanno fatto faville. Al primo torneo giocato insieme “Car e Car” sono arrivate in finale alla tappa di Roma del Circuito Slam by Mini, sfiorando il miracolo contro Pappacena/Sussarello, e poi sono diventate la prima coppia italiana a qualificarsi per il “cuadro principal” di un Master del World Padel Tour, vincendo quattro partite nella prestigiosa tappa di Barcellona. Con quei 140 punti Carlotta Casali si è confermata fra le prime 100, la compagna le ha raggiunte per la prima volta. Ma il bello deve ancora venire.
CARLOTTA CASALI, classe ‘93
Qualche anno fa la romana è partita per Madrid con le racchette nel borsone, per usare il tennis come passatempo mentre completava il percorso di studi in giurisprudenza. Puntava al Concorso Diplomatico, ma poi sulla sua strada è comparso il padel e ne ha stravolto completamente i programmi. Ha iniziato via via a giocare a livelli sempre più alti, è stata per lungo tempo la miglior italiana nella classifica del World Padel Tour (oggi terza, al n.86), e dal 2020 fa coppia fissa con Carolina Orsi. Il che significa che farà la spola fra Italia e Spagna, per competere sia nei migliori tornei nazionali (dove negli anni scorsi è spesso mancata per ragioni logistiche) sia negli eventi del circuito internazionale.
CAROLINA ORSI, classe ‘91
Ha provato un po’ tutti gli sport: nuoto, pattinaggio, danza, basket e poi tennis, dagli 11 ai 20 anni. Aveva iniziato anche a insegnare, scegliendo come divertimento il calcetto (i geni non si cambiano: papà Nando, oggi opinionista Sky, è stato un ex portiere di Serie A), ma poi ha scoperto il padel e in breve tempo è diventata una delle più forti d’Italia. Numero 96 del WPT, si allena al Circolo Canottieri Aniene, con cui ha vinto lo scudetto di Serie A. Laureata in Scienze Motorie e con un master in Management Sportivo, lavora per un’azienda leader nel servizio di prenotazione online di campi sportivi. Che va fortissimo nel padel.
MARCELO CAPITANI E SIMONE CREMONA
Nel 2020 si sono confermati come la miglior coppia del padel tricolore, vincendo lo scudetto a Riccione e 3 tappe su 4 (più il Master finale) del circuito Slam by Mini, e l’inizio dell’anno nuovo è stato ugualmente promettente con una manciata di successi negli Open nazionali. Rappresentano un bel mix fra l’esperienza dell’italo-argentino e la freschezza dell’emiliano, e adesso che in Italia hanno vinto tutto è l’ora di puntare a farsi notare anche a livello internazionale. L’obiettivo dev’essere quello di scalare gradualmente la classifica del World Padel Tour, e dimostrare che possono fare ottime cose anche fuori dei confini tricolori.
MARCELO CAPITANI, classe ’75
Il padel l’ha trascinato dall’Argentina all’Italia quattro anni fa, e l’ambiziosa scelta di Marcelo Capitani ha dato immediatamente i suoi frutti. Ex n.24 del ranking mondiale, con alle spalle quasi trent’anni di carriera da giocatore e coach, oggi il 45enne originario di Santa Fè (ma con doppia nazionalità) è uno dei senatori del padel tricolore, nonché coach della nazionale juniores. Tanto che persino un’azienda come Wilson ha deciso di puntare su di lui, facendogli firmare un contratto biennale come testimonial della nuova linea Ultra. Nel 2019 ha preso Cremona sotto la sua ala protettrice, e da allora hanno perso molto raramente.
SIMONE CREMONA, classe ‘87
Per farlo innamorare del padel è bastata una partitella fra amici. Fino a quel momento il piacentino era un onesto seconda categoria a tennis, si godeva la vita e lavorava nell’azienda di famiglia, nel settore metalmeccanico. Poi il padel è diventato la sua priorità, in soli tre mesi ha detto addio al tennis e ha cambiato vita: allenamenti in Spagna, tornei su tornei e in un annetto era già in nazionale. Nel 2017 è diventato una delle rivelazioni del movimento tricolore, e da allora si è sempre confermato in altissimo, prima con Cattaneo e ora con Cremona. Oggi è insegnante di padel, e punta in altissimo.
LORENZO DI GIOVANNI E RICCARDO SINICROPI
Una delle coppie più attese in questo 2021, perché la crescita costante delle ultime due stagioni lascia davvero ben sperare. Alla finale agli Assoluti indoor del 2019, arrivata quasi dal nulla, hanno dato seguito con un 2020 di grande sostanza, confermando un’alchimia perfetta e affermandosi fra i primissimi inseguitori di Capitani/Cremona. Sono anche diventati la prima coppia azzurra a vincere nel nuovo circuito internazionale Cupra Fip Tour, conquistando la tappa “Fip Rise” al Ruffini Padel Club di Torino, e con Mondiali ed Europei alle porte iniziano ad assaporare la nazionale. Il 2021 può essere anche il loro anno.
LORENZO DI GIOVANNI, classe ‘87
Abruzzese di Lanciano, fra 2007 e 2011 ha provato la strada del circuito internazionale di tennis, ma non è mai riuscito a entrare nel ranking ATP. Ha avuto più successo da coach, seguendo due delle leggende del nostro tennis femminile: prima Francesca Schiavone, poi Roberta Vinci, accompagnata nell’ultimissima parte della sua carriera. Aveva conosciuto il padel già anni prima, ma ha ceduto al richiamo della “pala” solo nel 2018, e grazie a un fisico possente ha scalato in fretta le gerarchie tricolori. Continua però a lavorare nel mondo del tennis: è maestro nazionale, e responsabile dell’agonistica al Tc Lombardo di Milano.
RICCARDO SINICROPI, classe ‘90
La rottura del crociato da giovanissimo ne ha un po’ frenato l’ascesa tennistica, ma il 30enne ligure ha comunque vissuto una buona carriera: è stato n.430 Atp, ha vinto tre Futures e ha assaporato anche qualche vittoria nei Challenger (come una su Diego Schwartzman), prima di mollare nel 2016. Di lì a poco, su spinta del ct azzurro Gustavo Spector, ha provato il padel. Non è stato amore a prima vista, ma la scintilla è scoccata a breve, quando ha capito di essere particolarmente dotato, sfruttando un talento naturale per iniziare un’ascesa che si fa sempre più interessante. Col tennis ci sa ancora fare (la scorsa estate ha raggiunto la semifinale di Serie A1 col Tc Crema), ma oggi la sua vita è il padel. E lo insegna anche, a Imola.