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Festa del tennis a Melbourne. La storia, i colori e i sogni dell’Happy Slam

E’ la 112° edizione degli Australian Open: dagli anni difficili alla rinascita, con il grande obiettivo di sfondare il muro del milione di presenze

di | 17 gennaio 2024

Tifosi australiani a Melbourne (foto Getty Images)

Il sorriso e i colori del Melbourne Park, la sofisticata eleganza del Roland Garros, il silenzio e il rigore dell’All England Club, il frastuono e gli odori di Flushing Meadows. Sono uno diverso dall’altro, tutti ugualmente prestigiosi, i ‘place to be’ di chi gioca a tennis e di ogni appassionato che si rispetti.  

Il giro dei quattro grandi appuntamenti dello Slam come ogni anno è ripartito da lontano, dagli antipodi. Esterno giorno, Melbourne, Stato di Victoria, Australian Open..... l’Happy Slam è un gioioso piano sequenza. 

Perché Happy? Perché basta avvicinare i cancelli per sentire la musica, la gioia, la passione e la festa di un popolo che ama lo sport e ne rispetta i valori

Supporter australiani a Melbourne (foto Getty Images)

Gli Australian Open sono una esplosione colori: da quelli del cielo, che cambia spesso i contorni, di un blu difficile da definire... ai riflessi d’argento dello Yarra che scorre lì accanto; ci sono sdraio chiare e ombrelloni fluo posizionati davanti ai maxischermi... in un colpo solo omaggiano la vicina St. Kilda e riparano dai pericolosi raggi del sole; ci sono musica, giocolieri, bandiere e bambini -tanti- con i volti dipinti. Gli appassionati hanno gli occhiali da sole a specchio e in mano tengono un drink colorato, più o meno alcolico, per rinfrescare le lunghe giornate. Nell'aria il profumo gradevole della crema solare e tutto intorno il grande tennis... le stelle di oggi, le promesse di domani e i campioni di ieri che oggi lo raccontano e lo accarezzano nella gioia del torneo delle leggende.  

La prima edizione degli Australian Open risale al 1905: ha spesso cambiato città e superficie (si è giocato ad Adelaide, Brisbane, Perth, Sydney e addirittura in Nuova Zelanda, su erba e ogni tipo di cemento) e dopo una lunga ‘convalescenza’, e il non tanto generoso appellativo di ‘gamba zoppa’ dello Slam, con il trasferimento al Melbourne Park nel 1988 ha iniziato la sua nuova e definitiva fase; gli Australian Open sono cresciuti e si sono allineati – nel prestigio e nella storia – agli altri tre grandi ‘fratelli’. C’è voluta pazienza e passione per creare quello che oggi ti circonda e ti acceca.  

Tutti i colori dell'Happy Slam - Le immagini

Il site si trova nel cuore della città, la centralissima Federation Square e la St. Paul Cathedral sono a soli 10 minuti a piedi, e per i più pigri è facilmente raggiungibile dagli appassionati con tram organizzati e gratuiti. E’ probabilmente il site più moderno e innovativo: tre campi con il tetto li hanno solo qui ('Rod Laver Arena', 'Margareth Smith Court Arena' e 'John Cain Arena' in ordine di prestigio, rispettivamente di 15.000, 7.200 e 9.000 posti a sedere), oltre ad altre 3 arene ('KIA Arena', '1573 Arena' e 'Court 3', rispettivamente di 5.000, 3.000 e 2.892 posti a sedere) ad arricchire l’offerta.

Gli spazi sono infiniti e le facilities sono all’avanguardia, basti pensare che ai 16 campi ‘ufficiali’ di gioco e allenamento va aggiunta una spianata infinita di campi indoor e outdoor dell’adiacente National Tennis Center. A causa della distanza e delle condizioni di gioco, spesso estreme, una volta i grandi tennisti preferivano dare forfait... oggi guai a mancare! Il montepremi è da favola: cresciuto proporzionalmente al prestigio dell'evento, in questa edizione 2024 ha toccato quota 86,5 milioni di dollari australiani (con un incremento del 13% rispetto a un anno fa). 

Il pubblico degli Australian Open (foto Getty Images)

Complici anche l’estate e le vacanze scolastiche, il Melbourne Park ha sempre attirato appassionati da ogni parte del continente e qualche ‘audace’ e fortunato appassionato proveniente da altre latitudini; in questa edizione 2024, complice anche l'aggiunta di una giornata di gioco (domenica 14 gennaio), gli organizzatori sono certi di poter superare il milione di presenze (sono state 839.192 quelle complessive del 2023), e di andare quindi a polverizzare i numeri record dell’ultimo Us Open (950.000 presenze). Un sogno ambizioso, un'altra grande scommessa da vincere… solo un paio di settimane di pazienza e sapremo. 

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