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Bolelli e Vavassori: "Avremo altre occasioni, quest'anno sarà pieno di gioie"

Le parole di Simone Bolelli e Andrea Vavassori durante la cerimonia di premiazione dopo la finale persa all'Australian Open 2024

di | 27 gennaio 2024

Simone Bolelli e Andrea Vavassori all'Australian Open (Getty Images)

Simone Bolelli e Andrea Vavassori all'Australian Open (Getty Images)

Simone Bolelli e Andrea Vavassori mantengono ottimismo e fiducia nonostante la sconfitta in finale all'Australian Open contro Matthew Ebden e Rohan Bopanna, che sarà a 43 anni da lunedì il più anziano numero 1 del mondo da quando esiste il ranking ATP.

"Complimenti a Bopanna e Ebden - ha detto Bolelli durante la cerimonia di premiazione -. Con Andrea abbiamo passato due settimane molto belle. Abbiamo iniziato a giocare insieme l'anno scorso [a parte il match giocato contro la Francia in United Cup nel 2021], spero e credo che avremo altre occasioni per competere e magari vincere questi grandi tornei. Grazie ai tifosi e al nostro team: a Davide [Vavassori, padre di Andrea], Nicky e Maurizio [Massaccesi, presidente del TC Bordighera]. E anche a chi ci ha seguito da casa".

"Penso che io Simone stiamo facendo grandi cose" ha detto Vavassori, dopo essersi congratulato con gli avversari che saranno la coppia numero 1 della Race 2024 dopo il torneo: Bopanna e Ebden avranno gli stessi punti nel ranking individuale di doppio, l'indiano sarà numero 1 avendo giocato meno tornei nel 2023. "Sono sicuro che quest'anno sarà pieno di soddisfazioni per noi - ha aggiunto -. Grazie al nostro team, a mio padre, abbiamo fatto una lunga strada per arrivare qui. Grazie allam mia famiglia, a chi mi sta vedendo da casa, a tutti quelli che mi hanno sostenuto e seguito fin qui".

Emozionati, e non potrebbe essere altrimenti, Ebden e Bopanna. "Per Rohan l'età non è nemmeno più un numero, ti sarò sempre grato" ha detto Ebden, già campione Slam a Wimbledon nel 2022 con il connazionale Max Purcell.

"Tutto questo non sarebbe stato possibile senza Matthew - ha detto Bopanna -, è stato lui a sostenermi in questa impresa. Vincere il primo slam è una cosa enorme. grazie alla mia famiglia, al mio coach Scott Davidoff che è con me da dieci anni, questo titolo è tuo tanto quanto mio. Grazie al mio fisio, a chi mi fa lavorare fisicamente e mi fa muovere. Grazie ai miei genitori che sono venuti qui a vedermi: anche l'ultima volta che l'avevano fatto poi avevo vinto il titolo in doppio, non so perché non vengano più spesso".

Due anni fa, racconta ancora l'indiano, "ero pronto a ritirarmi, a interrompere il mio viaggio. Ma sono cambiate tante cose, ho trovato un partner fantastico". Ed è diventato il giocatore che ha disputato più Slam, 61, prima di vincerne un doppio maschile nell'era Open.

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