-
Slam

Brad Gilbert esalta l'Italia: "Vicini a vincere uno Slam, parte tutto da Challenger e ITF"

Il coach di Cori Gauff, che ha guidato Agassi negli anni migliori della carriera e portato Roddick a vincere lo US Open 2003, esalta il tennis italiano. "Oggi nessuno gioca meglio di Alcaraz, Djokovic e Sinner" ha detto

03 settembre 2023

"Oggi l'Italia è più vicina che mai a vincere uno Slam. Guardate Jannik Sinner, oggi c'è Cahill con lui. Per me lui è di un altro livello anche rispetto a Berrettini, che ha giocato una finale e più di una semifinale. Se Jannik gioca il suo miglior tennis non so chi possa batterlo, ma deve ancora compiere un ultimo passo". Il passo per arrivare a competere per il titolo nei major.

"Se oggi l'Italia al vertice può vantare una punta come Sinner e un giovane che sta bruciando le tappe come Matteo Arnaldi, entrato in Top 100 a maggio e già a un passo dalla Top 50, è merito del lavoro fatto alla base. Quello che più vi ha aiutato, secondo me, è l'organizzato molti Futures e Challenger. In italia vincere partite nei Challenger dà fiducia, aiuta più di ogni cosa. E' iniziato tutto da lì". Non ha dubbi Brad Gilbert, ospite negli studi di SuperTennis a Flushing Meadows teatro dello US Open trasmesso per la prima volta in chiaro, in diretta e in esclusiva, sul nostro canale.

AC99569C-540E-4278-A647-34A24358D45C
Play

Ex numero 4 del mondo, capace di vincere venti tornei ATP in singolare su quaranta finali in una carriera durata dal 1992 al 1995, da coach ha guidato Andre Agassi a conquistare sei dei suoi otto Slam in singolare e l'ha aiutato a raggiungere il posto di numero 1 del mondo. Nel 2003 ha accompagnato poi Andy Roddick al suo unico major, lo US Open, e al vertice della classifica. Dall'inizio della stagione in Nordamerica, Gilbert sta aiutando ad affinare il tennis di Cori Gauff, che nelle prime settimane di questo nuovo percorso ha conquistato i due titoli finora più prestigiosi in carriera a Washington (il primo torneo con Gilbert nel team); poi a Cincinati, il suo primo WTA 1000.

"Ogni giocatore è diverso, a Coco piace ricevere informazioni ma meno di Andre Agassi che invece restava a parlare della partita per tre ore - ha detto Gilbert -. Lei vuole diventare una giocatrice migliore. Abbiamo iniziato con lei a fare piccoli cambiamenti tecnici, è una strategia: piccole cose che possono aiutare".

Il rapporto con Cori Gauff: "La cosa più importante è non mettere pressione"

E' iniziato tutto a Wimbledon, ha raccontato. "Mi ha scritto il suo agente, che è lo stesso di Ben Shelton. Mi chiedeva se avessi voglia di incontrare coco e i suoi genitori quella domenica. 'Certo', ho risposto. Abbiamo parlato per un'ora, ho detto loro quello che pensavo e che forse avrei potuto aiutarla. Ho anche aggiunto che ero libero per l'estate a parte l'impegno con lo US Open. Così cinque giorni prima di Washington ho ricevuto un altro sms dal suo agente che mi chiedeva se volessi fare una prova di due giorni. Ho accettato e abbiamo lavorato un po' in vista del torneo. Per me non cambia se lavori con una giocatrice, un giocatore, un bambino: sei un coach e il tuo obiettivo è quello di migliorare il tuo giocatore".

Su Gauff si concentrano pressioni e aspettative fin dalla sua esplosione, ancora quindicenne, a Wimbledon. Finora la statunitense è riuscita a non farsene troppo condizionare e ad alimentare le sue ambizioni senza cedere alla fretta, agli eccessi di entusiasmo o di frustrazione.

Quel che conta, ha detto Gilbert, "è non mettere pressione. Ogni volta che un coach dice al suo giocatore dobbiamo arrivare a questo titolo entro tot anni, metti pressione anche su te stesso. E più ne metti, più finisci per impazzire - ha detto -. Prendiamo questo torneo, nel singolare femminile ci sono almeno una decina di giocatrici che possono vincere. Coco ha 19 anni, ha visto Raducanu vincere uno Slam, Leylah Fernandez arrivare in finale. La cosa migliore da fare è continuare a spingere per progredire senza mettersi addosso scadenze".

Gilbert: "Oggi molta più profondità nel circuito WTA"

In questo gruppo di contendenti ha guadagnato posizioni Gauff dopo il successo a Cincinnati, torneo in cui per la prima volta in carriera ha sconfitto la numero 1 del mondo Iga Swiatek.

"Iga ha vinto quattro Slam ed è la numero 1 del mondo, è ottimo. Ma oggi quel che si nota di più nel tennis femminile è la maggiore profondità - ha detto Gilbert -. Ai tempi di Serena Williams, di Steffi Graf, e ancora prima di Chris Evert e Martina Navratilova, la distanza fra le prime due e le altre era netta. Oggi tutte le prime 30 sono molto vicine. Magari Swiatek potrà pensarla diversamente, in futuro potrebbe diventare lei la dominatrice del circuito, o magari lo sarà Coco".

D52BA519-1CCA-454C-8364-80AF785E26A9
Play

US Open, Gilbert sicuro: "Nessuno gioca meglio di Djokovic, Alcaraz e Sinner"

Un forte senso di aspettativa coinvolge il tennis USA anche al maschile. Taylor Fritz, Frances Tiafoe che è stato semifinalista un anno fa e Tommy Paul, semifinalista all'Australian Open quest'anno, possono arrivare lontano e sono in piena corsa per un posto alle Nitto ATP Finals di Torino. Ma l'ultimo titolo Slam in singolare maschile per uno statunitense resta il trionfo di Roddick allo US Open di vent'anni, proprio quello celebrato con Gilbert come coach.

"Guardiamo ai numeri, abbiamo buone chance di avere quattro statunitensi agli ottavi, potremmo avere un quarto con due dei nostri, Tiafoe contro Paul o Shelton, ma se mi chiedi se uno di loro possa battere Djokovic, Alcaraz o Sinner ti rispondo che è difficile. Se mi chiedi se uno di questi possa vincere il titolo ti dico che è dura - ha ammesso nell'intervista a SuperTennis -. Lo vorrei tanto. Ci stiamo avvicinando ma al momento nessuno gioca meglio di Djokovic, Alcaraz e Sinner. Questi tre sono i giocatori da battere, poi ci metto Medvedev e poi gli statunitensi".

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti