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L’australiano applaude il collega italiano: “Il 99% del merito va a Simone”. E lui risponde: “Un onore poter contare sulla sua esperienza”
di Francesca Paoletti, da Melbourne | 26 gennaio 2024
“Allenare Sinner? E’ un lavoraccio, non ci paga abbastanza!”. Darren Cahill e Simone Vagnozzi stanno al gioco; tra una intervista televisiva e l’altra – la sfilza è lunga per un finalista Slam - Jannik Sinner si è intrufolato nella conferenza stampa dei suoi coach. “Com’è allenare Sinner?”, ha chiesto, e loro sorridenti sono stati al gioco.
Il morale è alto, il team è unito e quantomai soddisfatto per lo speciale Australian Open che stanno vivendo. “Il 99% del merito va a Simone – dice l’australiano alla stampa – sta facendo un ottimo lavoro con Jannik. Il mio ruolo è invece un po’ diverso, io più che altro ho una supervisione del lavoro complessivo. Ovviamente parliamo di tattica e di aspetti tecnici, ma Simone è ‘la voce’”.
Parole al miele che Vagnozzi non può che ricambiare: “E’ un piacere poter avere nel nostro gruppo un coach di grande esperienza come Darren – dice con ammirazione – dice sempre la parola giusta prima della partita e sa fare una analisi perfetta del match alla fine. Nelle fasi finali di un grande torneo è fondamentale avere un supporto del genere”.
Vagnozzi racconta la 'trasformazione' di Sinner: “Quando abbiamo iniziato a lavorare con Jannik – spiega – il suo gioco era più ‘monotono’. Spingeva solo molto forte, ma senza una vera e propria tattica. Ora utilizza tutta la sua velocità ma la alterna a dropshot e slice. Inoltre ha migliorato molto il servizio e oggi contro Novak lo ha dimostrato. Non concedere neanche una palla break a Novak credo sia accaduto una volta in dieci anni”.
Per il coach australiano il miglioramento nel gioco di Jannik passa anche per il lavoro fatto in palestra: “Ha lavorato molto sulla parte fisica – dice -, credo che il lavoro di Umberto negli ultimi due anni sia stato cruciale. Il suo modo di muoversi e la capacità di mantenere il livello più alto più a lungo nel match, soprattutto sui 5 set lo dimostrano”.
Da ex coach di campioni assoluti come Agassi, Hewitt e Halep, Cahill ha deciso di dire 'si' al progetto Sinner solo dopo averne scoperte le qualità di atleta e di uomo: "Ha etica del lavoro, voglia di imparare, desiderio, obiettivo e un quoziente intellettivo tennistico fantastico. Jannik è tutto questo, e ha anche un gran senso dell’umorismo e lo dimostra sempre in campo nelle interviste post match. E’ un ragazzo delizioso che ama stare in compagnia e ama passare del tempo con il suo team”.
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