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Cazaux, la ricetta per gli ottavi: agilità e "Mamba Mentality"

Dopo aver eliminato Rune, Cazaux ha dominato Griekspoor all'Australian Open. E' l'ottava wild card a raggiungere il quarto turno nel torneo nell'era Open. Ecco la sua storia

di | 20 gennaio 2024

Australian Open, l'esultanza di Arthur Cazaux (Getty Images)

Australian Open, l'esultanza di Arthur Cazaux (Getty Images)

Arthur Cazaux scivola, cade in avanti, fa un paio di flessioni poi si rialza. Questo breve fuori programma ci rivela molto sul 21enne francese e su quel misto di intraprendenza e divertita leggerezza con cui ha dominato Tallon Griekspoor 63 63 61. Cazaux, finalista all'Australian Open junior nel 2020, in questa edizione aveva sconfitto all'esordio Laslo Djere e poi firmato al secondo turno la più grande sorpresa finora in singolare maschile, l'eliminazione di Holger Rune in quattro set. Prima di quest'anno, non aveva vinto nemmeno una partita in uno Slam.

"Durante la preparazione ho lavorato duro. Ho giocato partite di allenamento in cinque set con Arthur Fils e Pavel Kotov. Mi sono allenato con Grigor Dimitrov e anche con Andy Murray. Ho visto che non sono lontano dal loro livello di tennis, ma non l'avevo mai dimostrato in partita" ha detto dopo la vittoria su Rune.

Il lavoro duro sta pagando. Cazaux è l'ottava wild card agli ottavi dell'Australian Open nell'era Open dopo Pat du Pre (1981), Tomas Smid (1983), Jason Stoltenberg (1988), Simon Youl (1990), Mats Wilander (1994), Lleyton Hewitt (2012) e Denis Istomin (2017). Un dato significativo, perché parliamo di giocatori che al momento della chiusura delle iscrizioni non hanno un ranking sufficiente per entrare nel main draw. 

Che l'atletismo fosse un punto di forza del giovane francese era emerso anche nel Basecamp alla Next Gen ATP Finals a Gedda, in Arabia Saudita, lo scorso novembre. Cazaux, presente come riserva, aveva preso parte a questi test organizzati dall'ATP insieme ai qualificati per il torneo riservato per l'ultima volta agli Under 21: dall'edizione 2024, infatti, la categoria Next Gen riguarderà solo gli Under 20. 

Il Basecamp prevedeva una serie di test: sprint di dieci metri, salto da fermo, test 5-0-5 (accelerare di cinque metri reagendo a stimolo luminoso poi scattare indietro nella posizione di partenza) e "star drill" (come il precedente ma con cinque scatti in sequenza a forma di stella). Cazaux è risultato il migliore.

LaCaz, questo il soprannome del 21enne di Montpellier, mette insieme agilità e resistenza. "E' merito in gran parte della pallamano" ha detto all'ATP. Sì, perché per sette anni da bambino ha praticato, insieme al tennis, questo sport che in Francia vanta una tradizione lunga e di successo come il rugby: la nazionale Bleu ha infatti vinto sei titoli mondiali, più di qualunque altra. 

Cazaux si allenava al centro tecnico di Montpellier, giocava per una delle migliori squadre giovanili della nazione. Ma a 11 anni ha deciso di lasciare e concentrarsi sul tennis di cui, ha raccontato, si è innamorato a tre anni guardando in televisione Rafa Nadal al Roland Garros. "A tennis sei solo, ed è questo che mi ha fatto prendere la difficile decisione di lasciare la pallamano, che mi piaceva molto" ha spiegato. Ma le tracce di quella esperienza si vedono ancora. "Giocare a pallamano mi ha aiutato molto sul piano della velocità, dell'agilità, del fiato - ha detto -. Ovviamente ho lavorato tanto durante tutti questi anni e spero di migliorare ancora".

Ma le tracce di quella esperienza si vedono ancora. "Giocare a pallamano mi ha aiutato molto sul piano della velocità, dell'agilità, del fiato - ha detto -. Ovviamente ho lavorato tanto durante tutti questi anni e spero di migliorare ancora".

Qualità che hanno fatto fatto la differenza nel match contro Griekspoor. Cazaux ha fatto leva, e questo non sorprende, su un servizio robusto: lo dimostrano i 14 ace e l'85% di punti vinti con la prima. Ci ha aggiunto reattività e profondità in risposta (36% di punti vinti contro la prima, 61% contro la seconda), maggiore efficacia nello scambio (33 vincenti, 14 gratuiti a 33).

Così è diventato, a 21 anni e 150 giorni, il terzo più giovane francese negli ottavi dell'Australian Open nell'era Open, ovvero dal 1969, dopo Guy Forget (1984) e Richard Gasquet (2007).

Le porta impresse anche sulla pelle, nei suoi tatuaggi. Ognuno ha un significativo, ognuno costituisce la tessera di un autoritratto per immagini e parole: un serpente, la parola "resilienza" e un compasso runico, lo stesso che la cantante Bjork porta tatuato sul braccio.

Il rovescio di Arthur Cazaux all'Australian Open (Getty Images)

Il serpente è un omaggio a Kobe Bryant, lo sportivo che più l'ha ispirato insieme a Rafa Nadal. Campione dei Los Angeles Lakers morto in un incidente aereo nel 2020, considerato tra i migliori giocatori NBA di tutti i tempi, Bryant è il suo idolo. "Ero un suo grande fan per la sua mentalità" ha raccontato Cazaux. E il serpente fa proprio riferimento alla mentalità, alla sua bruciante motivazione a primeggiare che l'ha portato a isolarsi, ad atteggiamenti a volte tossici verso i compagni di squadra, a esigere il massimo senza concessioni prima di tutto da se stesso. Dopo l'uscita del film Kill Bill: Volume 2 di Quentin Tarantino, Bryant ha iniziato a usare il soprannome di "black mamba" e l'insieme dei suoi principi di vita ha dato forma alla cosiddetta Mamba Mentality, una ricetta che mette insieme ambizione, consapevolezza, concentrazione, attenzione ai dettagli, passione e ossessione. 

La resilienza, parola che porta tatuata sulla spalla, fa invece riferimento agli infortuni che hanno accompagnato la carriera, benché ancora agli inizi nel circuito maggiore, del francese.

Il compasso, conosciuto anche come bussola runica, rappresenta un talismano per chiunque affronti un viaggio. Lo si trova in un antico testo islandese, il Manoscritto di Huld. "Se qualcuno porta con sé questo simbolo - vi si legge -, non perderà mai la propria strada nella tempesta o nel cattivo tempo, anche se percorre una strada a lui sconosciuta". 

Cazaux continua a percorrerla, questa strada sconosciuta. Virtualmente numero 83 del mondo questa settimana, lui che non è mai stato in Top 100, potrebbe entrare nei primi 60 se dovesse battere Hubert Hurkacz nel suo primo ottavo Slam. I due non si sono mai incontrati. Potrà anche perdere, difficilmente si perderà.

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