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Comesana-Perricard: il tennis è bello perché e vario. E a Wimbledon fa saltare i nervi a Rublev e Korda

Il regolarista argentino dopo la lunga gavetta gioca col braccio libero e sorprende all’attacco il toro scatenato russo sempre più in crisi, il “nuovo Isner” francese matura in fretta e, coi 51 ace travolge il deludente figlio d’arte e promette in grande. Ma le due le sorprese hanno un secondo turno pieno d’insidie

di | 03 luglio 2024

Francisco Comesana a Wimbledon (Getty Images)

Francisco Comesana a Wimbledon (Getty Images)

Ci sono le eccellenze diverse Sinner e Djokovic, e ci sono le sorprese diverse Comesana e Perricard, l’ultimo castigatore di toro scatenato Andrey Rublev e il collezionista di 51 ace con cui ha sepolto l’apallico Seb Korda. Così il tennis riluce nella sua scintillante varietà nella vetrina Vip di Wimbledon. L’argentino, 23 anni, spicca sul sito dell’ATP con la segnalazione: “Nessuna biografia disponibile, sfortunatamente, al momento non disponiamo di informazioni sulla biografia di questo giocatore”.

Da 122 del mondo, 87 il 20 maggio, meriterebbe più attenzione. Il francese, 20 anni, dopo il doppio juniores al Roland Garros 2021 insieme all’amico Arthur Fils è uno dei prospetti più attesi coi suoi 2.03 da pivot e un gioco d’attacco continuo. La bio racconta molto della passioni per i super-eroi della Marvel, musica, cinema e Formula 1, sul comodino ha anche Il Piccolo Principe, ma i veri quesiti sono irrisolti: di dove sono i genitori? Perché il cognome è arricchito da quel Mpetshi? Perché porta un nome italiano, Giovanni? Perché ripete che il suo eroe è mamma Sylvie e non papà Suylain, ex calciatore, che gli ha messo la racchetta da tennis in mano a 4 anni e lo segue nei tornei?

ANTITESI

Comesana, folgorato dal tennis a 6 anni, ha abbandonato il calcio per girovagare fra tante accademie, da Horacio Zeballos senior a Dani Larreina, en el Náutico, da Federico Cardinali all’ex pro Bettina Fulco, a 16 anni è emigrato a Buenos Aires per allenarsi con Toto Cerundolo (papà dei pro Juan Manuele. Francisco), la Pandemia Covid l’ha riportato a Mar del Plata, nel 2021 s’è affidato a coach Facundo Arguello per fare esperienza nei Future poi s’è spostato a Cordoba a casa del collega Benjamin Alarcon, per imparare a vivere da professionista fino a sposare dall’anno scorso, la guida tecnica attuale, Sebastian Gutierrez.

Col quale sta cercando la transizione dalla serie B dei tornei Challenger alla serie A dell’ATP Tour, col suo tennis essenziale, grande vivacità di piedi e coraggio nel tigrare tutti i colpi.

L'esultanza di Francisco Comesana a Wimbledon (Getty Images)

Così, da fastidiosissima mosca tse-tse, con la sua estenuante transizione difesa-attacco (46 vincenti-38 gratuiti, 8/10 sulle palle break, 21 ace), pur reduce da 3 ko consecutivi al primo match, sulla terra di Perugia (con Zapata Miralles) e di Sassuolo (con Cecchinato)  e nelle qualificazioni sull’erba di Eastbourne (col numero 245 del mondo Broom),   ha fatto saltare i pochi nervi di Rublev. Che non potendo frantumare la racchetta addosso all’avversario l’ha fatto sul proprio ginocchio. Senza poter comunque frantumare il sogno dell’argentino - targato Lotto grazie a quel genio di Veso Matjas - che era al debutto Slam, che non aveva ancora vinto una partita sull’ATP Tour, che era appena al secondo match sull’erba.

INCERTI DEL MESTIERE

“Mi sono sentito libero e felice”, racconta adesso Comesana. Potrebbe raccontare l’esperienza dell’agosto del 2021, quando finalmente il girovagare alla ricerca del suo tennis stava trovando la strada giusta. Aveva giocato, insieme a Mariano Navone - altra rivelazione argentina - il Satellite di Novi Sad (città natale Monica Seles), appena persa la finale contro Filip Misolic, aveva presa un taxi diretto al confine con la Romania per partecipare subito ad un altro torneo ma, appena attraversato il confine, era stato quasi fermato dalla polizia di frontiera rumena.

“Non riconoscevano la città in cui avremmo giocato e non potevano credere che avrei giocato a tennis. Inoltre sul mio passaporto c’era ancora la foto di quando ero bambino e con la firma di mia madre, perché ero minorenne. E quando mi hanno fatto replicare sotto i loro occhi la firma sul documento, poiché non era uguale, volevano addirittura ammanettarci. Abbiamo risolto solo dopo un’ora di discussioni, grazie all’intervento del  Ministero”. Dopo i primi urrà nei Satellite ha iniziato a soffrire di infortuni e una tendinite cronica al polso destro lo ha lasciato fuori dai giochi, fino a infilare 6 titoli Challenger in 8 finali e ora a questo exploit di Wimbledon. Con ora la prospettiva Adam Walton, australiano “erbivoro” che ha già superato il primo esame di argentino contro Coria. 

La stretta di mano tra Francisco Comesana e Andrey Rublev a Wimbledon (Getty Images)

NUOVO ISNER

Perricard ha un potenziale fisico e tecnico molto più evidente, brillante e promettente di Comesana. Peraltro, s’è trasferito da Lione a Potiers fra le braccia della Federtennis francese. Oggi s’allena con Emmanuel Planque, già guida di Llodra, Pouille e Santoro, e sogna di imitare gli idoli Tsonga e Monfils. “Da bambino guardavo sempre il Roland Garros alla tv e mi ripetevo: “Un giorno voglio essere lì, anch’io!”. Trascinandosi dietro le sorelline, soprattutto Daphnee, 13 anni. “Il gigante Gio”, come l’hanno sempre chiamato gli amici, si sta facendo un nome anche alla prima apparizione a Wimbledon: coi 51 ace e 11 palle break salvate su 11, ha fatto saltare la già poca pazienza di Korda jr. Ritoccando i 44 che aveva messo inutilmente giù nelle qualificazioni contro Maxime Janvier, anche se poi è stato ripescato come lucky loser. E pensare che 12 mesi fa, durante i Championships, disputava il Challenger di Bloomfield Hills, Michigan, e a novembre non s’è qualificato per le Next Gen Finals under 21.

 

Poi l’esplosione: ad aprile, da 162 della classifica, ha vinto il Challenger id Acapulco, poi il primo ATP a Lione, ha sorpreso il ben più quotato Shelton al Queen's anche se ora teme il confronto con Pollicino Yoshihito Nishioka, alto appena 1.70, velocissimo, sempre in equilibrio, sempre pronto a buttarsi a rete. Ma Long John Isner, nume tutelare dei pivot gran battitori del tennis scommette: “Perricard è chiaramente un “lavoro in corso”. Ha un ottimo dritto, si muove bene, serve bene, nei prossimi anni sarà sempre più duro da affrontare”.

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