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In una lunga risposta in conferenza stampa, Djokovic offre la sua visione sul futuro del gioco. "Dobbiamo aumentare il numero di giocatori che possono mantenersi con il tennis e ripartire dai circoli"
07 luglio 2024
"C'è grande dibattito sul tema dei match al meglio dei cinque set negli Slam. Credo che vadano mantenuti, soprattutto nei turni finali. Penso che si potrebbe prendere in considerazione l'idea di giocare i primi turni al meglio dei tre set, poi passare agli incontri al meglio dei cinque set dagli ottavi o dai quarti. E' solo il mio pensiero".
Novak Djokovic riflette così su una possibile evoluzione del tennis nei prossimi anni. La sua è una posizione articolata, che da un lato tiene in considerazione la storia del gioco e il valore delle tradizioni, dall'altro prende in considerazione l'importanza dell'evoluzione per incontrare un pubblico più giovane.
"Oggi si gioca al quinto set solo negli Slam e penso sia questo che emoziona i giocatori e i tifosi. Molti vogliono vederli, e a noi giocatori piace giocarli, magari non tanto spesso - ha detto -. E' finita ad esempio al quinto set una delle partite più emozionanti che abbia giocato in carriera, la finale di Wimbledon del 2019 che ho vinto contro Federer. Era il primo anno che avevano introdotto il tie-break sul 12 pari al quinto, e ne abbiamo giocato uno subito in finale. Se quel match si fosse giocato al meglio dei tre set, penso che sarebbe stato diverso perché all'inizio era Roger il giocatore migliore. Quando invece giochi un match al meglio dei cinque set sai che non è finita nemmeno se sei sotto di due set, come è successo a Rune che sarà il mio prossimo avversario. Se senti di essere fisicamente più in forma o di avere più esperienza in quel tipo di partite, questo ti dà fiducia e tranquillità anche se sei in svantaggio di due set".
Gli incontri al meglio dei cinque set, ha spiegato Djokovic, "sono una parte importante della storia e del futuro dello sport". Tuttavia, ha aggiunto, "credo sia necessario anche fuori dagli Slam trovare il modo di attrarre un pubblico giovane. Il tennis vive un bel periodo, ma se vediamo quello che è riuscita a fare la Formula 1 in termini di marketing, di crescita dello sport, di organizzazione delle gare in tutto il mondo, penso che nei nostri circuiti possiamo fare meglio".
Djokovic ha citato anche uno studio commissionato "tre o quattro anni fa" dalla PTPA, l'associazione giocatori che ha fondato insieme a Vasek Pospisil. Da quello studio, ha detto, "emergeva che il tennis è il terzo o quarto sport più visto al mondo con il cricket, dietro solo al calcio e al basket. Ma è solo al nono o decimo posto nella classifica degli sport che capitalizzano meglio la loro popolarità. Credo ci sia un grande margine di popolarità. Siamo uno sport molto frazionato e ci sono diverse cose di cui credo dovremmo occuparci collettivamente per cercare di migliorare".
Dobbiamo aumentare, aggiunge Djokovic, "il numero di giocatori che riescono a vivere di questo sport. Si legge molto raramente che ci sono solo 350-400 giocatori, tra uomini e donne, singolaristi e doppisti, in tutto il mondo che riescono a mantenersi giocando a tennis. Per me è profondamente preoccupante. Parliamo tanto dei vincitori Slam, ci concentriamo sui grandi montepremi. Ma a livello della base secondo me stiamo lavorando male. Il tennis è uno sport globale, milioni di bambini prendono in mano una racchetta e vogliono giocare. Ma non facciamo in modo che sia sufficientemente accessibile o alla portata di tutti, soprattutto in nazioni come la mia che non hanno una federazione forte, che non organizzano uno Slam e non hanno grandi budget. Secondo dovremmo collettivamente riunirci e capire come mantenere le fondamenta di questo sport o come crearne di nuove, e alla base di tutto quello che è il tennis è l'attività dei circoli".
Djokovic offre anche il suo punto di vista su questo, e ragiona anche dell'impatto del padel per i club. "Il tennis è il re degli sport di racchetta, ma il padel o il pickleball sono più economici. Sulla stessa superficie di un campo da tennis puoi farne tre di padel. E' matematica: per un gestore di club è più economico. Queste sono le sfide di cui dobbiamo occuparci. Sono sul tavolo già da un po', ma finora non credo che le abbiamo affrontate nel modo giusto".