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Sinner, la caccia della Volpe riparte da Melbourne

La preparazione per l'Australian Open, la scelta di giocare solo l'esibizione di Kooyong, l'importanza del team. Le parole di Jannik Sinner

di | 12 gennaio 2024

Jannik Sinner riempie la sala stampa principale di Melbourne Park con un sorriso che emana la stessa luce di Toronto e di Torino, di Pechino, Vienna e Malaga. “L’obiettivo di quest’anno è quello di andare a caccia. Ci saranno delle settimane in cui prenderemo di più e delle altre in cui andrà inevitabilmente peggio, questa è la natura dello sport. Vediamo cosa riusciamo a prendere” ha detto. 

“Proprio ieri a cena col mio team parlavamo dell’importanza di circondarsi delle persone giuste, delle quali ti fidi, con le quali ti diverti – racconta ai giornalisti presenti -. Sto con loro 24 ore al giorno e sto bene. Potremmo anche andare a vivere insieme”, scherza il ragazzo di Sesto Pusteria.

Sarà che con la fama sono aumentati gli eventi di alto profilo, sarà che con le finali e i titoli prestigiosi è cresciuta la sua dimestichezza con le platee e con i discorsi pubblici, ma Jannik sembra più maturo, più a suo agio con l’ambiente, persino con i giornalisti. Forse è per questo che l’azzurro sparisce per 20 minuti nelle salette dedicate alle TV locali.

Quando ne riesce, non ha perso un briciolo del suo entusiasmo e – giocherellando con la sua Head - esce sulla terrazza che si affaccia su Melbourne Park. Ad attenderlo ci sono una troupe sudamericana, una giapponese, una svizzera, una tedesca e un ragazzone danese, che gli strappa l’ennesima risposta conciliante quando l’orologio indica le 17.30.

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Dall’inizio del media day di Jannik è passata un’ora, Il sole è basso sull’orizzonte, ma è ancora caldo e all’appello manchiamo solo noi. Il 22enne altoatesino si sistema il ciuffo, leggermente sfoltito rispetto alle ultime uscite, e condivide le sue sensazioni.

Sta bene e non solo moralmente, anche se la stagione conclusa ufficialmente in Andalusia è stata lunga e faticosa. Sinner non nasconde che l’off-season è stata breve, ma si sente carico di adrenalina a due giorni dal debutto negli Australian Open contro l’olandese Botic van de Zandschulp. “Ho avuto pochi giorni liberi, meno di una settimana, e sicuramente mi ha fatto bene andare un po’ a sciare e staccare mentalmente – racconta - . Mi ha fatto bene anche solo seguire in TV le gare di coppa del mondo. Ma onestamente volevo cominciare la preparazione il prima possibile. Volevo rimettermi a lavorare in fretta perché voglio vivere un’ottima stagione, come quella scorsa. E per farlo devo ancora migliorare”

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In teoria non sarebbe facile migliorare le 64 partite vinte, i 4 titoli ATP tra cui il primo Master 1000, le Finals da protagonista e la ciliegina della Coppa Davis che gli hanno lasciato in dote il 2023.

Tra tutti i momenti indimenticabili  dell’anno scorso quello al quale ripenso più spesso e che mi dà ancora i brividi è forse la Coppa Davis, perché l’ho potuta condividere con la squadra e con tutti gli italiani. È stato un successo che ha dato un bell’impulso al nostro movimento tennistico...ci sono tante persone che hanno preso o ripreso in mano una racchetta e questa è la cosa più bella”, spiega. 

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"Personalmente, poi, aggiungo la vittoria di Toronto, perché mi ha dato tanta fiducia e mi ha aiutato a vincere molto verso la fine dell’anno. Ma adesso sono qui e sono contento di poter tornare a sentire la competizione”.

Ecco, forse è proprio il bottino nei majors quello che offre più margini di miglioramento. Jannik lo sa, e a meno di 48 ore dal via dell’edizione numero 112 dell’Happy Slam si sente come un bambino davanti ad un negozio di giocattoli. Aspetta solo che si alzi la serranda sul suo 2024 per lanciare la sfida al mondo del tennis. Jan the Fox è pronto per la battuta di caccia grossa.

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