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L'italiana batte la tedesca Lys e per la prima volta in carriera accede al terzo turno di uno Slam
31 agosto 2023
Lucia Bronzetti accede al terzo turno degli Us Open dopo aver battuto in due set la tedesca n.143 del mondo Eva Lys 63 62. L'azzurra affronterà ora la cinese Qinwen Zheng (n.23) che ha battuto l'estone Kaia Kanepi e contro cui perse l'anno scorso al primo turno dell'Open di Monterrey.
Dopo il successo contro Barbora Krejcikova, testa di serie n.12 del seeding, quella contro la tedesca poteva rivelarsi partita delicata in grado di riservare sorprese per l'azzurra. Invece è arrivata una conferma. Importante perché giunta al termine di un match che nel primo set avrebbe potuto aprirsi a qualsiasi scenario, complice la scarsa precisione delle due rivali al servizio; e prezioso, perché oltre a proiettarla per la prima volta in carriera al terzo turno di uno Slam le regala una nuova consapevolezza, frutto del risultato ottenuto e delle circostanze in cui è arrivato.
Nel primo parziale il servizio è stato un optional, una variabile impazzita capace di produrre ben 10 palle break e 6 turni di battuta ceduti complessivamente. Meglio concentrarsi allora sulla risposta contro un'avversaria, Lys, brava a colpire ma meno a suo agio quando costretta a muoversi per il campo. Bronzetti sente che la partita è alla sua portata, vorrebbe spingere ma il servizio non la aiuta: è lucida però nell'esplorare tutto il suo repertorio, nel cercare profondità nei colpi e variare nello scambio ricorrendo anche a qualche palla corta.
Perso il primo set, Lys è costretta a ricorrere a un medical time out per noie muscolari e un principio di calo di pressione. L'azzurra fiuta che è arrivato il momento di affondare i suoi colpi, ma la precisione non è quella dei giorni migliori. Ecco allora emergere il carattere: tenuta a bada la frustrazione del vorrei ma non posso, Bronzetti per un istante riesce a trovare collaborazione dalla sua battuta e tanto le basta per domare i tentativi di rientrare in partita della tedesca e veleggiare verso il 62 finale che le schiude le porte del terzo turno. Il viaggio a New York non è ancora finito.
Finisce la corsa allo US Open di Martina Trevisan, sconfitta 62 62 dalla numero 9 del mondo Marketa Vondrousova, campionessa in carica a Wimbledon. La ceca ha superato il secondo turno allo US Open per la seconda volta.
In una sfida fra mancine Trevisan, diventata al primo turno la prima giocatrice nell'era Open a vincere un singolare femminile in uno Slam con il punteggio di 06 76 76, cede un break in avvio. Ma stavolta evita lo 0-6. Vondrousova, al primo Slam dopo il titolo vinto a Wimbledon, non ha mai perso quest'anno contro avversarie classificate peggio di lei (17-0).
Trevisan ha eguagliato il suo miglior risultato allo US Open e punto dopo punto guadagna convinzione. Prende campo e fiducia, si guadagna con merito due chances di controbreak nel sesto game. Se la gioca con coraggio senza aspettare l'errore di Vondrousova. Va per quattro volte a un punto dal controbreak, ma l'obiettivo sfuma dalle mani. In una di queste occasioni Vondrousova conclude uno degli scambi più belli del match, un punto che riassume tutta la sua completezza tecnica fatta di geometria applicata al gioco.
Un game così lascia scorie e pensieri, può demoralizzare. Vondrousova non perde più un game fino al 62 30 e il match di fatto si chiude qui.
“Mi aspettavo un match totalmente diverso da parte sua, pensavo la impostasse in un altro modo giocando in modo più offensivo e con la palla più pesante. E invece mi sono ritrovata sempre a dover attaccare e a dover costruire il punto - ha detto dopo la partita -. Forse mi è mancata la calma, la pazienza nella costruzione del punto e la capacità di aumentare un po’ l'intensità degli scambi. Avrei dovuto essere più lucida, e certamente non ero brillantissima fisicamente, cosa che invece mi avrebbe aiutato. Lei è una giocatrice ostica, sempre solida, legge bene i colpi e faceva i recuperi in back, ma a me è mancata la lotta, lo stare nel punto, gli scambi lunghi. Avrei dovuto avere più pazienza, sbagliare di meno, allungare la partita. Potevo aiutarmi di più con l’atteggiamento ma mi sentivo un po’ vuota”.