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Si ferma agli ottavi la corsa di Sinner allo US Open. L'altoatesino cede in cinque set a Zverev. Dal terzo ha iniziato a soffrire di crampi alla coscia
di Alessandro Mastroluca | 05 settembre 2023
I crampi e un ottimo Alexander Zverev fermano Jannik Sinner a New York. Il sogno dell'altoatesino allo US Open si chiude come un anno fa con una battaglia fisicamente sfiancante, emotivamente prosciugante, finita nella notte. Sinner cede 64 36 62 46 63 dopo quattro ore e 40 minuti al tedesco che raggiunge così i quarti di finale per la terza volta allo US Open, dove ha centrato il suo miglior risultato Slam, la finale del 2020.
Zverev ha ottenuto la sua seconda vittoria in quindici partite contro un Top 10 in uno Slam. La prima l'aveva completata un anno fa, ai quarti del Roland Garros, contro Carlos Alcaraz. Fu la sua ultima vittoria prima della caduta in semifinale contro Nadal e del lungo stop per la ricostruzione dei tendini della caviglia. Sarà proprio il murciano il suo prossimo avversario nel decimo quarto di finale in carriera in un major.
Sinner ha pagato il 56% di prime palle in campo oltre alla tenuta atletica che, in una serata calda e particolarmente umida, ne hanno limitato l'aggressività in risposta. E non gli hanno permesso di essere propositivo quanto Zverev nel quinto set. Ha guadagnato certezze sul suo diritto e conferme su spirito e voglia di competere. Oggi, però, non sono bastate contro il tedesco che ha giocato meglio la maggior parte dei punti che hanno indirizzato il match.
Sinner parte con un ace, ma il primo turno di battuta è tutt'altro che semplice. Jannik, ispirato al servizio da destra, ha bisogno di dieci punti per completare il primo game. L'altoatesino varia traiettorie e scelte, si cimenta nell'ultimo punto in un serve and volley, preludio poi a un attacco che espone le possibili difficoltà di Zverev con il diritto in corsa.
Da sinistra, lo scambio sulla diagonale è più muscolare. Entrambi, comunque, sanno di poter contare su un rovescio lungolinea affilato, fastidiosissimo per il rivale.
Si gioca ad alto ritmo fin dai primi scambi. E' un duello muscolare, di forza, di volontà di affermazione. Zverev arretra per far spazio alla palla ma non per questo gioca in difesa: anzi. Gioca piatto e profondo, e accetta di concedere qualcosa in termini di ampiezza nella prima fase dello scambio. E' il tedesco il primo a completare un break (3-2). Sinner si lascia scivolare il game tra le dita come il manico della racchetta che gli sfugge al servizio dalle mani.
Due doppi falli consecutivi, un errore di rovescio sulla prima palla break, e un rovescio lungolinea da applausi di Zverev cambiano la storia del parziale. Sinner, fermo al 44% di prime in campo nei primi tre turni di battuta, si ritrova a rincorrere in salita contro un'ottima versione di Zverev, solido da dietro, potente nella presa della rete anche da lontano.
Sinner però nella lotta si trova bene. Nel primo set non è sciolto al servizio ma risponde con alta frequenza e crescente profondità. Così, aiutato anche da uno smash lungo da annoverare alla voce regali di Zverev, piazza il controbreak immediato.
Nella parte centrale del set Zverev mostra primi segni di impazienza. Affretta le soluzioni come per tirarsi fuori dallo scambio. Ma è anche capace di due accelerazioni di rovescio diagonale che tagliano campo e spezzano il fiato in un game maratona da quasi dieci minuti che gli vale il secondo break del set (5-4) sui due game in cui ha avuto chances in risposta. Stavolta non concede altri spiragli. Anzi tiene a zero e dopo 69' chiude il set con il terzo ace, piatto, forte, all'incrocio delle righe.
Cambia tutto però un paio di game più in là, in avvio di secondo set. Uno smash steccato e un doppio fallo aiutano Sinner a salire avanti di un break (2-0). L'altoatesino spiega a coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill che non riesce a spingere con le gambe al servizio, e dopo tre game si farà massaggiare alla coscia sinistra. Ma se si va nello scambio spinge eccome. E' suo il punto della partita (2-0 30-0) chiuso con una palla corta improvvisa e un passante in contropiede, culmine di un parziale iniziale di 12 punti a 4.
Sinner concede il contro-break, ma Zverev regala come non aveva fatto nel primo set. Per la gioia dei "Carota Boys", l'azzurro torna avanti di un break: 4-2 e servizio. Il tedesco scende di intensità, l'azzurro ritrova la prima quando conta di più e trasforma il primo set point con il terzo ace del match.
US Open, un'esultanza di Jannik Sinner (Getty Images)
Nel terzo ogni punto è una sfida. Sfida contro se stesso, con i muscoli delle gambe che si fanno sempre più rigidi in una serata molto umida, con i crampi con cui convive praticamente da inizio terzo set. Combatte contro il sensore del net che suona secondo Jannik anche quando le sue prime di servizio passano molto sopra il nastro (polemica che si unisce a quella di Draper contro Rublev).
Combatte soprattutto contro uno Zverer deluxe che nel quarto game per cinque volte arriva a palla break. Ma l'azzurro, decisamente spavaldo con la prima da sinistra, riesce ad evitare il peggio. In realtà lo rimanda solo. Il break lo incassa al sesto game, che conclude piegato sulle gambe con un crampo che lo blocca. Faticosamente va a poggiarsi sulla panchina. Zverev passa e gli chiede se sia tutto ok, Jannik fa sì con la testa ma non è affatto tutto ok. Fa il meglio con quello che ha, l'azzurro, che da fermo è ancora in grado di tirare dei gran vincenti e riesce anche a cancellare due set point al servizio sul 2-5. Ma il set è ormai compromesso.
Il quarto si apre con un game che dura quasi un quarto d'ora. Sinner ha quattro palle break, che non concretizza. Zverev, fisicamente provato anche lui, può tirare un sospiro di sollievo spinto da una seconda di servizio a oltre 200 chilometri orari.
Alexander Zverev rincuora Jannik Sinner vittima di crampi (foto Getty Images)
Il match è una prova di resistenza. Jannik allunga la gamba ad ogni occasione possibile, Zverev accorcia gli scambi e si butta avanti quando può. Per entrambi scattare, cambiare direzione diventa una chiara sofferenza. Da Vagnozzi e Cahill arriva un invito chiaro a Jannik: "Fallo muovere". Sinner, che ai cambi campo non si siede per tentare di allungare e sciogliere i muscoli, fa di tutto per eseguire. Di sicuro risponde meglio in questo frangente e sembra toccare, sentire meglio la palla nei primi game del set, fa di tutto per eseguire. Se può giocare da fermo e arrivare sulla palla senza grandi rincorse, la palla "scoppia" ancora.
La tensione resta alta. Nel quinto game Zverev si lamenta con il giudice di sedia Keothavong perché qualcuno alle spalle dell'arbitro gli ha detto qualcosa che il tedesco definisce "inaccettabile". Dopo una manciata di minuti uno spettatore in t-shirt bianca e cappellino blu viene individuato e scortato fuori da quattro steward.
Sinner crede alla rimonta, come ci crede il pubblico che si alza in piedi e applaude la smorzata a campo aperto che vale il 4-4. Adesso è Zverev il più provato, ha meno forza nelle gambe, meno coordinazione. E spinge meno al servizio, così concede il break del 5-4 con un doppio fallo sulla palla break. Sinner non ha bisogno d'altro. Si prende il centro della scena e dopo tre ore e 50 minuti allunga al quinto set. Il pugno alzato verso il suo angolo, lo sguardo fermo e deciso scaldano l'atmosfera anche se l'Arthur Ashe Stadium si va svuotando: il quinto set inizia quando a New York è l'una della notte.
Quando vai al quinto, ed è la prima volta che Sinner e Zverev ci arrivano l'uno contro l'altro, gli occhi parlano prima di tutto. Raccontano stanchezze, trasudano speranze, suggeriscono la lotta per scoprire energie inattese nei posti in cui nessuno arriva mai.
Jannik Sinner in azione allo US Open (Getty Images)
Zverev, visibilmente più stanco nel quarto set, avverte la scintilla giusta e inaugura con un break il parziale decisivo. Sinner cade sulla diagonale del rovescio, poi nel game successivo sfiora il contro-break forzando Zverev a sbagliare un paio di cruciali diritti. Il tedesco però cancella la chance di controbreak con una "parata" d'istinto sotto rete e sale 3-0 dopo uno dei punti più spettacolari del set.
Frustrato, Sinner protesta perché il tedesco si prenderebbe troppo tempo tra un punto e l'altro e richiede un nuovo massaggio alla gamba. Ci prova, fino all'ultimo, a raddrizzare la partita, il buon Jannik. Ma non c'è lieto fine, solo applausi e rimpianti.