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Nella prima apparizione a Wimbledon batte la wc di casa Choinski in 5 set. E ora derby con Musetti: “Lo ammiro e lo rispetto”
di Francesca Paoletti, da Wimbledon | 02 luglio 2024
Luciano impara in fretta, e questa prima parte di 2024 lo testimonia. E ci ha messo poco anche ad addomesticare un ‘terreno’ scomodo e inesplorato come l’erba di Wimbledon. Alla prima apparizione della carriera ai Championships, Luciano Darderi ha vinto una partita complicata, contro un tennista ostico, e con una confidenza davvero minima con la superficie. “Per me queste sono le prime partite su erba – spiega nel corso della conferenza stampa – sono contento perché onestamente non mi aspettavo di riuscire a giocare così nelle ultime tre settimane. Qui, ad Halle, a Maiorca credo di aver dimostrato che posso far bene anche su una superficie così difficile. Aver vinto oggi è speciale”.
La partita di esordio sui prati di Church Road si era messa in salita con la wild card di casa - e quindi ben allenato ai segreti dei prati – Choinski: “Sotto di due set a uno non avevo buone sensazioni - spiega - , ho avuto un calo mentale dopo lo stop per pioggia, come era già accaduto a Parigi. Per fortuna mi sono ritrovato e nel quarto set sono tornato in gioco. Sul 6-5 del quarto set ho giocato un gran game e questo mi ha aiutato. Durante la seconda interruzione per pioggia sono rientrato negli spogliatoi e mi sono guardato allo specchio. Mi sono detto di partire più solido di testa e di non commettere lo stesso errore del primo stop. Mi sono convinto che potessi vincere e questo mi ha aiutato”.
Da terraiolo puro, Luciano sta ancora studiando i segreti dell’erba: “Il servizio e il back sono armi fondamentali – la sua analisi della superficie - muoversi è diverso ma dopo tre settimane credo di farlo già meglio. Ci sono poche settimane su erba ma nei prossimi anni penso possa diventare una buona superficie per me. Servono tempo e partite ma penso di potermi divertire in futuro. E’ tutto diverso, i movimenti, gli scambi, mai più di 4 o 5, la mobilità… pure le palle break contro o a favore sono diverse, ci vuole una concentrazione diversa. La mia superficie è la terra perché ho giocato sempre lì. Per salire in classifica, quando c’era lo swing su erba o cemento, io facevo solo i challenger. Ora che la classifica è buona giocherò tutto, cemento, erba, indoor”.
Darderi è stata una delle più belle sorprese del tour in questa stagione: “Sono fiero di tutto quello che ho fatto in questa prima parte della stagione – spiega - qualificarmi alle Olimpiadi è un traguardo bellissimo per qualsiasi sportivo, poi giocare qui, a Roma, a Parigi… Da 130 sono salito a 35 / 36, è bellissimo, ho lavorato tanto per farlo e me la sto godendo”.
Nel secondo turno lo attende Lorenzo Musetti: “Ci ho perso in semifinale a Torino – racconta – è un grandissimo giocatore e lo rispetto molto. La settimana scorsa ha fatto finale al Queens e più in generale su erba ha sempre ottenuto grandi risultati. Cercherò di far bene, peccato che ci siano due derby al 2° turno, siamo stati sfortunati, perché due rimarranno fuori”.
A Wimbledon lo conoscono poco, lui sorride e racconta velocemente la sua vita: “Ho fatto la scuola argentina ma da piccolo parlavamo solo italiano con mio padre e mio nonno – racconta – l’ho imparato così. Sono cresciuto nel mito di Del Potro, quando ero piccolo in Argentina c’era il boom di Delpo, come ora c’è quello di Sinner in Italia. Poi crescendo ho apprezzato lo stile di Federer, spettacolare e bello da vedere. Ricordo il partitone che giocarono lui e Nadal qui nel 2008. La partita più importante della stagione? Al Foro Italico con Shapovalov, era la prima volta sul Centrale, 76 al terzo set… penso sia stata la migliore, non so se ho giocato benissimo ma è stata speciale. La prima a Roma, davanti a tanto pubblico e tutta la mia famiglia”.