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Pliskova, il ritorno (vero?) di una ex numero 1

Pliskova, che non vinceva un torneo Wta da gennaio 2020 (successo a Brisbane contro Keys), è stata numero 1 del mondo solo per 8 settimane, ma può essere considerata una delle giocatrici più importanti degli ultimi 10 anni

15 febbraio 2024

Ha bussato nuovamente alla porta dell'élite del tennis femminile in un momento in cui i personaggi veri latitano. Karolina Pliskova vuole vivere il secondo tempo della sua carriera a modo suo, e questo inizio di 2024 sembra un ottimo antipasto per ricominciare a lottare contro le più forti. A Cluj-Napoca, la tennista ceca ha vinto il suo 17° titolo Wta, battendo in finale Ana Bogdan e rientrando nelle prime 60 del mondo, lei che è diventata numero 1 del ranking nell’estate 2017. 
 
Pliskova, che non vinceva un torneo Wta da gennaio 2020 (successo a Brisbane contro Keys), è stata numero 1 del mondo solo per 8 settimane, ma può essere considerata una delle giocatrici più importanti degli ultimi 10 anni. Per lei, parlano i titoli di Cincinnati 2016 e Roma 2019, oltre a due finali Slam perse, sempre in 3 set. La prima, agli Us Open 2016, contro Angelique Kerber. La seconda, molto più beffarda, sull’erba di Wimbledon 2021 contro l’australiana Barty, che si ritirò poco dopo quel successo (qualche mese più tardi vinse anche gli Australian Open 2022). Pliskova è stata una di quelle tenniste, insieme a Kerber, Azarenka e Halep, capaci di inserirsi nell’elite del tennis di fine anni ‘10, sfruttando la presenza sempre meno costante di Serena Williams. 

Un circuito di regine: le dieci numero 1 ancora in attività

Paradossale che 6 anni e mezzo fa Karolina sia diventata numero 1 del mondo al termine di uno dei tornei più disastrosi della sua carriera, quel Wimbledon 2017 dove uscì al secondo turno contro la meteora Magdalena Rybarikova, che in 9 edizioni dello Slam londinese giocate aveva vinto solo un paio di partite. Il suo ranking di numero 1, durato meno di 2 mesi, forse non rappresentava il vero valore di una tennista poco dominante, ma sicuramente in grado di essere competitiva su tutte le superfici.

Non è un caso che nel giro di 5 anni, da una finale Slam all’altra, Karolina abbia giocato semifinali anche a Melbourne e Parigi, facendo della duttilità e della capacità di giocare bene ovunque il suo cavallo di battaglia. Anche i guadagni testimoniano la sua continuità: oltre 25 milioni di dollari vinti di soli premi in una carriera che ad oggi - a 31 anni e dal numero 59 Wta - sembra ancora lontana dalla conclusione.

Karolina è numero 1 anche in un’altra cosa, visto che è stata la prima donna del circuito a giocare contro la sua gemella Kristyna. Le due si sono affrontate due volte in tornei minori (bilancio 5-4 per la sorella meno famosa), ma il confronto che fa più scalpore è quello nel 2019 a Birmingham, in un match in cui Kristyna vinse infilando 24 ace, record per quella stagione. Le due, a volte pure compagne di doppio, spesso hanno condiviso la stanza dell’hotel in tornei di altissimo livello, Slam compresi. “A Birmingham eravamo in stanza insieme e c’era una strana atmosfera prima della partita, ci guardavamo in modo particolare”, ha raccontato Karolina, consapevole dell’unicità della cosa. 
 
Karolina, la “minore” delle due gemelle (è nata 2 minuti dopo), è stata chiamata per anni “ace woman”, quando vinceva le partite anche grazie al servizio. Sia lei che la gemella avevano iniziato col basket, ma hanno subito capito di essere troppo basse per la pallacanestro e sufficientemente dotate di fisico e talento per sfruttare questa caratteristica nel tennis. Di Karolina, innamorata del cibo italiano (e soprattutto di pasta e pizza) si parlò soprattutto in patria per la relazione (e il conseguente matrimonio) con Michal Hrdlicka, discusso presentatore della Tv ceca che aveva già un figlio con una donna di 11 anni più grande di lui e in passato fu accusato di tradimento.
 
Una relazione sempre protetta da Pliskova, che nel tennis preferisce l’attacco e nella vita la difesa. E ora, dopo i tanti problemi al polso, vuole rilanciare la sua carriera. La top 10 è ancora lontana, ma adesso non è un sogno proibito. 

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