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Il ritorno di Caro Wozniacki, un'ispirazione per Rune

"Il suo spirito combattivo - dice Rune - insieme al suo rovescio, è la qualità che le ha permesso di arrivare al vertice e di rimanere in alto a lungo. Per lei ho una grandissima ammirazione”. Wozniacki ringrazia e spinge il connazionale: in un Paese così piccolo ogni suo risultato ha grande seguito

17 agosto 2023

In totale non arrivano a 6 milioni di abitanti, un decimo dell'Italia, più o meno la stessa popolazione della regione Lazio. Eppure, in Danimarca, i campioni non se li fanno mancare. Anche in uno sport, il tennis, che non era tra i più popolari, almeno fino all'arrivo di due personaggi che hanno cambiato regole e abitudini: Caroline Wozniacki prima, Holger Rune poi.

“Ricordo benissimo – ha spiegato Holger – quando vinse gli Australian Open: ero con la mia famiglia sul divano davanti alla tivù, ed era incredibile vedere una giocatrice danese vincere uno Slam. Per me è stata un'ispirazione”. Al tempo, Rune aveva 14 anni ma aveva già cominciato a tracciare la sua strada di piccolo fenomeno, anche se l'ingresso tra i pro era ancora molto lontano.

Wozniacki, passato e presente

“La Danimarca – sottolinea invece 'Caro'  – è un Paese piccolo e ogni volta che uno sportivo compie un'impresa è logico che venga seguito da tutti. Per questo l'ingresso di Holger fra i top 5 è stato accolto con entusiasmo, e anche io sono molto felice per lui. Sarà da stimolo per tanti che vogliono fare il suo stesso percorso”. Proprio mamma Wozniacki è una delle protagoniste del momento, nel circuito femminile. Non tanto per i risultati, quanto per un ritorno inatteso, oltre tre anni dopo l'annuncio del suo ritiro.

“Tornare in questo modo dopo così tanto tempo – dice Rune – ed essere competitiva ad alto livello è un'impresa notevole. Proprio il suo spirito combattivo, insieme al suo rovescio, è la qualità che le ha permesso di arrivare al vertice e di rimanere in alto a lungo. Per lei ho una grandissima ammirazione”. 

Un'ammirazione trasversale, in verità: 'Caro' - a cui è stata data una wild card per i prossimi Us Open - era fra le più amate del Tour femminile mentre era fra le top players, e ha ritrovato lo stesso amore del pubblico al rientro. Non solo per quel suo sorriso solare che ha fatto il giro del mondo, ma anche per le sue doti di resistenza alla fatica.

Lei che al ritiro, nel 2020, fu costretta anche per via dell'avanzare dell'artrite reumatoide, malattia che colpisce le articolazioni e che scoprì nel momento più alto della carriera, nel 2018. Caro, in realtà, non ha mai citato il problema fisico come causa principale della sua decisione, ma è chiaro che abbia influito in maniera importante, malgrado oggi grazie alle cure sia sotto controllo. Tanto da spingerla al rientro, con risultati incoraggianti.

Se l'obiettivo per lei non può più essere quello di tornare al vertice (fu numero 1 in totale per 71 settimane), c'è qualcosa di più grande da dimostrare: che una mamma di due bambini, alle prese con una malattia che può diventare invalidante, a 33 anni può essere ancora motivata e pronta a competere in uno sport così duro. Una lezione anche per Rune, spesso rimproverato (anche dai connazionali) per avere talento ma un carattere troppo altalenante. In realtà Holger, a modo suo, è un gran lottatore, e a prescindere da certi eccessi è uno che sa come si vincono le partite. Una dote che i due campioni danesi, evidentemente, hanno in comune.

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