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Solo 48 ore dividono gli ultimi due atti della stagione femminile. Il problema sono gli 8.000km che separano le città sedi dei due tornei
di Ronald Giammò | 09 settembre 2023
C'è chi è costretto a rinunciare alla Coppa Davis per via degli infortuni, chi - come Rafa Nadal - punta invece all'appuntamento di Malaga come quello da cui far partire il suo lungo addio al tennis giocato, e chi preferisce invece saltare un giro concentrando le sue energie sul recupero e sul conseguimento dei propri obiettivi stagionali.
In casa Wta si rischia invece di dovervi rinunciare per cause di forza maggiore. O meglio: valutare a quale appuntamento dare la precedenza e assumersene le responsabilità. Non per maggior o minor prestigio, ma per mera necessità. Il calendario stilato per le Finals di Billie Jean King Cup infatti parla chiaro: appuntamento a Siviglia dal 7 al 12 novembre per le prime dodici squadre del mondo, con la Spagna a fare gli onori di casa e la Svizzera a rimettere in palio il trofeo vinto l'anno scorso. Se non fosse che dall'altra parte del mondo, a Cancun, in Messico, dal 29 ottobre al 5 novembre sono fissate invece le WTA Finals, consueto Masters di fine stagione in cui si misurano le migliori otto giocatrici del 2023.
Tra la fine di un evento e l’inizio dell’altro ci sono solo quarantotto ore. Sufficienti, per gli organizzatori del torneo, per compiere una traversata transoceanica e calarsi nel clima della competizione a squadre dopo aver provato a cercar gloria individuale in quello che resta uno dei tornei più ricchi in termini di montepremi.
Certo, per quanto improba, la fatica toccherebbe in sorte alle sole due (s)fortunate finaliste del torneo. Le altre sei avranno invece qualche ora in più per smaltire lunghezza del volo, fuso orario e jetlag: magra consolazione che non potrà certo bilanciare le loro premature eliminazioni né le condizioni con cui - eventualmente - prenderebbero parte all'ultimo evento ufficiale della stagione.
Numeri alla mano, in attesa di conoscere l'ultima campionessa Slam del 2023, tra le prime otto giocatrici della Race verso Cancun figurano i nomi di Iga Swiatek, Elena Rybakina, Coco Gauff, Jessica Pegula, Markeeta Vondrousova e Karolina Muchova. Ma in corsa ci sono anche Madison Keys, Petra Kvitova e Belinda Bencic. Polonia, Kazakhstan, Stati Uniti, Repubblica Ceca e Svizzera: tutte giocatrici provenienti da cinque dei dodici paesi che si contenderanno il trofeo a squadre in Messico e che gioco forza saranno chiamate a imbarcarsi in un volo di oltre dodici ore (diretti non ce ne sono, e si dovrà far scalo a Madrid) per poter rispondere presente a un'eventuale loro convocazione. Sempre che non siano loro a dar forfait in anticipo. Lasciando così l'evento orfano di alcune delle sue migliori interpreti. Per la delusione di un pubblico che già da tempo aveva acquistato i suoi biglietti, certo di assistere a uno spettacolo diverso da quel che gli verrà offerto.