Chiudi
"> ">
Quella dell'Arabia Saudita sembra essere la candidatura più forte per ospitare le Wta Finals di fine stagione. "Un passo indietro", scrivono Navratilova e Evert. Ma sul circuito non tutte la pensano allo stesso modo
di Ronald Giammò | 06 febbraio 2024
Anche quest'anno la stagione ha preso il via senza che la Wta abbia eletto la sede per ospitare le Finals di fine anno. Dopo le ultime due edizioni di Fort Worth e Cancun, archiviate entrambe come insuccessi per via della carenza di pubblico e dell'inadeguatezza delle strutture, i dialoghi intrattenuti negli ultimi dodici mesi da Steve Simon, Ceo della Wta, stanno indirizzando il Masters di fine anno verso l'Arabia Saudita, già sede a partire dall'anno scorso delle Atp Next Gen Finals. Una decisione che però non è affatto gradita a due ex grandi stelle come Martina Navratilova e Chris Evert.
Le due ex n.1 del mondo, ieri rivali e oggi amiche, hanno infatti scritto una lettera al Washington Post indirizzata allo stesso Simon e agli membri del board della Wta nella quale si chiede per lo meno che venga reso trasparente il processo decisionale che dovrebbe eleggere la prossima sede delle Finals. "Apprezziamo le differenze culturali e religiose e ne comprendiamo l'importanza - scrivono Navratilova e Evert - ed è per questo che crediamo che concedere all'Arabia Saudita di ospitare le Wta Finals sia completamente incompatibile con lo spirito e i fini del tennis femminile nonché con la stessa Wta".
.@jon_wertheim has obtained a letter sent by Martina Navratilova and Chris Evert urging the WTA not to hold this year’s championships in Saudi Arabia https://t.co/HW5KsvpzMk
— Sports Illustrated (@SInow) January 17, 2024
"E' un paese - sottolineano le due Hall of Famer statunitensi - dove non vige alcuna uguaglianza tra uomini e donne e che criminalizza la comunità LGBTQ, la cui lunga tradizione in materia di violazioni di diritti umani e di libertà fondamentali da decenni è al centro di dibattiti internazionali". Per questo, concludono Navratilova e Evert, "portare in Arabia Saudita le Wta Finals rappresenterebbe un significativo passo indietro".
La presa di posizione non ha tuttavia generato unanimi consensi. Né in ambito politico, com'era prevedibile, né tra alcune delle attuali giocatrici in attività sul circuito Wta. La principessa Reema bint Bandar Al Saud, ambasciatrice del paese negli Stati Uniti dal 2019 nonché membro della Commissione su uguaglianza e inclusione del Cio, ha infatti rilasciato una dichiarazione in cui lamenta la "visione stereotipata e occidentalo centrica della nostra cultura" dipinta dalle due ex stelle, "campionesse - aggiunge ancora - che hanno voltato le spalle a quelle stesse donne che avevano ispirato in un modo che è oltremodo deludente".
"Gli sport - si legge ancora nella risposta inoltrata da Bandar Al Saud - sono grandi generatori di uguaglianza in grado di offrire opportunità per tutti basandosi solo sulle rispettive abilità, dedizione e sacrifici, e nonostante molto lavoro resti ancora da fare, i recenti progressi che nel paese hanno coinvolto sempre più donne nei posti di lavoro aprendo loro opportunità sul fronte sociale e culturale sono stati davvero profondi e non dovrebbero essere minimizzati". "Comprendiamo e siamo aperti a un sano dibattito incentrato sul progresso delle donne - conclude la diplomatica saudita - Il mio paese non è ancora un posto perfetto per le donne. Ma nessun paese lo è".
L'allarme lanciato da Navratilova e Evert non ha riscosso però unanimi consensi neanche tra le giocatrici attualmente in attività. Caroline Wozniacki, ex n.1 del mondo di recente tornata in azione, si è detta fiduciosa che l'evento - qualora fosse confermato - possa aiutare a creare quel cambiamento tanto atteso nel paese: "E' inevitabile che prima o poi sarebbe successo, e se dovesse accadere penso che avremmo la possibilità di provare a fare qualcosa di buono. Comprendo bene quel che si dice in materia di diritti umani e tutto il resto - ha ancora aggiunto la danese - ma con tutti i soldi che possono mettere sul piatto era inevitabile che prima o poi sarebbe accaduto. E quando ci si ritrova in una situazione simile si può sempre provare a cambiare qualcosa e fare qualcosa di buono".
Ancor più calorosa è stata invece la difesa della (probabile) scelta della Wta da parte di Ons Jabeur, ex n.2 del mondo nonché prima giocatrice araba a disputare una finale di un Grand Slam. L'attuale n.6 del mondo ha definito la risposta della principessa Reema "incredibile, elegante, di classe: tutte le giocatrici sono rimaste colpite dal modo in cui ha replicato alla lettera di Martina e Chris". "Sarebbe fantastico poter giocare lì e ispirare non solo le donne ma anche gli uomini", ha ancora aggiunto la tre volte finalista Slam tunisina, "E' importante che si faccia e spero che Le Wta Finals si disputino lì. IO sarò tra le giocatrici che sosterranno questa scelta: che non è solo pensare a giocare, ma recarsi lì e fare anche tanto altro oltre che giocare a tennis".
Infine, così come fatto dalla diplomatica saudita, anche Jabeur ha voluto sottolineare come spesso ci si approcci a questioni riguardanti il mondo arabo in maniera poco informata e basandosi solo su dei preconcetti: "Penso che la gente debba essere più informata su quel che sta accadendo in Arabia Saudita e su come la situazione stia migliorando progressivamente - ha spiegato Jabeur, che da poco ha firmato un accordo di sponsorizzazione con il Saudi Arabian Public Investment Fund - è importante ascoltare tutte e due le versioni, e questo non vale solo per questo caso. Io sinceramente quando sono lì mi sento sicura e vorrei tanto condividere questa esperienza con altre giocatrici".