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Ancora nessuna ufficialità in merito alla sede che ospiterà le prossime Wta Finals. Spaccato il fronte delle giocatrici tra chi avrebbe preferito restare in Europa e chi considera invece l'occasioned i recarsi in Arabia Saudita come un'opportunità da non sprecare per innescare e proseguire nel solco di quel cambiamento tante volte invocato
08 marzo 2024
Anche se ancora priva di ufficialità, la scelta dell'Arabia Saudita da parte della Wta quale sede delle prossime Finals di fine stagione continua a trovare conferme. L'ultima, riportata da The Athletic a inizio febbraio e accreditata da una fonte interna alla Wta che ha richiesto di restare anonima, ha definito l'imminente accordo come "il peggior segreto mai tenuto nello sport", e va ad aggiungersi alle dichiarazioni rilasciate nelle ultime settimane da alcune protagoniste del circuito divise tra la possibilità di dover disputare un torneo così importante in un paese più volte oggetto di critiche per l'assenza di parità di diritti tra uomini e donne per tacere del rispetto di altre minoranze.
Nella conferenza alla vigilia del suo debutto a Indian Wells, la n.1 del mondo Iga Swiatek, richiesta di un parere sull'eventualità di dover giocare a Ryadh, ha ribadito come lei abbia sempre fatto parte "di quel gruppo di giocatrici che avrebbero preferito giocare le Finals in Europa", sottolineando però come queste, come le altre sue colleghe, "non abbiano alcun impatto su decisioni di questo tipo". "E' meglio che rivolgiate questa domanda direttamente alla Wta - ha aggiunto ancora Swiatek - perché sono loro ad avere tutte le informazioni aggiornate, io mi sono stancata di seguire tutti questi aggiornamenti e informazioni e preferisco concentrarmi su dove mi trovi ora".
La questione era stata aperta un mese fa da Chris Evert e Martina Navrarilova, firmatarie di una lettera pubblicata su Sports Illustrated e indirizzata al Ceo della Wta, Steve Simon, in cui le due ex n.1 del mondo non esitavano a definire la scelta dell'Arabia Saudita "completamente incompatibile con lo spirito e i fini del tennis femminile nonché con la stessa Wta". Oggi però il dibattito si è arricchito di più voci, non tutte concordi nel criticare la scelta che a breve dovrebbe essere annunciata dalla Wta. Per Ons Jabeur, anch'essa intervenuta nel corso della conferenza stampa della vigilia, "è tempo di andare lì, è ora di dare quest'opportunità alle donne che lì sognano di diventare delle giocatrici di tennis". "Penso di essere l'unica giocatrice in favore della scelta dell'Arabia Saudita - ha proseguito ancora la tunisina, prima tennista araba (maschile e femminile) a ricoprire la posizione n.2 del ranking - Il paese sta evolvendo, so che altre persone hanno un'opinione diversa al riguardo ed è normale, ma sono stata lì un paio di volte e ho visto con i miei occhi quanto sia meravigliosa quella gente e come le donne stia ottenendo sempre più diritti".
#PIF and @atptour today unveiled a new multi-year strategic partnership, marking a significant shared commitment to enhancing global tennis for players, fans, tournament organizers and stakeholders at all levels of the sport.
— Public Investment Fund (@PIF_en) February 28, 2024
Learn more: https://t.co/yrQfGCP2DS pic.twitter.com/67szKIvc6m
In attesa che venga sciolta la riserva in campo femminile, l'Arabia Saudita negli ultimi anni ha saputo invece attestarsi sempre più sul circuito maschile. Dopo aver scelto Rafa Nadal come ambasciatore della Federazione Tennis del paese, e aver messo in scena a fine dicembre scorso la Ryadh Tennis Cup, rassegna d'esibizione a cui hanno preso parte molti tra i migliori giocatori dei due circuiti - su tutti Novak Djokovic e Carlos Alcaraz -, è di fine febbraio la notizia che ha visto il Public Investment Fund (PIF), il fondo sovrano della corona saudita, siglare una nuova partnership con l'Atp che porterà a rinominare la sigla dei Rankings (ora PIF Atp Rankings) e del trofeo di numero uno di fine stagione (oggi Year-end No.1, presented by PIF). Senza dimenticare le Next Gen Atp Finals, torneo di fine anno riservato agli U21 tenutosi proprio lo scorso dicembre per la prima volta nel King Abdullah Sports City di Gedda.