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Dopo il polemico ritiro, spunta un video dell’avversaria che cancella il segno incriminato. Le parti si schierano con le diverse versioni e nuove congetture. Mentre il tennis si schiera con Shuai
di Vincenzo Martucci | 21 luglio 2023
I cellulari sono una iattura, danno dipendenza, convogliano l’informazione in un flusso di fonti sempre minori e sempre più univoche. No, i cellulari sono utilissimi, anzi, decisivi, proprio sul tema dell’informazione, ci hanno cambiato la vita, in meglio, ci dicono tutto in pochi attimi, con una fotografia /o un video, trasmettono la realtà meglio di qualsiasi scritto e racconto, rappresentano un’arma formidabile nelle mani del semplice cittadino.
La Cina nega i diritti, la Cina chiude i siti web e blocca soprattutto i giovani impedendogli di comunicare col mondo esterno, la Cina ha fatto sparire la tennista Peng Shuai, colpevole solo di aver detto la verità, la Cina sta ottenendo grande e spontanea solidarietà verso la sua tennista Zhang Shuai, ma siamo sicuri che quel video sia autentico, siamo certi che non sia stata proprio la 34enne cinese ad approfittarsi della sua esperienza per cercare di manipolare la situazione contro la 20enne avversaria? Quante verrà e contro-verità avete letto in poche righe?
Riassumono il nostro mondo: tutto e il contrario di tutto, da questo caos cosmico emerge anche la seconda puntata della storiaccia del torneo WTA di Budapest di cui vi avevamo appena raccontato.
Occhio però che nelle prossime ore non spuntino fuori altri video, altre dichiarazioni, altre rivelazioni che deflagrano con la velocità e il chiasso caratteristici dei social e contraddicono e addirittura cancellano tutto quanto è stato detto fino a un attimo prima, insieme alle relative opinioni e alle condanne. Forse il fine ultimo è solo quello di distogliere l’attenzione dai fatti - stavolta, un grave comportamento antisportivo -, come succede nella nostra vita di tutti i giorni rendendo sempre più difficile districarsi fra ragione e torto, bugia e verità.
La fuga dal campo, con abbandono del match sul 5-6 da parte della cinese Zhang Shuai che aveva stretto frettolosamente la mano ad arbitro d avversaria, l’ungherese Amarissa Kiara Toth, ed aveva salutato polemicamente e istericamente il pubblico di Budapest, s’era arricchita dalla foto del segno di una palla contestata dalla favorita sul 5-5 15-15. La palla era chiaramente buona, dopo un dritto della 34enne di Tientsin che doveva valere il 30-15 per lei e che invece il giudice di sedia aveva dato misteriosamente fuori. Un secondo video aveva poi mostrato le violente e palesi proteste del gruppo di cinesi al seguito di Zhang al torneo. La perdita del game aveva causato una crisi di panico e di pianto irrefrenabile di Shuai che, già in crisi psico-tecnica sulla scia di 11 primi turni persi di fila, ha abbandonato il campo. Per poi scusarsi del suo gesto - a detta degli organizzatori - proprio a causa del difficile momento di tennis che sta vivendo, con conseguente discesa in classifica da ex 22 del mondo con 4 titoli. La forte depressione sarebbe aggravata - a suo dire - dall’impossibilità di rientrare in patria da tre anni per i difficili rapporti con la Federtennis del suo paese, tanto da non aver potuto presenziare ai funerali dei nonni.
L’avversaria, l’anonima 20enne Amarissa Toth, appena 548 del mondo, forse proprio perché giovane ed inesperta, aveva esultato per il primo successo WTA in carriera insieme al pubblico. L’arbitro aveva chiaramente sbagliato tutto. Ma era stato messo subito dopo doppiamente in discussione anche da parte della stessa WTA, che gestisce il circuito dei tornei donne, per via di un secondo video diffuso dai cinesi, in cui si vede che, davanti alle proteste della Zhang sul famoso dritto che aveva colpito la riga, la sua avversaria è andata verso il punto incriminato e ha cancellato con piede il segno facendo perdere letteralmente la testa alla cinese. Sempre più esterrefatta e sconvolta.
La reazione degli organizzatori? Hanno spostato il mirino sui cinesi ipotizzando che il secondo video sia stato contraffatto: “Amarissa non ha deciso se la palla fosse buona o meno. E’ stata una decisione del giudice di linea prima e dell’arbitro di sedia poi. La tennista ungherese nel primo tabellone principale WTA della sua vita potrebbe non essersi comportata bene nella situazione ma non ha fatto nulla che possa essere descritto come una mancanza di integrità. E non c'è deviazione o malinteso. I cinesi stanno manipolando il mondo con un video manipolativo”.
Che la collega, Magda Linette, ha commentato inequivocabilmente: “Questa è la peggior risposta da parte di un torneo che io abbia mai visto”. Mentre il comunicato ufficiale della sigla del tennis pro donne è ovviamente molto più attento e delicato, e dichiara in politichese: “La WTA ha tolleranza zero verso il razzismo in qualsiasi forma e contesto. Lo sfortunato incidente avvenuto all’Hungarian Grnd Prix e le successive pubblicazioni sono in fase di revisione e verranno affrontate”.
A questo punto, l’unica verità chiara, e indiscutibile, al di là del risultato per ritiro della giocatrice cinese in lacrime, è stata la immediata reazione di piena e totale solidarietà da parte del mondo del tennis, dal collega Denis Shapovalov alla mitica Martina Navratilova alle colleghe di spicco di oggi tra cui Jabeur, Garcia, Sakkari, Stephens, Tomljanovic, Mladenovic, Puig, Cornet, Saville, Kasatkina. “Il ministro della felicità”, la tunisina Jabeur, fresca finalista a Wimbledon per il secondo anno di fila, prima voce del mondo WTA e numero 6 del mondo, ha twittato: “Tutto il supporto a Shuai. Questo non è accettabile”. Caroline Garcia, n. 5, ha twittato anche lei: “Sappiamo tutti che tipo di ragazza sei, Zhang Shuai. Prenditi cura di te stessa”.
All the players are showing their support for Shuai Zhang after the controversial call against her in Budapest ??
— Sportskeeda Tennis (@SK__Tennis) July 19, 2023
What are your views on the behaviour of Amarissa Toth, umpire and the crowd? ??#ShuaiZhang #Budapest #AmarissaToth #Tennis pic.twitter.com/vX3yuu65W8