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Una guida completa per scoprire tutto sugli attrezzi adatti ai più piccoli. Durante la loro fase di crescita e quella di apprendimento del nostro sport. Ecco dei punti di riferimenti e regole pratiche per non sbagliare
di Gabriele Medri * | foto Getty Images | 07 maggio 2019
* I.S.F. R. Lombardi
Che cos'è la racchetta junior? Non una piccola racchetta, ma una racchetta piccola per creare un grande giocatore. Se è vero che la scelta della racchetta da tennis "da adulto" molto spesso segue regole legate all'emotività, al gusto personale, all'emulazione del campione di riferimento e - in certi casi - alla pura casualità piuttosto che alla logica, alla funzionalità, al massimo rendimento nonché alla minimizzazione della possibilità di infortunio, troppo spesso anche la scelta dell'attrezzo junior è guidato dal caso. Insomma, da una non logica corrispondenza fra caratteristiche fisiche, doti tecniche dell'allievo e attrezzo di riferimento.
L'elemento fondamentale per generare pesantezza e complessità di palla è la velocità alla quale l'attrezzo viene accelerato nello spazio sia in termini lineari che rotazionali ed è sufficiente un piccolo rallentamento della testa della racchetta, causato dal mancato uso della catena cinetica o da limiti dinamici dell'attrezzo, per provocare come effetto diretto un sensibile scadimento della quantità di energia prodotta. Come si deduce dalle seguenti formule:
Questa che potrebbe sembrare una premessa, di tipo puramente astratto e di estrazione accademica, ha nella realtà risvolti assolutamente pratici e può essere stigmatizzata nella frase pronunciata da Jack Kramer circa 70 anni fa e che possiede ancora oggi una assoluta attualità e valenza. “Giocate con la racchetta più pesante che riuscite a manovrare con agio...", senza rallentare il gesto rispetto a quanto fareste con una racchetta più leggera. Questa la frase che dovrebbe essere incisa a lettere cubitali dorate all'ingresso di ogni scuola tennis e che dovrebbe guidare verso la scelta dell'attrezzo più adatto. Quello che consente di raggiungere la massima velocità della testa della racchetta, che consente di giocare senza forza, in modo sciolto, in decontrazione affaticandosi il meno possibile nell'ambito di un intero incontro o allenamento.