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L’epicondilite, o gomito del tennista, è uno dei più grandi nemici anche dei giocatori di padel. La colpa dell’infiammazione è da imputare a una tecnica non corretta e (soprattutto) a delle pale che non garantiscono il giusto assorbimento delle vibrazioni. Da valutare – oltre all’usura dell’attrezzo – anche peso, bilanciamento e gomma al suo interno
di Marco Caldara | 29 marzo 2022
Per molti, il padel si trasforma in fretta in una sorta di dipendenza. Piace talmente tanto che, specialmente chi si trova agli inizi, giocherebbe ogni giorno, a qualsiasi ora, in qualsiasi condizione. L’unica cosa che conta diventa giocare, divertirsi e migliorare. Tuttavia, specialmente per chi non è abituato a un certo tipo di movimenti, il padel può nascondere anche delle insidie.
Una delle più comuni è l’epicondilite, conosciuta anche come gomito del tennista, ossia una infiammazione al tendine epicondilo laterale, che provoca un dolore molto forte in determinate azioni, come chiudere la mano, afferrare una bottiglia e simili. Facile comprendere che, quando il livello dell’infiammazione supera una certa soglia, giocare diventa impossibile e per risolvere il problema possono servire parecchie settimane di inattività (e trattamenti medici).
L’epicondilite, nel padel, è figlia delle vibrazioni che vengono trasmesse al braccio a ogni impatto con la pallina, ed è da imputare a due fattori: una tecnica non corretta e l’utilizzo di un tipo di pala inadatto. Il primo problema si può risolvere con l’ausilio di un insegnante, che può aiutare a “pulire” certi movimenti, mentre per il secondo può bastare un po’ di attenzione in più un fase di acquisto, per individuare il telaio adatto in termini di peso, bilanciamento e gomma al suo interno. Ecco qualche consiglio per scegliere la pala corretta, con la raccomandazione di cambiarla con la giusta frequenza. Una pala troppo usurata, infatti, non garantisce più certi standard, finendo per trasmettere al braccio molte più vibrazioni.
IL PESO IDEALE
Uno degli aspetti che proprio non devono mancare a una pala è la capacità di assorbire il più possibile le vibrazioni generate dall’impatto con la pallina, che finiscono per essere inevitabilmente trasferite al braccio. Più ne vengono assorbite, e minori sono i rischi di infortunio. Generalmente, può darsi che una pala dal peso eccessivamente ridotto non sia in grado di assorbire a dovere le vibrazioni, quindi alla lunga può trasformarsi in un problema.
Allo stesso tempo, un discorso simile si può fare per una pala particolarmente pesante: il peso riduce la maneggevolezza, quindi può portare il giocatore a eseguire colpi con una tecnica non corretta. Il che, come detto in precedenza, può essere fra le cause dell’epicondilite. Per chi soffre (o ha sofferto) di epicondilite, la raccomandazione degli esperti è quella di optare per pale dal peso medio o medio basso, compreso fra i 355 e i 370 grammi. Un range che, per quanto ridotto, garantisce comunque una enorme varietà di scelta, visto che abbraccia gran parte delle pale presenti sul mercato.
IL BILANCIAMENTO GIUSTO
Un altro aspetto da tenere in considerazione è il bilanciamento della pala, dalla quale – nella stragrande maggioranza dei casi – dipende anche la forma della stessa: tonda, a goccia oppure a diamante. Il bilanciamento determina il peso di una pala, e chi soffre di epicondilite (o la vuole prevenire a tutti i costi) dovrebbe puntare su una racchetta molto maneggevole, che permetta di eseguire tutti i colpi con facilità e la corretta impostazione tecnica.
Per questo, l’ideale sono le pale dal bilanciamento medio: garantiscono un’ottima maneggevolezza, e richiedono meno sforzo al braccio. Le pale con un bilanciamento alto, come quelle a diamante (le più professionali), tendono invece ad avere molto peso in testa, il che richiede sforzi extra per gestirle e può provocare un’estensione dei tendini del braccio non necessaria, la quale può generare le prime infiammazioni.
LA GOMMA ADEGUATA
Fra ciò che differenzia maggiormente una pala dall’altra c’è anche la gomma al loro interno. È la componente che determina la durezza di una racchetta: una gomma più morbida ha la tendenza a compiere con la pallina un effetto elastico, mentre una gomma più dura farà in modo che la pala non ammortizzerà troppo la pallina, trasmettendo al braccio una maggiore quantità di vibrazioni.
In più, una pala dalla gomma dura garantisce meno “salida de bola” (l’effetto elastico appena citato), quindi obbliga il giocatore a uno sforzo maggiore per colpire a certe velocità. Più lo sforzo aumenta, più è complicato eseguire il colpo con la giusta tecnica, il che facilita quindi il rischio di infiammazioni al tendine epicondilo laterale.
Per tutti questi fattori, un giocatore a rischio epicondilite deve puntare su una gomma morbida o al massimo intermedia, in grado di assorbire bene le vibrazioni e non chiedere troppo sforzo a chi colpisce. Ideali, quindi, la gomma EVA soft se si parla di una determinata qualità di attrezzi, o la semplice Foam delle racchette meno professionali.