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Abbiamo provato la nuova versione del telaio della casa austriaca che si colloca nello stesso segmento di mercato del cavallo di battaglia del marchio francese. Misure praticamente identiche; potenza, confort e grande facilità di gioco paragonabili a un prezzo molto competitivo
di Enzo Anderloni | 20 dicembre 2020
Nell’evoluzione delle collezioni Head, la Instinct, resa nota dalle imprese di Tomas Berdych e Maria Sharapova, è quella che si è andata via via identificando come la racchetta più “democratica”, in grado di offrire spinta generosa a tutti, accoppiata ad altrettanto abbondante confort.
Nell’ultima versione, da poco nei negozi, con l’introduzione del Graphene in tutte le zone nevralgiche del telaio (tecnologia Graphene 360+), ha accentuato ancora più questa sua vocazione andando a sfidare con decisione la grande rivale di casa Babolat, la classica Pure Drive, best seller da un ventennio.
Una sfida che si connota anche sul piano cromatico: pur presentandosi con design cromatico diverso dalla rivale la richiama nelle tinte. E’ azzurro chiaro dal grip al cuore blu scuro su spalle e ovale con divisioni molto nette dove Pure Drive gioca con il fondo blu scuro e grafiche azzurro metallizzato.
Insomma tra il nero e rosso di Prestige, l’arancione di Radical, il bianco e nero di Speed e il giallo con grigio di Extreme, il messaggio di Instinct a Pure Drive è chiaro e diretto: il confronto è con te.
Il parallelismo salta ancora di più agli occhi quando si confrontano le misure: stesso piatto corde da 100 pollici quadrati, stesso peso a nudo di 300 grammi, stesso bilanciamento (sempre a nudo) a 32 cm dall’estremità del manico, stesso schema corde 16x19. Se poi aggiungiamo che anche lo spessore del profilo è analogo, variando lungo il telaio dai 23 ai 26 millimetri, sarà chiaro a tutti il motivo per cui viene istintivo, approfittando del lancio sul mercato, un test- confronto.
Il primo faccia a faccia, quello sul nostro Diagnostic Center, segna, insieme a impressionanti analogie, le prime differenze.
Si rileva infatticuna deflessione del piatto corde praticamente uguale (41 punti la Head, 42 la Babolat) dopo aver fatto montare due corde sintetiche diverse per marca e modello (Head Lynx Tour vs Babolat RPM Blast) per quanto alla stessa tensione di Kg 21/20.
Quello che cambia è invece la rigidità, che nella Head (63 punti RA) è nettamente minore rispetto a Babolat (68 punti RA). Un dato che finisce per incidere parecchio nelle valutazioni della potenza da parte della macchina.
A parità di inerzia (il valore dell’attitudine alla spinta in una racchetta), 321 kgxcmq per entrambi gli attrezzi, il Lab assegnava 58 punti su 100 di potenza alla Babolat e ne dà 52 alla Head.
Che però prevale altrettanto nettamente nel controllo (47/100 contro 39/100) a parità assoluta (ancora una volta) in tema di maneggevolezza, molto buona: 73 punti su 100.
Sin dai primi colpi è proprio la diversa rigidità che si fa sentire, perché è l’unica caratteristica che separa due attrezzi dalle anime gemelle.
Entrambi sono fatti apposta per chi gioca da fondocampo e vuole spinta e profondità subito disponibili. Si ottengono infatti senza grande sforzo fisico e con un alto grado di tolleranza anche sui colpi leggermente decentrati.
Head Instict MP è pastosa e paciosa, regala degli impatti rotondi che ricordano il vecchio “pof, pof” per morbidezza e comfort ma generano una palla pesante, che trova l’ultimo metro di campo con regolarità.
Piatto e top escono facili ma quello che sorprende è anche la precisione del back di rovescio, anch’esso facile da piazzare senza che la palla tenda ad alzarsi, a scappare via. Insomma, una Pure Drive più morbida.
Perché la questione, per gli amanti di questo genere di racchette, è proprio in questi termini: la Babolat spinge facile, con sostanza ed efficacia sperimentate e di alto livello con un suono più asciutto, leggermente più secco. E la scelta diventa una questione di gusto, come col Lambrusco, se ci è consentito il paragone. C’è a chi piace secco o semi-secco e chi lo preferisce amabile o abboccato. Ma sempre di Lambrusco si parla.
Qui si parla di due racchette che, come rilevato anche in laboratorio, sono sovrapponibili in tanti aspetti e alla fine si distinguono nel retrogusto.
Nella versione lanciata verso il 2021 la nuova Instinct si rivela buona compagna anche nei pressi della rete e al servizio, dove la spinta è generosa e disponibile a tanti, grazie all’ottima maneggevolezza.
La nuova Head Instict MP 360+ riesce nello scopo di andare a sfidare con piena credibilità la rivale Babolat sul suo terreno che, come dicevamo, è quello delle racchette adatte a un'ampia fascia di agonisti, dai gruppi di ingresso della quarta categoria fino al professionista. Esattamente come la Pure Drive si impose con Carlos Moya (oggi con Fabio Fognini e garbine Muguruza) e ha avuto successo anche impugnata dal giocatore di club.
Si propone con un look fresco ed essenziale, molto riconoscibile (la “Head azzurra”) e a un prezzo molto concorrenziale, al di sotto dei 200 euro. Partendo infatti da un listino di 190 euro finirà per arrivare, grazie alle classiche scontistiche, alla portata di tutti. E questo, oggi, non è un dettaglio tarscurabile.
La scheda
Il Lab
Racchetta incordata con sintetico monofilamento Head Lynx Tour, calibro 1,25 alla tensione di 21/20 kg
La scheda
Il Lab
Racchetta incordata con sintetico monofilamento RPM Blast, calibro 1,25 alla tensione di 21/20 kg