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Abbiamo misurato nel nostro Lab e provato sul campo i tre modelli top della nuova edizione della racchetta che fu di Agassi, portò al successo Murray e oggi ha come testimonial principale lo statunitense Taylor Fritz. Ecco per chi sono adatti e con quali differenze di rendimento
di Enzo Anderloni | 09 marzo 2023
Il lancio sul mercato è di poche settimane fa: le nuove Head Radical, con la loro livrea arancione e blu scuro, si sono già viste nei grandi tornei in pugno allo statunitense Taylor Fritz e all’inossidabile guerriero Andy Murray. La nostra più grande curiosità era però testarle, scendere in campo con le racchette, prive della personalizzazione riservata ai campioni, che tutti possono trovare nei negozi specializzati o negli shop on line.
Eccoci dunque a verificare direttamente le prestazioni di questa nuova versione di quella che Head definisce ‘The people’s racquet’, ‘la racchetta della gente’, come dire la racchetta per tutti. Approfittando dell’occasione di avere per le mani i nuovi esemplari abbiamo pensato di metterli a confronto per poterne saggiare le singole qualità ma anche per capire come scegliere, eventualmente, la versione più adatta alle proprie caratteristiche tra Radical Pro, Radical MP e Radical Team, i top della nuova gamma.
Prima di entrare nel merito di misurazioni e test sul campo vale la pana di ricordare che Head ha sviluppato Radical pensando a una racchetta che offrisse il miglior compromesso tra potenza, controllo e rotazioni. Un attrezzo per il tennista “completo a tutto campo”, che alterna top e colpi piatti da fondo, senza disdegnare affatto il back, specie col rovescio. E quando può si proietta a rete, a cercare il punto con la voleé.
Le tecnologie applicate
A livello tecnologico la novità più rilevante di questa nuova serie di Radical è l’utilizzo della struttura Auxetic, una forma di costruzione che ha la peculiarità, controintuitiva, di ispessirsi in trazione e assottigliarsi in compressione. Questa soluzione è stata applicata al ponte della racchetta, alla base dell’ovale. Lo scopo è che ad ogni impatto la reazione di questo elemento, sollecitato dalle corde verticali centrali, sia tale da aumentare la stabilità e migliorare il feeling.
La sezione a spessore variabile del telaio (Variable Beam), più consistente nella zona mediana e millimetricamente rastremato sia verso la testa della racchetta che verso l’impugnatura è pensata per bilanciare al meglio potenza, controllo e presa delle rotazioni. I passacorde “Sound Grommets”, puntano ad aumentare la possibilità di movimento alla corda, per ottenere un’ottimizzazione del suono all’impatto e delle vibrazioni.
Veniamo alle misure: per prima cosa si osserva che i modelli Radical Pro e Radical MP sembrano quasi le due facce di una stesa medaglia, mentre Radical Team si stacca decisamente.
I due modelli più tecnici sono identici per dimensioni del piatto corde (98 pollici quadrati) e schema d’incordatura. Li abbiamo fatti incordare con lo stesso monofilamento sintetico (Head Lynx) e alla stessa tensione (21 kg per le verticali e 20 KG per le orizzontali).
Il nostro Diagnostic Center, con il suo algoritmo che mette insieme i valori di peso, rigidità del telaio, deflessione del piatto corde e inerzia, ci ha restituito una diagnosi di due attrezzi quasi fotocopia: la potenza è 53 punti su 100 per la Pro e 52 punti su 100 per la MP; il controllo 45 punti su 100 per la Pro e 46 per la MP, la maneggevolezza collima perfettamente (67 punti su 100 per entrambe). Interessante che questi dati si riferiscano a due attrezzi che differiscono di quasi 20 grammi di peso (335 g la Pro incordata, 317 la MP), un’enormità. Evidentemente, il bilanciamento diverso e la piccola differenza di spessore (1,5 mm in meno la Pro nella zona centrale del piatto), finiscono per uniformare i due attrezzi in termini prestazionali, lasciando all’utente la scelta in funzione del feeling all’impatto, che non potrà essere identico.
Il discorso cambia radicalmente quando parliamo di Radical Team: il piatto corde è quasi un oversize (102 pollici quadrati), il peso scende a soli 280 grammi, lo spessore cresce di un paio di mm e, scelta originale, il bilanciamento non si sposta verso la testa della racchetta come ci si poteva aspettare, dato che è la scelta classica dei progettisti quando propongono attrezzi più “light”, al di sotto dei 300 grammi (senza corde). In funzione di queste caratteristiche abbiamo scelto come armeggio una corda più elastica (un sintetico multifilamento Head Velocity calibro 1,30), salendo di un kg con la tensione (kg 22/21).
Gli ingegneri Head non hanno avuto timore di scendere troppo con la spinta generata dall’attrezzo e hanno mantenuto gli stessi 32 cm di bilanciamento previsti per la Radica MP. Il risultato è che il nostro Diagnostic Center assegna alla Radical Team una potenza di 46 punti su 100 (non elevatissima ma comunque più che discreta, considerando il valore contenuto dell’inerzia, 299), 54 punti su 100 nel controllo e ben 87 punti su 100 per la maneggevolezza, un valore davvero super. E soprattutto maggiore di ben 20 punti rispetto a quella di Pro e MP.
Una volta in campo viene spontaneo per prima cosa il faccia a faccia tra i due modelli più simili tra loro, incordati ( come detto) con lo stesso tipo di corda e alla stessa tensione.
È piuttosto impressionante rendersi conto che, Radical Pro e Radical MP si muovono nell’aria con la stessa agilità nonostante i quasi 20 grammi di differenza nel peso. Impugnarle una dopo l’altra e fare qualche movimento a vuoto potrebbe convincere una volta per tutte quei tennisti che al momento della scelta dell’attrezzo scartano a priori i telai che superano i 300 grammi, percepiti a livello teorico come “troppo pesanti”.
Nel nostro caso la differenza non si sente fino al primo impatto con la palla e a quel punto Radical Pro, rispettando pienamente la logica che dice di scegliere la racchetta più pesante che riusciamo a gestire con sicurezza, si fa preferire in termini di stabilità e controllo, a parità di spinta.
E anche se il responso del laboratorio parla di una maneggevolezza equivalente, il responso della mano umana è una maggiore manovrabilità di Radical Pro, quantomeno percepita.
In termini di prestazione Radical Pro e MP confermano la vocazione storica alla versatilità di questa famiglia Head: ci si sente a proprio agio da fondocampo sia cercando il top di diritto che piazzando il back con il rovescio. Spinta e controllo sono ottimi anche picchiando di piatto.
La spinta è generosa e il feeling all’impatto molto gradevole, privo di vibrazioni. Il confort è addirittura superiore in Radical Pro, proprio in virtù della maggiore consistenza: l’impatto con la palla è davvero morbido senza perdere in cattiveria quando si spinge forte.
Un feeling che resta intatto anche nei pressi della rete e nei colpi sopra la testa (servizio e smash), con una leggera preferenza ancora per Radical Pro, dal bilanciamento più neutro e dunque particolarmente indicato per chi frequenta con la regolarità la zona di campo nei pressi della rete.
Quando si passa a Radical Team le sensazioni si trasformano completamente: tutt’un altra racchetta. Stesso nome, stessi colori, stessa forma ma una maneggevolezza super e una facilità di gioco decisamente superiore. Certo, il peso della palla che arriva nella metà campo avversaria non è lo stesso ma tutte le esecuzioni si controllano agevolmente anche se non si è dei terza categoria.
Sia chiaro: non stiamo parlando di uno di quei telai leggerini che sembrano giocattoli. Incordata adeguatamente (corda non troppo rigida, tensione non troppo elevata) Radical Team permette di giocare a tutto campo senza essere super-atleti o super tecnici. E può offrire vecchie, care sensazioni anche a quei tennisti ‘over’ che una volta andavano all’attacco alla prima occasione e ora rimpiangono l’antica brillantezza.
Il piatto più ampio concede una maggiore tolleranza sulle palle non perfettamente centrate e aiuta a nell’imprimere rotazioni, sia in top sia in back. Inutile dire che la grande maneggevolezza rende una pacchia tutto il gioco sotto rete, dunque la pratica del doppio interpretato classicamente.
Le tre nuove Head Radical confermano la loro vocazione alla versatilità, il loro DNA di ‘racchette della gente’.
Radical Pro e Radical MP sono racchette per tutti gli agonisti e nel loro equilibrio tra potenza e controllo supportano bene tanto il tennis aggressivo da fondocampo quanto la propensione a venire a prendersi il punto a rete. Sono molto simili per prestazioni e, a parità, la versione Pro, più pesante, si fa preferire per l’equilibrio, la stabilità, il feeling all’impatto.
Molto interessante la versione Radical Team, leggera e maneggevole ma non sbilanciata in avanti (verso la testa dell’attrezzo) come di solito avviene con i telai al di sotto dei 300 grammi. Questo “equilibrio light”, che la rende facile da gestire in tutte le zone del campo, con l’aggiunta di un piatto corde generoso da 102 pollici quadrati, la candida davvero a ‘racchetta per tutti’.
La vediamo bene in pugno allo junior agonista che vuol passare alla racchetta da adulto, al giocatore di mezza età che si iscrive ai suoi primi tornei ma anche all’ex classificato di livello, protagonista del mondo ‘over’, che vuole risparmiare le articolazioni senza rinunciare al gusto del proprio tennis a tutto campo, a caccia del punto esplorando tutto il bagaglio tecnico-tattico di cui l’esperienza lo gratifica.
Head Radical Pro 2023
Il Lab
(I dati si riferiscono a un telaio incordato con sintetico monofilamento Head Lynx, calibro 1,25, alla tensione di 21/20 kg)
Head Radical MP 2023
Il Lab
(I dati si riferiscono a un telaio incordato con sintetico monofilamento Head Lynx, calibro 1,25, alla tensione di 21/20 kg)
Head Radical Team 2023
Il Lab
(I dati si riferiscono a un telaio incordato con sintetico multifilamento Head Velocity MLT, calibro 1,30, alla tensione di 22/21 kg)