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Federer gioca addirittura con una Limited Edition della sua Wilson Pro Staff RF97 Autograph per quest’occasione. Ma il confronto tra Europa e Resto del mondo è un’occasione unica per passare in rassegna gli attrezzi dei più forti del mondo, tra grandi classici e grandi novità
di Enzo Anderloni | 20 settembre 2019
Che vetrina questa Laver Cup, ricca di campioni e impaginata come un libro di lusso. E’ la passerella ideale per concentrarsi sul lato estetico del tennis, per godersi le magie della tecnica ancor prima che le tensioni dell’agonismo. Ed espone in campo il meglio del tennis di oggi: divani in pelle al posto delle panchine, atleti in abito scuro nel vernissage, menti di tennis “limited edition”.
Approfittiamo dell’occasione, e dello spunto offerte proprio dal padrone di casa (si gioca per la prima volta in Svizzera) per dare un’occhiata anche alle altre racchette della tre giorni ginevrina, le armi con cui si batteranno Europa e Resto del mondo.
Il suo monumentale compagno di squadra, Rafael Nadal, lo affiancherà impugnando la solita giallissima Babolat Pure Aero: piatto corde più ampio di quello di Roger, da 100 pollici quadrati, peso (nella versione di serie) 300 grammi e bilanciamento a 32 cm dall’estremità dell’impugnatura. Il prfilo e più spesso: variabile lungo il telaio va da 23 ai 26 millimetri: un attrezzo potente ma dal buon controllo che spinge e aiuta a imprimere rotazione alla palla grazie anche al reticolo corde 16x19 a maglia piuttosto larga.
L’Europa rimane a casa Babolat anche con l’austriaco Dominic Thiem, n.5 del mondo. Il grande rivale di Nadal sulla terra battuta utilizza una bianca Pure Strike, terza edizione (una delle novità del 2019), nella versione con il reticolo corde fitto 18x20.
Il piatto corde è da 98 pollici quadrato, più piccolo rispetto alla racchetta di Nadal, e il profilo variabile è più sottile di quello della Pure Aero, va da 21 a 23 mm. Il peso nella versione di serie, è 305 grammi, il bilanciamento a 32 cm dall’estremità dell’impugnatura.
Una racchetta più severa di quella dello spagnolo, che richiede più tecnica e muscolo ma offre un controllo leggermente superiore alla Pure Aero.
Ancora marchiata Babolat ma di indole diversa è la fedele compagna del nostro Fabio Fognini, n.11 del mondo, primo azzurro convocato in Laver Cup. Stiamo parlando della azzurrissima Pure Drive, best seller a livello mondiale, una racchetta che mette tutti d’accordo da oltre un ventennio.
Grande spinta, oggi migliorata anche sul versante del controllo, la Pure Drive ha stabilito con la sua ampia diffusione a tutti i livelli di gioco, lo standard di riferimento delle racchette moderne: 300/100, ovverosia piatto corde da 100 pollici quadrati e 300 grammi di peso senza corde (il bilanciamento è appena verso la testa, a 32 cm).
E’ stata alla fine degli anni 90 la racchette di Carlos Moya n.1 del mondo e di un sacco di giocatori di club. Oggi, evoluta e aggiornata, la usano Fabio Fognini e migliaia di tennisti di ogni livello in tutto il mondo.
Anche lei di spessore notevole e variabile come la Pure Aero (da 23 a 26 mm), stesso pattern corde (16x19), spinge forte ed è sempre facile. Perdona molto e aiuta chi ama combattere da fondocampo.
Detto di Tsitsipas e Raonic, prima di passare definitivamente al team del Resto del mondo, resta da osservare da vicino l’attrezzo di Alexander Zverev che si presenta alla Laver Cup con una racchetta diversa rispetto allo scorso anno. E’ sempre una Head ma non è più la Speed che condivideva con Novak Djokovic: si tratta della nuova Head Graphene 360+ Gravity Pro, la racchetta graficamente bifronte, un lato nero e verde, l’altro nero e arancione.
Due facce di un attrezzo completamente nuovo con il piatto corde rotondeggiante da 100 pollici quadrati, un peso a nudo (versione di serie) di 315 grammi gestito in termini di maneggevolezza da un bilanciamento a 31,5 centimetri dall’estremità del manico, quindi neutro.
Il reticolo corde fitto garantisce controllo: si picchia forte senza che la palla scappi. Poi però c’è la rigidità contenuta, il profilo sottile da 20 mm e il mix di graphene e Spiralfibers di carbonio a migliorare il feeling, la sensibilità. La ricerca di sensazioni vecchio stile utilizzando la tecnologia più avanzata al servizio del giocatore più precocemente ai vertici nell’ultima generazione.
L’altro americano della squadra, il capitano gigante John Isner esce completamente dalla media dei colleghi a Ginevra anche quando estrae la racchetta dal fodero.
E’ l’unico uomo-Prince a scendere in campo e lo fa con una Textreme Beast Pro 100 Longbody. Dove Beast sta per… una bestia di racchetta. Più lunga di un centimetro e mezzo rispetto alle altre, spessore maggiorato del piatto corde da 100 pollici quadrati: si va dal 22 ai 25.5 millimetri a seconda della zona del telaio; 320 grammi di peso, bilanciamento a 31 cm per un’inerzia da paura.
Nick Kyrgios, l’estroso dalle esternazioni borderline ma dalle giocate prodigiose ha scelto la EZONE 98 nella versione nera e blu. Racchetta che spinge ma controlla con il piatto non troppo grande, da 98 pollici quadrati, ma uno spessore consistente del profilo (variabile da 19 a 24 mm). Il peso a nudo (di serie) è 305 grammi, il bilanciamento a 31, 5 cm. Ecco dunque delinearsi una racchetta equilibrata e versatile, con uno sweet spot (area utile di impatto) sopra la media grazie al disegno isometrico (squadrato) del piatto corde. Kyrgios ci fa di tutto anche perché la racchetta non è troppo rigida, né troppo severa con il suo reticolo corde 16x19.
Ben diversa la VCore 95 di Denis Shapovalov, il piatto corde più piccolo della Laver Cup 2019. Solo 95 pollici quadrati con un peso (di serie, a nudo) di 310 grammi ma un bilanciamento arretrato, a 31 cm dall’estremità dell’impugnatura.