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Le storie

Melania Delai, la guerriera col sorriso

La 18enne trentina che si allena in Veneto è tra le ragazze più promettenti del panorama italiano. Alla ripresa dopo la sospensione del Tour, ha ben impressionato a Palermo e a Roma. E adesso cerca di proseguire nel suo percorso di crescita, con accanto lo storico coach Alessandro Bertoldero e la ex top 10 Roberta Vinci

di | 04 novembre 2020

Melania Delai

Melania Delai (foto Fioriti)

Melania Delai, a pensare da professionista, ci era abituata già da tempo. Così adesso, quando il mondo dei pro le si para davanti alla fine del percorso tra le Juniores, non fa così paura come potrebbe fare ad altre coetanee. Anzi, l'approccio della 18enne trentina cresciuta in Veneto è quello di una teen-ager solare, convinta dei propri mezzi ma allo stesso tempo ben salda coi piedi per terra.

Un atteggiamento che le consente di essere fiduciosa ma di continuare a lavorare ogni giorno per limare i dettagli, per costruirsi un tennis competitivo per il circuito Wta. Al suo fianco, il coach storico Alessandro Bertoldero, ma pure Roberta Vinci, la tarantina che ha vissuto da protagonista il momento d'oro del tennis femminile italiano, tanto da raggiungere le top 10 in singolare e il numero 1 di doppio, oltre a quella magnifica finale degli Us Open contro Flavia Pennetta. Era solo cinque anni fa, ma pare passato un secolo.

Melania Delai abbraccia il coach Alessandro Bertoldero (foto Fioriti)

“Non c'è bisogno – spiega Melania – che io dica quanto una come Roby possa aiutarmi a migliorare nella parte tecnica. Ma il rapporto che si sta creando con lei va oltre: mi sa dare consigli importanti che cerco di seguire alla lettera, perché so che lei ha già passato questo percorso arrivando a cogliere risultati straordinari”. Melania aveva cominciato bene la sua stagione, prima del lockdown, delle incertezze che poi erano quelle di tutti, e infine della ripresa.

Una ripresa che mi ha riservato due splendide esperienze, a Palermo e a Roma. In Sicilia ho giocato alla pari con un'avversaria ostica come la spagnola Bolsova. Mentre al Foro Italico è andata addirittura meglio: ho passato un turno nelle qualificazioni battendo una top 100 come la giapponese Hibino, e vivendo emozioni che non dimenticherò. Il lockdown mi aveva messo di fronte a un periodo complicato, come per tutti quanti, ma tornare in campo e giocare subito a questo livello mi ha dato fiducia”.

Melania Delai (foto Dell'Olivo)

Di Melania colpiscono il sorriso e la determinazione. “È una guerriera – dice coach Bertoldero – ma le piace ciò che fa, e la costanza negli allenamenti la farà crescere ancora. Deve migliorare sotto tanti aspetti, dal servizio al gioco di gambe, fino all'approccio a rete, ma il potenziale c'è, di questo siamo convinti”. Ne è convinta anche Roberta Vinci, una che di certo è in grado di riconoscere il talento.

“Lavorare con Melania è semplice, perché è una ragazza che si impegna e che vuole arrivare in alto. Trovare un pregio che spicca sugli altri è difficile, perché in realtà a tennis gioca proprio bene e non ha lacune particolari in nessun colpo. Può essere molto più aggressiva durante lo scambio, ma questo aspetto migliorerà col tempo e giocando più partite possibili ad alto livello”.

Lavorare con Melania è semplice, perché è una ragazza che si impegna e che vuole arrivare in alto. (coach Bertoldero)

Il percorso di Melania parte da lontano, ed è un progetto che fin dall'inizio ha mirato in alto, puntando sulla qualità. “Abbiamo cominciato a lavorare insieme – spiega Bertoldero – quando lei aveva 11 anni. E il primo obiettivo era mettere molta attenzione sulla tecnica di base, sistemando le impugnature e cercando di darle sicurezza nel suo tennis. A Melania piace da matti giocare, le piace condividere il campo con ragazze e ragazzi, ed è competitiva ma in senso positivo. Le capita di arrabbiarsi, perché è molto esigente con se stessa, ma proprio questa caratteristica spinge i suoi progressi e fa sì che non si accontenti dei traguardi che raggiunge”.

Oggi la 18enne è numero 636 del ranking Wta, poco lontano dal best ranking raggiunto qualche settimana fa (629). Ma mentre molte ragazze della sua età stanno ancora dando la priorità al circuito Juniores, lei ha giocato gli ultimi tornei da Under 18 a inizio 2020, con un terzo turno in Australia fatto di soddisfazione e rammarico per una partita ceduta in tre set e due tie-break, entrambi persi dopo 16 punti, contro la futura vincitrice del titolo Victoria Jimenez Kasintseva. Poi la sospensione del Tour, la ripresa, il volo verso il professionismo. Con ambizioni da top 100 che non si devono e non si vogliono nascondere.

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