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Per avere un rovescio 'alla Federer' ci sono parametri tecnici e biomeccanici fondamentali da rispettare. Vediamo quali sono e quanto contano
di Gennaro Volturo * | 02 giugno 2020
* I.S.F. Roberto Lombardi
Attualmente i tennisti e le tenniste nei circuiti Atp e Wta che eseguono il rovescio a una mano sono in minoranza, ma, nonostante i dati indichino una netta prevalenza nel tennis moderno del rovescio bimane, è importante ricordare come chi esegue il rovescio a una mano produca maggiore velocità della racchetta al momento dell’impatto rispetto ai giocatori bimani. Essendo il rovescio a una mano un’abilità contraddistinta dall’impiego di una catena cinetica aperta, i gradi di libertà di movimento dei segmenti corporei e delle articolazioni sono maggiori rispetto a quelli presenti nel rovescio a due mani, che al contrario è un’abilità contraddistinta dall’impiego di una catena cinetica chiusa. Inoltre, essendo il rovescio a una mano caratterizzato da un movimento di preparazione molto ampio, volto ad aumentare la distanza tra racchetta e punto di impatto, i tempi di applicazione della forza sono maggiori rispetto a quelli relativi al rovescio bimane (270 millisecondi contro 240 millisecondi). Tali considerazioni sono pertinenti nella misura in cui la meccanica esecutiva del rovescio a una mano rispetti alcuni parametri tecnico/biomeccanici.